martedì 9 settembre 2014

Pierpaolo Pecchiari: Città metropolitana

Purtroppo le vicende che ci stanno portando verso l'istituzione del nuovo ente di governo territoriale sono tutto fuorché appassionanti. E, giustamente, l'opinione pubblica se ne disinteressa. Peccato, perché l'ente che sostituirà la Provincia continuerà ad avere competenze importanti. Nel caso di Milano, poi, la questione è dirompente. Risulta ancora difficile capire se si va verso l'adozione del modello "Gotham City", funzionale solo agli interessi di chi vuole contrastare Regione Lombardia con un ente più o meno simile (gestione più che pianificazione e definizione di indirizzo, forte commistione di politica e affari, processo decisionale accentrato e tecnocratico); oppure se si va a realizzare la Città dei Comuni, una realtà che tiene conto del policentrismo connaturato con storia e caratteristiche dell'area milanese. Se poi si analizza la vicenda dal punto di vista della politique-politicienne, il quadro appare ancora più disperante. Il Partito della Nazione e i suoi alleati minori si sono già spartiti le caselline dell'organigramma del nuovo ente. All'opposizione di Sua Maestà, forse, le briciole; questa comunque controlla ancora saldamente la Regione, si difenderà benissimo su un altro campo di battaglia. Questo simpatico quadretto ha sconcertato molti. E la reazione non si è fatta attendere. Uomini e donne con storie politiche e ruoli attuali diversissimi hanno dato vita ad una lista civica che si è denominata "Costituente per la Partecipazione - La Città dei Comuni". Inizialmente questo tentativo è stato liquidato da molti accreditati o interessati osservatoti come velleitario e destinato al fallimento. Purtroppo la politica, come il calcio, è a volte imprevedibile. Contrariamente alle previsioni - e agli auspici - di molti, la Lista Civica è riuscita a presentare una lista di 23 candidati e a raccogliere a supporto le firme di 141 tra consiglieri comunali e sindaci, a Milano e nei Comuni della Provincia. Storie diversissime, unite dalla constatazione di tre emergenze. La prima emergenza, quella democratica. La seconda emergenza, quella dello scempio del territorio, fatto in nome di un'idea di modernizzazione discutibile, che maschera ben altri interessi. La terza emergenza, quella data dalla necessità di affermare la pari dignità dei cittadini e degli amministratori, anche delle realtà locali più piccole, rispetto alle segreterie dei partiti e alle tecnostrutture del capoluogo. Noi socialisti abbiamo deciso di appoggiare quello che fino a ieri era un tentativo, e oggi è un dato nuovo della politica milanese. Ci siamo presi le reprimende di chi vede più consono, per un partito come il nostro, accettare una "confluenza lenta" nel partito della Nazione. E oggi siamo accusati delle peggiori nefandezze, con un ritorno di fiamma di vecchi evergreen, stereotipi che vedono i Socialisti, quando non ladri, dediti alle trame più oscure e più meschine. Reprimende e accuse che accogliamo con un'alzata di spalle. Pierpaolo Pecchiari Segretario Provinciale PSI Milano

Nessun commento: