venerdì 13 febbraio 2015

Sabino Cassese: Il pericolo di un tiranno

Il pericolo di un tiranno (Sabino Cassese, Corriere) Esiste - come è stato dichiarato nei giorni scorsi - una deriva autoritaria in Italia? Non credo che la democrazia sia in pericolo perché il presidente del Consiglio in carica non è parlamentare e perché il Parlamento è stato eletto con una legge successivamente dichiarata (parzialmente) illegittima costituzionalmente. Infatti, la Costituzione non richiede che i ministri e il loro presidente siano parlamentari e Renzi non è il primo presidente che non sia stato eletto nelle file dei deputati o dei senatori. Poi, la Corte costituzionale, nel dichiarare l’illegittimità di alcune norme della legge Calderoli, ha precisato che la sentenza «non tocca in alcun modo il Parlamento in carica», perché non ha su di esso. Se non è questo che può preoccupare, c’è qualcosa di più profondo che possa far temere una svolta autoritaria ed evocare il che percorre tutta la storia dell’Italia repubblicana? Per rispondere a questa domanda, bisogna valutare almeno tre elementi: c’è qualcuno che insidia la democrazia, prepara, politicamente e culturalmente, un governo autoritario? C’è, al contrario, un diffuso patriottismo costituzionale, una dichiarata e ampia lealtà alla Costituzione? Infine, ci sono i contropoteri, gli anticorpi, che potrebbero far fronte a tentazioni autoritarie? Nei Paesi moderni come l’Italia non si può conquistare il potere con la Carboneria o con altri mezzi nascosti: occorre che qualcuno formuli un disegno politico, trovi un ideologo, faccia propaganda, cerchi di conquistare consensi intorno a un obiettivo che conduca a un potere autoritario. Tutto questo non si vede. Non vi sono centrali, azioni, cospirazioni, che segnalino la presenza di questo pericolo. Vedo, al contrario, anche presso quelli che ritengono modificabile la Costituzione, una fedeltà ai principi supremi costituzionali, una lealtà alle istituzioni e alle procedure da essa create, un desiderio di non mutare le linee portanti delle scelte del secondo dopoguerra, che fanno ben sperare nella lunga vita della parte essenziale della Costituzione. Certo, nel nostro Paese, fin dall’unificazione, vi sono state sacche di ribellismo. Come notava Piero Gobetti nel 1922, c’è . Prevale la . Veniamo agli anticorpi. Anche questi non mancano. Il potere è ampiamente distribuito, all’interno dello Stato, sul territorio. Vi sono poteri indipendenti, spesso tanto autonomi da voler dettare l’agenda politica (come la magistratura), talora in ritirata, perché soggetti a erosione di funzioni da parte della politica (come le autorità indipendenti). Le polizie sono ben cinque. C’è l’Unione Europea, che - a dispetto di quelli che piangono per le cessioni di sovranità - ci garantisce con il voluto da Alcide De Gasperi e da Guido Carli. Concludo: l’Italia è forse un Paese che vuole non farsi governare, diviso in fazioni, incapace di associarsi, coalizzarsi, trovare una armonia. Un Paese che ha avuto 63 governi dall’inizio della Repubblica, con 27 presidenti del Consiglio, contro i 23 governi e gli 8 cancellieri tedeschi. Ma la sua democrazia non corre pericoli.

7 commenti:

simone ha detto...

Secondo un recente sondaggio Demos (Gli Italiani e lo Stato, dicembre 2014), un terzo degli italiani sarebbe favorevole, o comunque non contrario, a un regime di tipo autoritario.

Non so in quale mondo viva il signor Cassese: frequentando con una certa assiduità tram e trattorie, posso assicurargli che di discorsi, non dirò progressisti, ma semplicemente civili e democratici, ne sento ben pochi.

Mi sembra molto più centrato e veritiero il recente saggio di Luciano Belli Paci, che costituisce una risposta, seppure indiretta, alle considerazioni di Cassese.

Cordialmente

Simone Zecca

maurizio ha detto...



