sabato 15 febbraio 2014

Luciano Belli Paci: Ebo Lebo e il PD

Quelli che come me hanno superato la cinquantina ricorderanno quella vecchia pubblicità di un amaro che diceva "con Ebo Lebo digerisco anche mia suocera". Deve esserci in commercio un digestivo mille volte più potente di Ebo Lebo, che consente agli iscritti ed elettori del PD di digerire davvero qualunque cosa. Al già lungo catalogo di rospi, chiodi e altre sostanze innominabili che i sostenitori del PD hanno dovuto ingoiare da quando l'informe creatura ha preso vita fino ad oggi si è aggiunta in questi ultimi giorni questa vicenda ridicola - ha ragione l'Annunziata - della staffetta Letta-Renzi. Se fosse solo pacchiana, opaca, brutale e parecchio squallida, pazienza. Il fatto è che questa vicenda ci rivela con inopinata precipitazione come il giovin segretario del PD sia un epigono del cavaliere di Arcore non solo nell'arte del paraculo imbonitore (dolus bonus), ma anche nella dipendenza dalla bugia patologica. Non uno dei proponimenti sui quali il neosegretario aveva giurato e spergiurato in questi mesi era vero. Renzi mente continuamente, anche senza necessità, mente sapendo di mentire, si compiace delle proprie menzogne. E si circonda di una corte che, proprio come il carnascialesco sultanato di Arcore, ma con un surplus di seriosa ipocrisia, giustifica e imbelletta qualunque piroetta, nega le conversioni più repentine, trova geniali le panzane e celebra come prove supreme di abnegazione le frodi e le pugnalate alle spalle. "Adesso dovranno pur riconoscere che ha perso la faccia" (o che è fatta della stessa sostanza di quella del maestro), uno si illude. Invece no. L'evoluzione della specie ha permesso ai compagni del PD di acquisire la mandibola snodata dei pitoni: fanno un po' di fatica all'inizio, ma poi qualunque boccone entra intero e viene digerito. Sembra passato un secolo da quando fissavano confini invalicabili alla propria sopportazione: "se il partito va al governo con Berlusconi, io me ne vado". Ormai si sono disfatti di tutti gli ingombranti paletti ed ogni avventura è possibile. Luciano Belli Paci

36 commenti:

Dario ha detto...

Caro Luciano, il problema del PD è l'opportunismo di quasi tutti i suoi dirigenti, salvo Civati edi i suoi 16.
Cuperlo ed i cuperliani prima votano a favore dell'odg renziano e poi si scusano (Repubblica di oggi), votano a favore per non perdere il diritto ad una poltrona e mettono le mani in avanti perchè non si sa mai.... E' la doppiezza comunista condita in salsa democristiana (ormai sono quasi tutti dei dorotei).
Nel merito della vicenda ho tanto l'impressione che Renzi si sia ficcato da solo in un cul de sac piuttosto complicato, si è consegnato mani e piedi ai suoi mandanti (abbastanza oscuri ma è evidente che il suo blocco politico spingeva per andare al potere subito) ed al potere di interdizione di NCD e di quella vecchia volpe di Casini, che avranno tutto il tempo per riorganizzarsi nell'attesa che Berlusconi vada in dissolvenza dopo la condanna per Ruby e quant'altro.
Concordo con te che d'ora in poi ogni avventura è possibile, fino ad un po' di tempo fa sostenevo che eravamo al 1919, adesso siamo al 1922,
Dario Allamano

Alberto ha detto...

