lunedì 29 agosto 2022

Franco Astengo: Avvio

All'avvio della campagna elettorale sarebbe forse il caso di aprire un fronte di riflessione riguardante il tema della possibilità per la sinistra di ottenere una rappresentanza istituzionale: possibilità che per la lista di Unione Popolare appare abbastanza lontana da una qualche realizzabilità concreta mentre l'alleanza Sinistra Italiana /Verdi non sfugge all'impressione di un arretramento rispetto alle aspettative di partenza e di una certa marginalità al riguardo del confronto in atto . Marginalità accentuata dalla presenza dei Verdi italiani, soggetto storicamente in ritardo (soprattutto nel quadro europeo cui fanno comunque riferimento) sulla capacità di impadronirsi, di volta in volta, del nocciolo delle contraddizioni in atto realizzando così un'adeguata impostazione propositiva. Al centro dello scontro infatti stanno due questioni: 1) inflazione e crisi energetica. Possibili due proposte: Si è creata una voragine enorme che può essere affrontata soltanto attraverso ammortizzatori sociali (abbattimento dell'IVA, taglio del carico fiscale, contributi a fondo perduto alle imprese ecc, ecc) finanziabili in due modi: seguendo la proposta della CGIL della tassazione straordinaria degli extra -profitti oppure facendo ulteriore debito dopo quello contratto con il lockdown come vorrebbero gli eterni populisti 5 stelle. La proposta della CGIL può porsi com principio di riferimento di una politica di redistribuzione; 2) politica industriale.Si dovrebbe riscrivere la storia delle privatizzazioni che portarono alla chiusura dell'IRI, dell'itinerario che condusse alla stipula del trattato di Maastricht nel segno dell'Europa monetarista e poi dell'adesione all'Euro, del determinarsi del deficit democratico a livello europeo fino al netto prevalere, nell'opinione pubblica, delle posizioni della destra nazionalista. In questa campagna elettorale la sinistra non può abbandonare il tema della politica industriale cercando invece di far capire, prima di tutto, quali sono i legami più forti e importanti del nostro apparato produttivo tali da rendere soltanto propagandistico il tema della ricerca di una diversificazioni delle fonti energetiche e individuando davvero l'origine speculativa dell'aumento dei prezzi. Neppure può essere abbandonato al nazionalismo protezionista e corporativo il tema dell'intervento pubblico in economia; un punto sul quale aprire una riflessione molto ampia nella quale dovrebbe essere compreso il discorso sull'identità di una soggettività politica all'altezza delle difficoltà dell'oggi e rappresentativa del portato storico (ormai del tutto ignorato) della sinistra italiana. E' urgente la rielaborazione di una linea di intervento pubblico in economia che contrasti la deriva nazionalista. Una rielaborazione strategica che deve riportare in campo il concetto decisivo di programmazione e quindi una logica "organica" di governo. Franco Astengo

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