Caro Simone Zecca,
è altamente probabile che Sabino Cassese non frequenti come te tram e trattorie e che non abbia alcun rapporto con quella che negli USA viene definita common people. Probabilmente se ne sta chiuso nella sua biblioteca, elucubrando schemi e teorie vecchi di qualche decennio. La cosa grave è che questi vengono spacciati dal Corrierone come verità indiscutibili. Così, tanto per stare tranquilli e non disturbare il manovratore e lor signori.

claudio ha detto...



mah...in un paese dove si trovano così tanti voti per un dittatorello di partito che ha come unico scopo di vociare allo scasso, e coì tanti giovani dabbene che lo seguono, può succedere di tutto...

dario ha detto...

mah ho l'impressione che stiamo discutendo sul nulla, proprio come tanti twitterini commentiamo in 140 caratteri questioni molto complesse.
Io penso che Renzi non sia un tiranno in divenire, mi pare piuttosto un simpatico ragazzotto molto egocentrico che ha avuto la capacità di gridare alla nudità del re e tutti i cittadini si sono accodati perchè in effetti il re era nudissimo. Non mi pare però un politico in grado di elaborare un progetto autoritario, piottosto ho l'impressione che lui in realtà applichi ricette che altri hanno pensato e che a lui, abbastanza ignorantello, sono piaciute.
Secondo me il pupo è sin troppo esposto, la questione sta nel capire chi è il puparo, quali sono le filiere che hanno portato questo simpatico fiorentino al potere.
Dario


roel ha detto...

A proposito di democrazia e autoritarismo

Grillo parla di "notte della democrazia"- Io penso che i "Padri costituenti" si stiano "rivoltando nella tomba". Personalmente

ritengo che di frontr all'acqua stagnante della "paluse" un po' di bagarre per agitarla non guasta.


Mi viene in mente quanto ha scritto Chomsky linguista e contestatore del modeòllo capitalistico americano, nonchè conferenziere e autore di molti saggi.Il passo che riporto può dare un'idea anche sulle manipolazioni subdole.


Un saluto, Roel.


Noam Chomsky-“I padroni dell’umanità –in “ Introduzione” di Marco Raskin


“ Nella Repubblica Platone dà voce al terrore per la democrazia perché, secondo il pensiero di Socrate, essa è sinonimo di libertà e sfocia quindi nella tirannia. Ma nell’epoca moderna si è sviluppata una diversa concezione della democrazia. In base a questa concezione, si può creare l’apparenza della democrazia e allo stesso tempo negarla nella pratica, assicurandosi però che in questa democrazia fasulla il popolo dia il suo consenso a una cerchia ristretta, agli oligarchi.. Tutto questo si ottiene grazie al corto circuito tra l’acquiescenza popolare e un sistema manipolato che trasforma la vera democrazia, la democrazia della partecipazione e della deliberazione, in una farsa.. .... I due principali partiti sono legati ai grandi interessi economici e in cuor loro riconoscono nella corporazioni il motore della vita americana…le multinazionali"

felice ha detto...

L'abbiamo scampata bella. Con queste ide al Quirinale i giochi erano fatti. Fare la caricatura dei critici delle "Riforme" è un espediente retorico. non siamo nell'Ungheria di Orban e come ci insegna Simone ora il mostro è mite. Se con una legge maggioritaria una minoranza esprime il Governo, nomina il Presidente della repubblica e i membri di competenza parlamentare della Consulta e la quota parlamentare del CSM. Preoccupa la concentrazione del potere. Con un senato siffatto si blocca la revisione Costituzionale. Sarà possibile se non abolire raggruppare le Regioni?


Felice C. Besostri

claudio ha detto...

se Renzi tiranno riesce a raggruppare le regioni e togliere i privilegi dell’autonomia almeno alla Sicilia (che tanto non vanno più a votare e quei pochi disperdono talmente i voti che nazionalmente non interessano più nessuno) divento ancora più renziano...Il guaio è che mentre noi perdiamo il tempo su queste cose, e qualcuno pensa che forse votare subito col mattarellum sarebbe meglio, è altamente probabile che ci troveremo alla testa della coalizione ONU per far guerra in Libia, e dovremo mettere in campo di concentramento un bel po’ di arabi di casa nostra per sicurezza, in mezzo ai pianti dei buonisti. In compenso, gli economisti ci spiegheranno che non c’è niente di meglio di una guerra fuori casa per la ripresa....