mercoledì 2 maggio 2018

Franco Astengo: Art. 49 della costituzione

ARTICOLO 49 DELLA COSTITUZIONE E LEGISLAZIONE SUI PARTITI Un’intellettuale e sincero democratico del valore di Giovanni Scirocco accenna, nel dibattito aperto dall’intervento di Gim Cassano, al ruolo dei partiti e all’applicazione dell’articolo 49 della Costituzione. Spiace ferire il nobile cuore di costituzionalisti illustri e di persone come i frequentatori del “Rosselli”che hanno dato un grande contributo alla difesa della democrazia nel nostro Paese, ma mi permetto di essere contrario a questa ipotesi. Una contrarietà che nasce da due ragioni molto precise: la prima concerne la pericolosità intrinseca che risiede nella regolamentazione legislativa di una materia così delicata. In realtà non siamo in grado di prevedere lo sviluppo della pericletante democrazia italiana tanto da far pensare che può risultare più saggio non appendersi a norme predefinite che possono sempre essere interpretate e utilizzate in maniera distorta rispetto alle intenzioni di partenza. In secondo luogo (e quest’aspetto è già occasione di polemica) la legislazione dovrebbe riguardare essenzialmente la possibilità di partecipare alle elezioni: ecco, questo non dovrebbe essere il solo scopo di esistenza dei partiti politici, la finalità “unica”. Se leggiamo con attenzione l’articolo 49 della Costituzione ci accorgeremo che così non deve essere obbligatoriamente. La finalità della lotta politica rimane sicuramente il potere, ma non solo questo: anzi quella del potere quale finalità esaustiva dell’agire politico è la causa più importante della grave crisi che percorre l’intero sistema politico italiano. La scelta dell’Assemblea Costituente fu quella di considerare il partito un’associazione non riconosciuta al fine di evitarne i condizionamenti come avveniva durante il regime fascista. La scelta fu quella di non vincolare il soggetto politico ad alcuna specifica normativa che potesse limitarne l’attività se non a quelle poche e blande norme del codice civile che si applicano anche alle associazioni culturali. A testimonianza dell’importanza che rivestono queste che possono essere ben definite come “formazioni sociali” il nostro sistema dedica ai partiti politici due previsioni costituzionali: per l’articolo 18, che ha portata più generale, i cittadini hanno diritto di associarsi liberamente, senza autorizzazione, per fini che non sono vietati ai singoli dalla legge penale : questo diritto si estende anche ai partiti politici. L’articolo 49, poi, dispone che tutti i cittadini hanno il diritto di associarsi in partiti, per concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale. Sulla ricerca del significato di “metodo democratico” s’impegnò soprattutto il grande costituzionalista Costantino Mortati che lo riassunse in 2 punti: a) Il metodo democratico significa l’implicazione del divieto assoluto a qualsiasi forma di violenza fisica o morale diretta a imporre determinate idee o scelte politiche di partito: ciò al fine di impedire il risorgere del triste fenomeno squadristico che determinò la nascita del partito fascista; b) La libertà di associazione è totale, ma subisce un solo controllo ideologico riguardo al programma del partito: tale controllo è previsto dalla stessa Costituzione (disposizione transitoria XII) esclusivamente al fine di impedire la ricostituzione del partito fascista. Entrando nel merito del significato profondo dell’articolo 49 della Costituzione nelle sue successive disposizioni si comprenderà meglio la contrarietà alla fissazione di termini legislativi nel merito. Andando quindi a riassumere. I partiti politici sono diffusi nei paesi democratici e lo studio delle funzioni da essi svolte è diventato centrale per la scienza politica. Evidente e immediato è il loro ruolo di mediatori tra lo Stato e la società civile (una parte di quei corpi intermedi che oggi si tende a cancellare). In questo senso le loro funzioni specifiche sono: - Strutturazione della domanda politica. I partiti trasmettono la domanda politica della società, semplificando la complessità degli interessi individuali. Un partito dovrebbe riunire persone che condividono valori simili e rappresentare, a differenza di un gruppo di pressione, un interesse generale; - Strutturazione del voto. I partiti fanno sentire la voce degli elettori e danno stabilità al comportamento dei votanti; - Socializzazione politica. I partiti fanno dell’uomo un animale politico: lo integrano in un gruppo e, focalizzando l’attenzione su tematiche rilevanti per la società, permettono ai cittadini di esprimere la loro opinione in merito. E’ questo il punto che fa sì che la lotta per il potere e la presentazione elettorale non debbano rappresentare il solo fine esaustiva dell’esistenza dei partiti. Esiste un nodo di rapporto tra politica e cultura, di crescita collettiva che è imprescindibile; - Reclutamento e selezione dei governanti. In luogo delle elezioni primarie, sede di un negativo “individualismo competitivo” i partiti dovrebbero svolgere (e hanno anche svolto nella fase di egemonia dei grandi partiti di massa) una funzione pedagogica nella selezione die quadri; - Controllo dei governanti sui governati. In una democrazia rappresentativa i partiti sono strumenti di controllo sul governo a prescindere dalla formazione delle maggioranze; - Formazione delle politiche pubbliche. Un partito porta con sé un programma, cercando attraverso l’espressione concreta di proposte di influire proprio sulla formazione delle politiche pubbliche, ispirandosi anche a teorie politiche di trasformazione della società, di espressione di valori, di identità culturali e riferimenti sociali. Sono questi, dunque, gli aspetti più importanti nella realtà dei partiti che si presentano compresi nel dettato dell’articolo 49 della Costituzione. Non è il caso di metterli a rischio attraverso imposizioni legislative che potrebbe inficiare il dato di fondo: quello della piena libertà di associazione nel concorso di tutti alla formazione delle scelte politiche collettive. Mi scuso se, in parte, ho ripetuto principi che tutti voi conoscete benissimo : non intendevo far lezione a nessuno ma soltanto ribadire questioni che a tutti noi, indipendentemente dalle opinioni specifiche, stanno particolarmente a cuore e alle quali abbiamo profuso impegno di studio e di iniziativa politica.

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