DA GLI ALTRI
Si' una via a Craxi e una piazza a Pinelli
di Piero Sansonetti
E' scoppiata una furiosa polemica perché la sindaca di Milano, Letizia
Moratti, ha deciso di dedicare una via del centro a Bettino Craxi. L'ex capo
dei giudici milanesi, il dottor Borrelli, ha definito la decisione
"indecorosa", perché non si può dedicare una strada ad una persona morta in
latitanza.
Il leader dell'Italia dei Valori, Antonio Di Pietro, è andato oltre,
proponendo che sulla targa ci sia scritto: "Bettino Craxi, politico,
presidente del consiglio, condannato e latitante". Parole analoghe dal
deputato leghista Salvini, che è il più prestigioso esponente milanese della
Lega.
Perché tanta furia contro Bettino Craxi - il quale con Togliatti, De
Gasperi, Nenni e Moro - è stato tra i massimi esponenti della Repubblica
Italiana, almeno fino alla scossa del '92, con Tangentopoli, che travolse
lui, ma travolse anche la repubblica, le sue strutture essenziali, il
meccanismo del sistema di rappresentanza e i rapporti tra i poteri?
Credo che ci siano due ragioni. La prima (che riguarda soprattutto Di Pietro
e Borrelli) è la difesa dell'operato della magistratura in quel frangente
specialissimo della vita politica italiana. Quando un gran numero di
inchieste (guidate soprattutto da Borrelli e Di Pietro) fece piazza pulita
di buona parte del ceto politico italiano (specialmente quello di
appartenenza democristiana e socialista). Borrelli e Di Pietro temono che
dedicare una via a Craxi suoni come sconfessione delle proprie inchieste e
del proprio lavoro. La seconda ragione - forse la più importante - sta
nell'ostilità e nel disprezzo che domina l'opinione pubblica, nei confronti
di quella che è stata chiamata la Prima Repubblica. Cioè la Repubblica dei
partiti e dei sindacati, che era ancora dominata dal potere politico, e
nella quale il potere dell'economia e quello della magistratura erano sì'
fortissimi, ma comunque subordinati al potere politico. Cioè vigeva un
sistema di comando diversissimo da quello di oggi, nel quale il potere
giudiziario e quello economico sono di gran lunga superiori al potere
politico che è loro sottoposto.
Sono giuste le preoccupazioni di Di Pietro, Borrelli e di gran parte del
mondo politico di sinistra? No, credo che siano sbagliate. La seconda
preoccupazione è sbagliata nel senso che la riabilitazione della "politica"
non è un delitto. Non è sovversivo chiedere che la politica torni al vertice
della piramide di comando. La prima preoccupazione invece è infondata.
Dedicare una strada a Craxi non significa affermare che Di Pietro e Borrelli
e gli altri giudici che condannarono Craxi sbagliarono. Significa, più
semplicemente, che non sempre, nella vita di un uomo, e nella valutazione
che si fa di lui, le sentenze e la fedina penale sono l'elemento essenziale.
Anzi: molto spesso non è così. Craxi morì con la fedina penale macchiata, ma
la sua biografia politica e storica è ben più complessa della sua vicenda
giudiziaria. E i posteri hanno il diritto di giudicarlo per la sua statura
politica che è molto più importante di una sentenza, o di un avviso di
garanzia, o di una ichiesta giudiziaria. Tutto qui. Si tratta solo di dare
il giusto peso alle cose. Craxi è stato un grande leader politico e un
grande statista. Poi possiamo discutere finché vogliamo le su scelte
politiche (alcune, a mio giudizio, furono sbagliatissime e e dannose, per
esempio il taglio della scala mobile) ma questo non toglie nulla alla sua
personalità e alla possibilità di avere una strada intestata. Non è che
personaggi come Togliatti, ad esempio (il suo rapporto con lo stalinismo è
stato oscuro e inquietante) o lo stesso De Gasperi (responsabile di atroci
atti repressivi nei primissimi anni 50), o persino Aldo Moro, o - andando
indietro - Cavour o Giolitti o tanti altri, fossero leader indiscutibili e
assolutamente positivi. Tutt'altro. Eppure nessuno si sognerebbe di mettere
in discussione il loro diritto ad avere una strada intestata.
P.S. A Proposito di strade intestate, torno a porre una questione che mi sta
a cuore e che ho già sollevato molte volte ma nessuno mi si fila. E Pinelli?
Perché contestualmente a via Craxi non si inaugura anche piazza Pinelli? Io
credo che l'Italia debba questo piccolo gesto di riparazione all'anarchico
innocente che dopo la strage di piazza Fontana fu ucciso dalla polizia nei
locali della questura milanese. Credo che Letizia Moratti farebbe una gran
cosa a intestargli Piazza Fontana.
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