Il Circolo Carlo Rosselli è una realtà associativa presente a Milano sin dal 1981. http://www.circolorossellimilano.org/
lunedì 30 giugno 2025
sabato 28 giugno 2025
venerdì 27 giugno 2025
Gianluca Mercuri: Mamdani, New York e l'eterna ricerca di un'anima di sinistra
Mamdani, New York e l'eterna ricerca di un'anima di sinistra
editorialista
Gianluca Mercuri
Provate a immaginare Joe Biden che, un paio d’anni fa, si tuffa nel mare gelido a Capodanno, completamente vestito, e poi guarda il cellulare che lo sta riprendendo e dice ammiccante: “Sto congelando… l’inflazione”.
Il vecchio presidente si tuffò invece in una campagna senza speranza, da cui si ritirò troppo tardi e senza evitare il ritorno di Trump.
Zohran Mamdani, il 33enne socialdemocratico eppure radicale che ha stravinto le primarie democratiche per il sindaco di New York, quel tuffo a Capodanno l’ha fatto davvero. Le acque erano quelle (oltre che fredde) mai pulitissime di Coney Island, lo spiaggione ultra-pop di New York, il posto meno elitario che ci sia. Lo slogan non parafrasato era questo: «Sto congelando… il vostro affitto! Da prossimo sindaco di New York». Risultato: pubblicazione virale su TikTok, e lo sconosciuto deputato dell’assemblea statale che due mesi prima rifletteva in un caffè yemenita del Queens se candidarsi davvero, iniziava un’ascesa travolgente.
Ecco, in questo confronto impossibile tra il vecchio presidente e il giovane (possibile) sindaco forse c’è già tutto: perché i democratici e le sinistre perdono spesso, perché i democratici e le sinistre a volte vincono. Perdono quando non danno mai uno straccio di idea di nuovo, si arroccano alla logica dei clan - in questo caso i Cuomo di Andrew, sposato con una Kennedy, sponsorizzato dai Clinton - e pensano di potersi/doversi riproporre ancora e ancora, anche quando si avvicinano ai 70 anni, e hanno già governato lo Stato di New York, per non dire delle accuse di molestie sessuali. Vincono invece, o almeno scoprono qualche inattesa chance, quando la logica-illogica della casta che si autoperpetua viene spazzata via da un nuovo che suona autentico, in un modo così potente che quasi non conta se lo sia davvero.
Ecco, su Mamdani è scattato subito il gioco della non autenticità effettiva, con ampi riferimenti al suo background privilegiato, in quanto figlio della regista Mira Nair e di un professore della Columbia University. E anche quello dell’eccesso di radicalità delle sue proposte, che lo renderebbe destinato alla sconfitta a novembre o al fallimento se davvero sarà sindaco. Un riflesso cui parte dell’élite democratica non ha resistito. «Questo è il giorno migliore per Donald Trump da molto tempo a questa parte, ora ha un simbolo a New York che tutti i repubblicani possono indicare», ha detto per esempio Hank Sheinkopf, uno dei loro strateghi newyorchesi. Che però così riecheggia Trump in persona, subito pronto a truttare (l’equivalente di twittare su Truth, il suo social) che Mamdani è un «lunatico comunista al 100%» e che «abbiamo già avuto dei radicali di sinistra, ma questo sta diventando un po' ridicolo. Ha un aspetto TERRIBILE, la sua voce è irritante, non è molto intelligente, AOC al cubo, TUTTI scemi quelli che lo sostengono», con riferimento ad Alexandria Ocasio-Cortez, l’ex barista ora deputata, diventata il simbolo della sinistra radicale e, agli occhi dell’establishment, l’emblema del velleitarismo ultra-progressista.
Il paradosso è che lui, Mamdani, si è ispirato proprio al presidente. «Sia Donald Trump sia la nostra campagna sono in grado di vedere la disillusione della politica, l'incapacità di molti di festeggiare per le briciole che non possono sfamare loro e le loro famiglie», ha detto dopo il successo su Cuomo. Naturalmente la distanza che sottolinea è abissale: «La differenza è che Trump cerca di sfruttare questo sentimento senza alcun desiderio di affrontarlo».