Non sono molto d'accordo. Condivido il senso di degrado alla quale è giunto
tutto il sistema politico italiano a causa da un lato il signore di Arcore e
dall'altro quel PD nel quale vi è una perenne lite tra ex DC ed ex Pci . E
che tuttavia questi si dividono la parte maggiore dell'elettorato, e questo
è anche l'aspetto forse più grave.
Ma per comprendere ciò che sta avvenendo, più che l'indignazione è forse
necessario cercare di capire il ragionamento che ha mosso Renzi ed il
paradosso per il quale a riportare il PD nel PES sarà un ex marghreritino
perchè quelli che più erano vicini al Pes non ne avevano il coraggio ( e
secondo me neanche la convinzione perchè, nello loro storia, hanno sempre
vissuto il socialismo come un avversario).. E ciò non sarà cosa da poco.
Secondo me , Renzi voleva all’inizio andare al governo a primavera dopo le
elezioni con una nuova legge. Tuttavia ha pensato che il rischio è di
andarci con un PD logorato da una incolore gestione Letta che, soprattutto,
sul livello interno ha concluso sino ad ora poco e solo pasticci come la
vicenda IMU. In più Letta in Europa è un estimatore del PPE per cultura e
quindi difficilmente potrebbe entrare a fare parte degli oppositori
intransigenti della linea Merkel.
Il rischio dunque era troppo: segretario di un partito inerte. Come pensare
di vincere poi nel 2015?
Così deve aver pensato di rischiare tenendo conto di altre due
considerazioni molto favorevoli:
- la prima: il 28 di febbraio si terrà a Roma, promosso da PD-PSI, il
congresso del PSE, ed in quella occasione Renzi ha detto che il PD entrerà
nel PSE e in quella occasione Schulz sarà formalmente indicato come
candidato alle elezioni europee per la carica a Presidente della Commissione
europea ( un ruolo politico estremamente importante nel futuro rinnovato
parlamento europeo, perchè “eletto” e non più “nominato” dal volere dei
singoli Stati).
- la seconda è che a giugno inizia il semestre di presidenza Italiana dell’Europa.
Se Schulz dovesse, come mi auguro, vincere Renzi farebbe bingo!, perchè
sarebbe presidente del parlamento europeo per il semestre in una fase nella
quale è Presidente della commissione è , dopo 20 anni, un uomo di sinistra
che Renzi con il PD ha massimamente contribuito a far eleggere. E dunque
potrebbe, giustamente accreditare a se stesso ogni possibile svolta delle
politiche europee. E poiché abbiamo imparato in questi anni che nulla si può
fare a Roma che Bruxelles non voglia, credo sia facile comprendere perchè
Renzi, messe in vila le opportunità ( elezioni europee, Schulz, semestre di
presidenza italiana) abbia deciso di anticipare tutti i tempi e,
ovviamente, di rischiare. Rischiare grosso? Si certamente. Ma i nuovi fatti
europei potevano aiutarlo a uscire un po’ dal provinciale pollaio italiano.
Ha fatto bene? ha fatto male? francamente non saprei. Lo vedremo nei
prossimi mesi.

Giovanni ha detto...

Io metto in fila due o tre cose (l'accellerazione della crisi, le pressioni
di confindustria, i ricatti a napolitano dopo il suo intervento a
strasburgo, l'intervista di davide serra riportata dal sole, l'annuncio da
parte di renzi di un paio di interventi shock) per pensare che Renzi, in
realtà, farà alcuni degli interventi che avrebbe fatto la troika (riforma
del mercato del lavoro e privatizzazioni su tutte), utilizzando come Ebo
Lebo una Reichlin o un Boeri... Come unica, minima giustificazione per Renzi
posso pensare a una specie di autogolpe alla Jaruzelsky...

Felice ha detto...

Nel semestre di Presidenza non si presiede il Parlamento ma le riunioni dei
Primi Ministri e i singoli ministri quelle dei loro omologhi. Con il Trattato
di Lisbona il presidente di Turno non presiede più il Consiglio Europeo perché
lo stesso è presieduto fino al novembre 2014 da Herman Achille Van Rompuy, al
suo secondo mandato. Un successo di Schulz dovrebbe essere preparato e non mi
sembra che si faccia nulla in tal senso, ma ci sia via libera alla candidatura
Tsipras e soprattutto si metterebbe mano alla legge elettorale europea, perché
con quella attuale le elezioni le faranno i giudici del TAR Lazio in primo
grado e del Consiglio di Stato in appello: si è perso temo per una legge
elettorale nazionale, priorità incomprensibile se si deve fare un governo di
legislatura. L'argomento più forte è stata la reazione delle borse,
evidentemente più importanti di quelle dei cittadini, che non diventano
opinione pubblica perché il pressing mediatico è senza paragoni.L'unico
giornale pluralista su legge elettorale e cambio di governo è l'Unità


Felice C. Besostri

alberto ha detto...

Grazie Felice delle precisazioni. Ma se Schulz dovesse risultare eletto Van
Rompuy andrà anche avanti fino a novembre ma come un inquilino già
sfrattato.
Renzi non sarà il presidente, ma presiederà pure il semestre. E vorrà pure
dire qualcosa altrimenti perchè inventarsi la rotazione semestrale?
Un caro saluto.

