lunedì 4 marzo 2019

Luciano Belli Paci: Col Pd ogni giorno si rivive il giorno della marmotta

COL PD OGNI GIORNO SI RIVIVE IL GIORNO DELLA MARMOTTA La vita del Pd è uguale a un film, come si addice ad una creatura di Veltroni … I film per l’esattezza sono due: l’americano "Ricomincio da capo" (Groundhog Day: il giorno della marmotta) del 1993 ed il remake italiano del 2004 "E' già ieri", col grandissimo Antonio Albanese. Narrano la storia di un personaggio che rimane intrappolato in un circolo temporale: ogni mattina, alla stessa ora, viene svegliato dalla radio con lo stesso brano, dopo di che la giornata trascorre inesorabilmente allo stesso modo della precedente. Gli eventi si ripetono esattamente uguali ogni giorno, e solo dopo moltissimi tentativi l'incantesimo si spezza e il protagonista può riappropriarsi della sua vita normale. L’analogia con ciò che da anni accade col Pd a me pare impressionante. Il Partito Democratico si fonda sulla coabitazione forzosa tra opposti (non tra diversi che convivono nei grandi partiti, ma proprio opposti: laburisti con neoliberisti, laici con clericali, sostenitori di “un’altra Europa” e feticisti dello spread, custodi del primato della politica e spacciatori di antipolitica, ecc.), una coabitazione garantita e perpetuata dall’assenza di un’identità definita e dall’adozione di un meccanismo americano (del tutto immaginario) di “primarie” per la scelta dei dirigenti. Il micidiale cocktail produce, alternativamente o simultaneamente, una costante rissa interna che ne paralizza l’efficacia politica ed una totale subalternità culturale, dato che il vuoto identitario viene riempito inesorabilmente – complice anche la dipendenza prodotta dalle “primarie” – dalle idee dominanti nell’establishment. Insomma, il partito o parla solo a se stesso, oppure si rende acritico cantore e (quando governa) volenteroso attuatore del pensiero unico delle élite nazionali ed internazionali. In entrambi i casi si produce uno scollamento sempre più profondo tra il partito ed i segmenti della società che una forza di sinistra normalmente rappresenta. Quei segmenti – lavoratori dipendenti sempre più svalutati e precarizzati, giovani con prospettive sempre più incerte, ceto medio che le crisi fanno scivolare verso il basso, ecc. – non si sentono più rappresentati e spesso si sentono francamente traditi, migrando prima verso l’astensione e poi verso la protesta. Nel contempo si determina un nuovo innamoramento tra il partito e l’establishment, con vistosi riscontri nel voto dei residenti nelle ztl. Questa vera e propria sostituzione della rappresentanza, alla lunga, sposta quote sempre più rilevanti dell’elettorato popolare verso i contendenti. Prima, negli anni ruggenti del berlusconismo, si rivolgevano a FI e – nelle periferie del Nord – alla Lega bossiana, adesso, dopo anni di crisi e di grandi coalizioni, si sono spostati massicciamente verso gli attuali campioni del sovranismo e del populismo. Questi spostamenti, però, producono ogni volta un riflesso pavloviano nel circuito - sempre più ristretto e concentrato nei centri urbani - dei militanti e simpatizzanti del Pd, i quali, anziché essere indotti a riflettere sulle cause della costante emorragia derivata dalle posizioni impopolari e non di rado antipopolari del loro partito, vengono ipnotizzati da un clima emergenziale ed accorrono alle “primarie” come se fosse una chiamata alle armi per fronteggiare i barbari. E così continuano a legittimare gruppi dirigenti portatori degli identici vizi originari ed a perpetuarne gli effetti. Il giorno dopo sarà di nuovo il giorno della marmotta. Luciano Belli Paci

2 commenti:

franco ha detto...

Analisi davvero mirabile quella sviluppata dal compagno Belli Paci. Mi permetto di aggiungere una notazione analitica di stampo politologico più tradizionale nell’idea che si possa discuterne. Grazie se questa mia nota potrà essere inoltrata a commento del testo in questione che, a mio giudizio, rimane fondamentale. Grazie per la vostra attenzione Franco Astengo

C’è una ragione di più per avviare seriamente un confronto nella sinistra.

Un confronto da rivolgersi non tanto e non solo alla costruzione di una presenza nelle elezioni europee ma soprattutto mirato in direzione di costruire quella soggettività di cui tanto si è parlato nel passato più o meno recente.

La “ragione di più” per muoversi in questa direzione deriva dall’analisi dell’operazione mediatica che è stata messa in piedi con le primarie del PD.

Le primarie del PD sono state impostate in modo da ottenere l’immagine del “recupero del popolo perduto” in funzione della costruzione del fronte europeista e di cancellazione dalla memoria collettiva di quanto ha portato al collasso dei democratici negli anni appena trascorsi, all’impoverimento del Paese, all’attacco (sventato) alla Costituzione, all’apertura di autostrade per l’invasione di pericolose forze di destra e di ambigui soggetti declinanti l’assolutismo della nuova verità di un potere esercitato soltanto attraverso il virtuale.

L’obiettivo del PD è quello di cancellare questa memoria e formare il fronte europeista contrapposto a quello che è definito come sovranista. Quella “chiamata alle armi” cui si accenna nell’articolo di Belli Paci e che non si colloca in una dimensione unitaria ma appunto in quel “moto pavloviano” così chiaramente indicato.

Luigi ha detto...

Sul mimetismo del PD zingarettiano noi vediamo bene incontroluce il
profilo di destra neoliberista cronico.
Come fare per contrastarlo così come da contrastare anche il nuovo
fronte decisamente di destra neofascistoide anch'esso mimetizzato da
"prima gli italiani".
Veniamo ora al prossimo appuntamento elettorale qui segnalato.
< L´obiettivo del PD è quello di cancellare questa memoria e formare
il fronte europeista contrapposto a quello che è definito come
sovranista. Quella "chiamata alle armi" cui si accenna nell´articolo
di Belli Paci e che non si colloca in una dimensione unitaria ma
appunto in quel "moto pavloviano" così chiaramente indicato.>

Ebbene (un velo pietoso su quella di Nencini e C.)
bisogna prendere parte alle elezioni europee e certamente Lista di
sinistra costituzionale radicalmente antineoliberista e
antifascistoride.
Come si formerà ?
Io so quale lista sosterrò, spero che questa volta sia anche quella
di Belli Paci visto che facciamo la stessa diagnosi.
Il guaio che per le scelte terapeutiche a sinistra si facciano
sempre sottili distinzioni e sarà così anche questa voltae ce ne
saranno almeno due.

Un dialogante saluto.
Luigi Fasce - Genova - www.circolocalogerocapitini.it