La parola chiave è affordability, accessibilità: che senso ha essere la città più cool del mondo se poi la maggior parte dei suoi abitanti non se la possono permettere? Da qui il programma definito radicale dagli osservatori e socialista-democratico dal candidato. Che vale la pena conoscere con qualche dettaglio. La proposta principale è quella del video di Coney Island: Mamdani promette di nominare al Rent Guidelines Board (l’organismo che decide i canoni dei circa 960.600 appartamenti stabilizzati di New York) persone che si impegnino a bloccare gli aumenti degli affitti, che finora scattavano inesorabilmente ogni anno; promette di aprire 5 negozi di alimentari di proprietà comunale, uno per ogni quartiere, che, non dovendo pagare tasse sugli affitti e sulle proprietà, potrebbero abbassare il costo del cibo; propone di rendere completamente gratuiti gli autobus in tutta la città, espandendo un programma pilota che dall’anno scorso ha già reso free cinque linee; e di rendere universale l'assistenza per tutti i bambini tra le sei settimane e i cinque anni di età, finanziando asili nido e centri di assistenza all'infanzia. Mamdani propone anche un nuovo ufficio che aiuti le piccole imprese, con l'obiettivo di ridurre multe, tasse e regolamenti, aumentando del 500% i fondi dei Business Express Service Team, che aiutano le aziende a gestire permessi e adempimenti. E poi nuove norme sulle app di delivery, con retribuzioni standard per i fattorini e possibilità per i clienti di lasciare la mancia all'inizio dell'ordine.
Non sorprende che tra i finanziatori di Cuomo ci fossero proprio app e grande distribuzione. Né che a Wall Street sia scattata la psicosi del chiunque-tranne-Mamdani, che il suo programmone «comunista» lo vuole finanziare con un aumento forfettario del 2% delle tasse per l'1% dei newyorkesi che guadagnano più di un milione di dollari all'anno.
Dietro tutto questo c’è Morris Katz, lo stratega della campagna che ha asfaltato Cuomo. Da martedì sera, ha raccontato al New York Times, lo cercano «molti democratici di tutto lo spettro ideologico», a caccia di consigli per «catturare un'energia simile nelle loro campagne». A tutti suggerisce di «candidare persone che abbiano posizioni chiare sui vari temi, anziché oscillare in base a quello che indicano sondaggi e focus group». Ma Katz non è molto ottimista sull'establishment del partito, che da una parte dice di voler riconquistare i giovani e la classe operaia e dall’altra a New York ha preferito Cuomo a un volto davvero nuovo. «Ci stiamo sparando sui piedi», dice. Eppure la domanda chiave dovrebbe riguardare i deboli, ricorda: «Come possiamo iniziare a sollevarli anziché cercare di soffocarli?».
Ecco, da due o tre lustri la domanda risuona sinistra tra tutte le sinistre del mondo, ma quando qualcuno prova a dare risposte, scatta subito l’etichetta del (troppo) radicale, o radical-chic. I dem scettici dicono che le ricette newyorchesi non sono applicabili allo Iowa, come se nell’America profonda avessero trovato il modo di rendersi presentabili, e come se le esigenze espresse da Mamdani – autenticità, attenzione per i problemi concreti dei più svantaggiati – non valessero ovunque.
Magari se non valgono in Iowa potrebbero valere in Italia, dove l’abolizione della povertà non ha funzionato ma una leadership più radicale qualche voto in più l’ha preso. E venendo dallo Iowa a Milano, che fa sconti sugli oneri di urbanizzazione per grattacieli ma non riesce a controllare gli affitti alle stelle, non vale anche qui la domanda «che te ne fai della città più scintillante d’Italia se non te la puoi permettere?».
giovedì 26 giugno 2025
mercoledì 25 giugno 2025
Franco Astengo: La commedia della guerra
LA COMMEDIA DELLA GUERRA di Franco Astengo
La guerra e di conseguenza le armi come contraddizione della modernità: è questo il passo avanti della storia nell'intreccio dominante tra tecnocrazia e autoritarismo?