Felice ha detto...

Se Schulz viene nominato, non eletto, i voto raccolti sono un'indicazione se
risultasse il più votato(. Avvertenza non c'è voto disgiunto i suoi voti sono
quelli del totale delle liste che lo appoggiano) chi deve sloggiare è Barroso
non l'innocuo Van Rompuy. La presidenza consente di definire le priorità
nell'Agenda, non è poco


Felice C. Besostri

Lanfranco ha detto...

Caro Alberto che Renzi sia più spregiudicato dei vecchi ex pci anche in tema di socialismo europeo è segno della sua vivacità e della sua linea à la Teng Tsiao Ping circa il colore dei gatti. Che Renzi assuma una linea di riforme antiliberiste e di scontro con la Merkel mi sembra invece far parte del mondo dei sogni. Che il suo modo di procedere stia scassando ciò che resta della democrazia italiana è invece una certezza.

alberto ha detto...

Caro Lanfranco, Renzi è purtroppo l’epigono di una stagione iniziata dopo la morte di Berlinguer con una dirigenza che non è stata capace di portare il PCI nella storia delle famiglie socialiste europee ( il partito come strumento e non come fine, la cultura politica come fine e non come strumento, la democrazia come fine, la proposta politica per un intero paese e non per una sola classe, ecc. ) e si è invece inventata una terza via italiana che inevitabilmente era già viziata di quel machiavellismo che oggi irrompe prepotentemente nella vita dl PD.

francesco ha detto...

Sono d'accordo con Alberto Ferrari. Ma se Renzi non è che l'epigono di quella stagione, vuol dire allora che il rottamatore è a sua volta un rottame...

Non sarà quindi il caso di pensare che sia proprio il PD in quanto tale ad essere uscito male, come una ciambella senza buco? Per come la vedo io, sarebbe il caso di cominciare a trarne le conseguenze. Nel frattempo procuriamoci tutti una bella bottiglia di Ebo Lebo. Temo, anzi sono certo, che ci servirà.

Un saluto,

Francesco Somaini

Dario ha detto...

Caro Alberto, proporrei di lasciare perdere l'ipotesi "se Scultz vincerà..." occorre guardare in faccia la realtà per quella che è e non per quella che ci piacerebbe che fosse ed oggi la situazione è all'ingrosso la seguente:
Germania, Gran Bretagna e Spagna i socialisti o laburisti sono all'opposizione e non stanno troppo bene
Francia il PS è al governo ma sta male anche lui
Italia non ne parliamo per carità di patria, i sondaggi veri, quelli dove comunque si da un voto, non quelli dove si da una risposta il iù delle volte fasulla, le primarie o le elezioni danno i seguenti risultati: primarie per i segretari regionali del PD crollo verticale della partecipazione, elezioni in Sardegna idem come sopra, 52% di partecipazione al voto.
Questi sono i dati nei paesi che da soli fanno il 60% dell'elettorato europeo, in nessuno di questi paesi il Partito socialista locale vince. Spero di sbagliarmi.
Fraterni saluti
Dario Allamano

lanfranco ha detto...

Non credo basti neppure più l'Ebo Lebo. bisogna pensare a come cambiare la cucina. ma a questo punto corriamo il rischio di passare dalla indigestione agli incubi, visto come sono andati i vari tentativi e come stanno le cucine alternative sul mercato: sel che si imbarca per vecchie rotte, i partitini comunisti senza neanche gli occhi per piangere,Nencini che ormai fa solo l'apostrofo senza neanche il colore e la sinistra Pd che si sta accorgendo che non ha più l'apparato alle spalle, perchè lo stesso ha traslocato da tempo...tuttavia se siamo capaci di analisi, dovremmo prima o poi essere capaci anche di azioni.

claudio ha detto...

bene Dario che ha messo i piedi nel piatto intorno al quale sognava Alice nel paese delle meraviglie. Per aggiungere sale, proviamo a immaginare un accordo anti austerità tra i socialisti che ci saranno e i populisti antieuropei che saranno più di quelli che si aspetta Alice. Solleverò il problema (insieme a quello dell’atteggiamento sul TTIP) venerdì 21, ore 21, all’educatorio della Provvidenza (davanti al Politecnico) dove si presentano due candidati del PD, la Bresso e un uscente di nome Panzeri. Certo che la nostra irrilevanza politica si misura anche sul fatto che ci interessa di più la discussione tra le anime belle che vogliono votare Tsipras e le anime brutte che ci vogliono candidare insieme i morti viventi delle cento sinistrine....

dario ha detto...