L'intelligenza artificiale (senza intelligenza come scrive oggi 25 giugno Vincenzo Vita sul "Manifesto") quale strumento di questo nuovo passaggio nella riduzione hobbesiana del rapporto tra politica e vivere civile che sta avvenendo nel segno del dominio identificato nella guerra?
Sarà facile riconoscere l'altalena di questi giorni come "La commedia della guerra" con unici perdenti i popoli vessati e bastonati dal gioco a scacchi dei potenti.
Però è emersa chiara la contesa che è quella del riarmo, dell'inseguimento a bombe sempre più potenti, missili ultrasonici, droni guidati da remoto per bombardare la povera gente nella consueta logica dei "danni collaterali" ecc, ecc..
Il riarmo va finanziato per favorire i profitti e per tenere alta la tensione in un quadro di militarizzazione complessiva di una dimensione globale che non garantisce neppure l'equilibrio del terrore di antica memoria della guerra fredda.
Militarizzazione destinata a ridurre ancora di più la complessità della politica a schema binario, con il gran ritorno della diarchia (almeno apparente) amico/nemico.
E' tornato di moda Le Bon e la sua psicologia delle masse (del resto indispensabile per esaltare il nazionalismo, la difesa della propria "civiltà" e far accettare come indispensabile la regressione democratica) e torna di moda Carl Schimtt attraverso l'estensione del cui pensiero si pensa di militarizzare lo scontro politico.
Obiettivo: non corrispondere più alle esigenze e ai bisogni di massa in termini di welfare e di equilibrio economico per favorire al massimo disuguaglianza e povertà intese come nuove frontiere sulle quali reggere regimi della paura.
Un futuro difficile da interpretare che sembra riduttivo far star dentro a un sistema di incognite in una prospettiva che appare regressiva in assenza di una indispensabile "cultura del limite" che rappresenterebbe, per la sinistra, il necessario vero salto di paradigma.
martedì 24 giugno 2025
lunedì 23 giugno 2025
domenica 22 giugno 2025
sabato 21 giugno 2025
Franco Astengo: Repressione e lotta di classe
REPRESSIONE E LOTTA DI CLASSE di Franco Astengo
L'episodio di Bologna con la tangenziale bloccata dallo sciopero dei metalmeccanici sfidando il DL Sicurezza e i camionisti che suonano il clacson in segno di solidarietà con gli operai, rappresenta un segnale che non può essere trascurato in questa Italia dove sembrerebbe tutto egemonizzata dall'individualismo proprietario e dal qualunquismo menefreghista che rappresentano la cifra etica e la collocazione sociale di questo governo.
L'applicazione del "DL sicurezza" ha riportato alla nostra memoria il cupo scenario degli anni’50, ai tempi di feroce repressione poliziesca.
Gli anni ’50: quelli della polizia di Scelba davanti alle fabbriche o ai campi occupati dai contadini, quando il proletariato contava i suoi morti e lottava per affermare una diversa condizione di vita da Modena a Melissa, da Montescaglioso a Battipaglia.
Chi ha attraversato quel periodo, ad esempio abitando in una città operaia, ha ancora nelle orecchie il suono lacerante delle sirene, lo stridore delle gomme delle camionette che salivano sui marciapiedi dove i manifestanti (magari donne e bambini) cercavano di ritirarsi, il Natale trascorso sotto le ampie volte di una fredda fabbrica occupata oppure in piazza attorno a falò improvvisati, il commissario con la fascia tricolore che ordina la carica, la miseria nelle case dove ci si radunava per cercare di dare sostegno a chi proprio non riusciva più a cucire il pranzo con la cena ma anche la solidarietà dei commercianti che facevano credito e tiravano giù le saracinesche quando c’era lo sciopero.
L’Italia del boom nacque in quel modo, attraverso i sacrifici immensi delle lavoratrici e dei lavoratori passati attraverso una temperie straordinariamente pesante, nel periodo – è bene ricordarlo – immediatamente seguente alla guerra, all’invasione nazista, alle deportazioni, alle fucilazioni, alla Resistenza.
Chi ha vissuto sulla propria pelle quei tremendi anni’50 oggi sta provando la sensazione del ritorno all’indietro, ma anche di un peggioramento secco della capacità collettiva di capire la condizione nella quale ci si sta trovando alle prese con il ritorno incontrastato dall'arroganza del potere.
Ma i clacson di solidarietà suonati dai camionisti di Bologna ci riportano anche al senso della solidarietà di classe: l'unica strada possibile da seguire per i lavoratori, per l'affermazione dei loro diritti, per lottare verso un futuro migliore.
Quando si analizzano i risultati del referendum in chiave di sconfitta, magari per trarne vantaggi politici addirittura in chiave personale, si dovrebbero considerare questi elementi partendo con un discorso di ricostruzione di elementi di solidarietà sociale che potrebbero (con tutte le contraddizioni del caso) ripartire anche da 13 milioni di voti.
venerdì 20 giugno 2025
giovedì 19 giugno 2025
martedì 17 giugno 2025
lunedì 16 giugno 2025
domenica 15 giugno 2025
sabato 14 giugno 2025
venerdì 13 giugno 2025
giovedì 12 giugno 2025
mercoledì 11 giugno 2025
Giuseppe Casanova: Medicina, la beffa del test posticipato e la carenza di medici in Italia
Medicina: la beffa del test posticipato e la carenza di medici in Italia
In un momento storico in cui la carenza di medici in Italia ha raggiunto livelli preoccupanti, il Governo ha scelto di intervenire con un provvedimento che, invece di semplificare l’accesso al corso di laurea in Medicina e Chirurgia, rischia di complicarlo ulteriormente. Il nuovo sistema prevede lo spostamento del test di ammissione a sei mesi dopo l’inizio del primo anno universitario. Apparentemente un'apertura, nei fatti una scelta che potrebbe far perdere un anno intero a migliaia di giovani aspiranti medici.
Il numero chiuso non è stato rimosso, né i posti disponibili sono aumentati in modo significativo. Lo studente, dunque, si iscrive al corso di laurea in Medicina, frequenta le lezioni e affronta i primi mesi di studi, per poi ritrovarsi a dover sostenere un test di selezione a metà anno, con la concreta possibilità di dover abbandonare il corso qualora non superasse la prova. Nessuna certezza, nessuna reale semplificazione e, chi non supera la selezione è costretto a cambiare rotta, perdendo mesi e motivazione.
In passato, chi non superava il test sostenuto ad anno Accademico non ancora iniziato, poteva scegliere un piano B, come iscriversi ai cosi di laurea di Farmacia o di Biotecnologie, sostenere esami in comune con Medicina e magari vederseli convalidati in caso di successo al test l’anno successivo. Ora questa possibilità viene inibita da una finta apertura che espone gli studenti a un doppio danno: perdita di tempo e incertezza sul futuro.
Il paradosso è reso ancora più amaro dalla realtà: l’Italia forma pochi medici, costringendo il sistema sanitario ad assumere personale dall’estero, spesso senza piena conoscenza del livello della loro formazione. Tutto ciò mentre le nostre università, riconosciute a livello mondiale per la qualità della didattica in Medicina e della formazione effettuata nei vari reparti ospedalieri, continuano a esportare eccellenze che trovano all’estero stipendi e condizioni di lavoro ben più dignitose.
In sintesi, una riforma che avrebbe dovuto aprire le porte, finisce per essere solo una vetrina vuota, priva di coraggio e di visione strategica. Serve un intervento serio, che aumenti i posti, elimini o quantomeno riduca il numero chiuso e valorizzi davvero il talento dei nostri giovani, investendo sul futuro della sanità italiana per riportarla alla efficienza e alla efficacia di un tempo.