Caro Claudio, è ormai del tutto evidente che il PD di Renzi sarà un partito liberaldemocratico (ad essere ottimisti) e aderirà, se aderirà, al PSE con questa connotazione, il socialismo democratico è un'altra cosa. Ai renzisti antemarcia propongo la lettura del bell'articolo di Barbara Spinelli su Repubblica di oggi (basta l'incipit in prima pagina per capire cos'è successo a Roma questa settimana).
Personalmente non so neppure se andrò a votare alle elezioni europee, ma se ci andrò mi turerò il naso (perchè li dentro ci troverò alcuni personaggi che non stimo proprio) e voterò Syriza (so di scandalizzare molti) perchè oggi Tsipras è forse l'unica vera alternativa politica al populismo demagogico, al finto democraticismo modello PD ed al liberismo della Merkel.
Diverso sarebbe stato se SPD non avesse fatto l'accordo con CDU-CSU e si fosse dato l'obiettivo ad essere il partito promotore di un PSE sovranazionale, ma cicciobello ha fatto un accordo utile per la propaganda interna tedesca ma letale per il futuro dell'Europa.
I partiti cosiddetti socialisti dell'Europa stanno facendo lo stesso errore del 1914, allorchè si chiusero nei ridotti dei confini nazionali (a partire del più forte, l'SPD) e quello fu un guasto irrimediabile per la Storia del Socialismo europeo.
La Storia dovrebbe sempre darci gli insegnamenti per il futuro, peccato che pochi hanno voglia di studiare GianBattista Vico.
Fraterni saluti
Dario Allamano

alberto ha detto...

Caro Dario, credo ti stia sbagliando. Se ( e ripeto se) il Pd entrerà nel PES, non un partito ( di cui poco mi importa) ma tutto un elettorato non avrà più problemi a sentirsi parte della famiglia del socialismo europeo. E si potrà così chiudere una lunga fase incerta e divisa e si potrebbe incominciare a ragionare di socialismo europeo anche in Italia con l’elettorato non con i vertici dei partiti. Ciò che in Europa conta è che i partiti ( insieme di valori e culture) restano e i leader ( Renzi per esempio) poi passano. In Italia sino ad ora abbiamo fatto il contrario, e forse questa è una delle cause principali del grande degrado della vita politica e sociale. Non sono un estimatore di Renzi ma credo che occorra ragionare anche per macroprocessi che certe scelte potrebbero avviare.
Quanto all’articolo della Spinelli, non nego che sia ben scritto, ma non vi leggo nulla di nuovo se non un pessimismo poco incidente.
Un caro saluto

felice ha detto...

Mi chiedono sempre più come sia possibile dover votare PD e solo PD per votare Schulz? Se non ci fosse stata l'inizitiva di alcune associazioni come NSE e delle minoranze PD e PSI c'era encefalogramma piatto nel campo dell'eurosocialismo si sinistra




Felice C. Besostri

sergio ha detto...

Certo che se le prospettive sono queste perché dovremmo agitarci? I Sondaggi: si possono fare e confrontare cum grano salis . Da qui alle Europee c’è ancora tempo per evitare la possibile disfatta per esempio non confondendoci con i neoliberisti nelle proposte economiche e di riorganizzazione delle politiche europee. Si proprio ora che sembra tutto perduto si possono mettere le basi per nuove prospettive occorre pensarci e pensarle.



Il vero problema delle sinistre in Italia (e non solo) è culturale: non c’è un progetto politico di rinnovamento ed una conseguenza teoria economica tuttavia vi sono gruppi di lavoro interessanti che devono riunirsi e lavorare in comune non è vero che le idee non ci sono in Italia come nel resto del mondo.



Le stiamo cercando? O aspettiamo sempre il nuovo messia?



Fraterni saluti.

Sergio Tremolada (Nuova Società)

Francesco ha detto...

Non so se ci saranno le condizioni perché si possa arrivare alle europee con una lista di Sinistra a sostegno di Schulz diversa dalla lista del PD renziano. Ma in ogni caso il "Rosselli" ha scelto di sostenere ufficialmente il documento del Network per il Socialismo Europeo che auspica questa prospettiva.