Giuseppe Casanova
(Cagliari)
martedì 10 giugno 2025
Franco Astengo: Valutazioni sull'esito del referendum
VALUTAZIONE (IMPROVVISATE) SULL'ESITO DEL REFERENDUM di Franco Astengo
Di seguito si troveranno alcuni dati riguardanti la partecipazione al referendu: un'analisi che probabilmente farà storcere il naso a molti perchè fondata su di una comparazione con i dati delle europee 2024: operazione che potrebbe non essere intesa come corretta.
Ci sono due ragioni per le quali a spoglio ancora in corso è stato deciso di procedere a questo modo:
1) fornire subito a caldo alcuni materiali che consentano l'avvio di una riflessione che sarà necessario approfondire al massimo disponendo anche delle cifre assolute dei partecipanti al voto;
2) la parametrazione sui dati relativi alle Europee 2024 è motivata prima di tutto dal fatto che si tratta dell'ultima elezione generale svoltasi in Italia in ordine di tempo e in secondo luogo che si trattò dell'elezione di una sorta di "consolidamento" dell'astensionismo dopo che per molti anni la crescita della non partecipazione al voto si era accompagnata con una forte volatilità elettorale che, tra il 2013 e il 2022, aveva dato anche ad un "cambio" nell'indicazione del partito di maggioranza relativa accompagnato da una forte instabilità (in discesa) delle espressioni di voto.
Le elezioni del 2022 avevano anche avviato un disegno di ritorno al bipolarismo che successivamente in una serie di elezioni regionali e locali (non utilizzabili per questo tipo di lavoro perchè svoltesi in epoche diverse) si era ulteriormente radicato.
Alcune prime schematiche considerazioni di carattere generale possono essere così riassunte
1) Il blocco astensionista non è stato smosso dalla campagna elettorale in alcuna delle sue componenti dalla disaffezione al deficit di offerta politica all'assenza - specialmente - al sud di valide motivazioni al "voto di scambio" (sul piano generale non per via dell'assenza di candidature)
2) Sul piano strettamente riferito alla qualità dei quesiti si è dimostrata l'asimmetria tra domande forzatamente "tecniche" e un'idea generale di teoria politica che aveva consentito l'introiezione del liberismo a sinistra. Un tema da seminario che dovrà però essere affrontato considerato l'emergere di una accusa di ideologismo che è necessario ribaltare. Da affrontare però nel segno di una riconnessione e di un nuovo riconoscimento sociale del mondo del lavoro;
3) Sul piano politico la precisa presa di posizione dei partiti costringe a una valutazione che sicuramente non è da manuale di scienza politica: il voto non definisce una possibilità di blocco di riferimento e ricalca più o meno la geografia del voto politico, con tutti i limiti che ben conosciamo dal punto di vista dell'opposizione alla destra.
Partendo dai dati con riferimento - appunto - alle elezioni europee 2024 la saldatura tra astenuti (50,31%) e somma delle percentuali dei partiti di centro-destra riferita alla totalità degli aventi diritto (Italia, escluso estero) toccava la percentuale del 72,60%.
Lo spazio effettivo della partecipazione al voto - in partenza - assommava quindi al 27,40%. Da notare come il referendum sulla cittadinanza pure promosso da soggetti diversi da quelli proponenti i quesiti sul lavoro non abbia prodotto un qualche livello di propria partecipazione autonoma (sul piano del conteggio dei voti invece la situazione appare affatto diversa).
Si resta sulle percentuali perchè le cifre assolute si potranno avere soltanto ultimati gli scrutini. Mentre non sono ancora ufficiali i dati dei votanti all'estero.
ITALIA (referendum 2025. iscritti escluso estero: 45.997.941)
Europee 2024: astenuti più centro destra 72,60%
"spazio di voto" 27,40%
votanti 30,58% più 3,18%
Dati Regione per Regione
Piemonte: Europee 2024: astenuti più centro-destra 70,05%
"spazio di voto" 29,95% votanti 35,20% più 5,25%
Liguria: Europee 2024: astenuti più centro destra 70,52%
"spazio di voto" 29,48% votanti 35,07% più 5,69%
Lombardia: Europee 2024: astenuti più centro destra 78,33%
"spazio di voto" 22,67% votanti 30,69% più 8,02%
Veneto: Europee 2024: astenuti più centro destra 77,15%
"spazio di voto" 22,85% votanti 26,21% più 3,36%
Friuli - Venezia Giulia: Europee 2024: astenuti più centro destra 77,52%
"spazio di voto" 22,48% votanti 27,59% più 5,11%
Emilia - Romagna: Europee 2024: astenuti più centro destra 63,99%
"spazio di voto" 36,11% votanti 38,09% più 1,98%
Toscana: Europee 2024 astenuti più centro destra 63,35
"spazio di voto" 36, 65% votanti 39,10% più 2,45%
Umbria: Europee 2024 astenuti più centro destra 66,66%
"spazio di voto" 33,34% votanti 31,21% meno 2,13%
Marche: Europee 2024 astenuti più centro destra 70,12%
"spazio di voto" 30,88% votanti 32,70% più 1,82%
Lazio: Europee 2024 astenuti più centro destra 74,45%
"spazio di voto" 26,55% votanti 31,87% più 5,32%
Abruzzo: Europee 2024: astenuti più centro destra 75,75%
"spazio di voto" 24,25% votanti 29,75% più 5,50%
Molise: Europee 2024 astenuti più centro destra 73,92%
"spazio di voto" 26,18% votanti 27,70% più 1,52%
Campania: Europee 2024: astenuti più centro destra 70,80%
"spazio di voto"; 29,20% votanti 29,86% più 0,86%
Puglia: Europee 2024: astenuti più centro destra 73,07%
"spazio di voto": 27,93% votanti 28,62% più 0,69%
Basilicata: Europee 2024: astenuti più centro destra 72,35%
"spazio di voto" 27,65% votanti 31,27% più 3,62%
Calabria: Europee 2024: astenuti più centro destra: 77,22%
spazio di voto 23,28% votanti 23,81% più 0,53%
Sicilia: Europee 2024 astenuti più centro destra 72,29%
"spazio di voto" 27, 71% votanti 23,10% meno 4,61%
Sardegna: Europee 2024: astenuti più centro destra 75,06%
"spazio di voto" 25,94% votanti 27,74% più 1,80%
Valle d'Aosta: Europee 2024 astenuti più centro destra 73,55%
"spazio di voto" 27,45% votanti 29,04% più 6,34%
Trentino Alto Adige: Europee 2024: astenuti più centro destra 66,89%
"spazio di voto" 33,11% votanti 22,70% meno 10,41%
Graduatoria delle regioni dove si è votato maggiormente rispetto allo "spazio di voto" di partenza:
incremento nazionale 3,18%
8.02% Lombardia
6,34% Valle d'Aosta
5,69% Liguria
5,50% Abruzzo
5,32% Lazio
5,25% Piemonte
5,11% Friuli Venezia Giulia
3,62% Basilicata
3,36% Veneto
2,45% Toscana
1,98% Emilia Romagna
1,82% Marche
1,80% Sardegna
1,52% Molise
0,86% Campania
0,69% Puglia
0,53% Calabria
lunedì 9 giugno 2025
sabato 7 giugno 2025
venerdì 6 giugno 2025
Adam Tooze: The Emperor has no thanks
https://www.ft.com/content/f450f1e7-4344-4ab0-afd7-d190ffd1e462?accessToken=zwAGNuTlQaGYkdP0UPHnQ0RKsNOv19GQ_9HkYg.MEYCIQCd0gwn1Wu4Ct67hCOAbRrkGcLC7xbYKu4YwzOPMaimMwIhALqiKBLXq-LT5tTTk143GQMPC8BBc3H4quFU0cZ--zFE&sharetype=gift&token=d163750a-1e35-48db-895c-d68adb34765d
giovedì 5 giugno 2025
martedì 3 giugno 2025
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