Personalmente, poi, posso aggiungere che l'ipotesi di votare PD alle europee (o in altre elezioni) mi creerebbe una tale acidità di stomaco che non credo davvero che potrei farcela. Neppure con tutto l'Ebo Lebo del mondo.

Un saluto,

Francesco Somaini

martelloni ha detto...

cari compagni qui, ormai, con le forze rimaste, bisogna giocare a "sparigliare". In Europa, prima, con un occhio – o due – all'Italia. E in Italia poi, con un occhio – o due – all'Europa. Puntando, cioè, volta a volta sulle le forze in campo, quelle oggettivamente, realisticamente, utili a battere l'asse Renzi-Berlusconi. Poi si vedrà.

claudio ha detto...

credo che puoi votare come vuoi, perchè non sarà Schultz a vincere: in Europa vedo un risultato elettorale tripolare, PSE (forse si chiamerà PSDE), popolari e populisti antieuropei, più le frange che supereranno lo sbarramento, ma che, dentro o fuori, saranno orgogliosi della loro rigidità. Peccato che non potranno dire la loro all’alternativa, certo non divertente che ci sarà per il PSE: una “grande coalizione “ di tipo tedesco, o un minimo comun denominatore con gli antieuropei. Ma chi se ne frega della politica, dicono quelli cui piace sventolare le bandiere....l’Europa si impicchi, basta che io tenga il punto...

dario ha detto...

Caro Alberto, il PD, almeno nei suoi dirigenti, è ormai (come dice mirabilmente la Spinelli) un partito di potere e dedito al potere fine a se stesso, senza un progetto chiaro di cosa intende fare. Fino a Bersani era tutto abbastanza chiaro, l'idea era quella di un partito socialdemocratico senza dirlo esplicitamente, con Epifani si poteva ancora pensare ad una cosa simile, oggi se tu mi sai dire qual è il Progetto politico del PD renziano te ne sarei veramente grato. A me pare di capire che tenda a portare quel partito a coprire un'area di centro liberaldemocratico, l'adesione al PSE di per se non risolverà il problema, anche perchè Renzi non ha detto che il PD "aderirà al PSE" bensì che da Roma si avvierà un percorso ed una trattativa per concordare la forma di adesione al PSE, non è la stessa cosa, chi vuole aderire hic et nunc al PSE prende un foglio di carta intestata del PD e ci scrive sopra: , chi avvia trattative beh non dice proprio la stessa cosa. Renzi pensa ad un annacquamento dell'identita socialista per potervi fare aderire il PD senza perdere la robusta componente di voto cattolico che non vuole morire socialista, il senso della parola "trattativa" sta tutto li.
Dario Allamano

alberto ha detto...

Francamente non condivido tanto pessimismo. Io credo che dobbiamo dare tutto il nostro impegno, e il nostro ottimismo del cuore, perchè Schulz sia il candidato che ottiene il maggiore numero di consensi ( e nella frantumazione delle candidature ciò è possibile) in modo tale che debba poi essere lui a sostituire il destrorso Barroso. Se non speriamo e ci battiamo per questo a che serve ogni giorno lamentarci? E per fare questo servono tutti gli elettori di sinistra PD compreso, se come promesso tra pochi giorni il PD di Renzi confluirà nel Pes.

claudio ha detto...

caro Dario, invece è proprio successo quel che tu non credevi, Renzi ha preso carta e penna e ha chiesto di aderire. Il PSE non ha cambiato il simbolo e neanche la sigla, ma ha aggiunto, sotto PSE in piccolo “partito dei socialisti e dei democratici europei”. Naturalmente per la profonda cultura politica italiana, caratterizzata dalla capacità, nota in tutta Europa, di elaborare programmi risolutivi a breve termine, ci saranno tra noi molti che diranno che non è abbastanza, che SPD deve prima di tutto vergognarsi di esser tedesca, e altre stupidaggini di provincia. Quando avete scritto qualcosa, fatemelo sapere, io avrei di meglio da fare...E se decidete di correre dietro a Tsipras, tanti auguri: spero anzi che se viene eletto , opti per il seggio in Italia (probabilmente l’unico) , ne avremmo bisogno, più noi che lui.
Però , forse, sono da rivedere le sigle programmatiche: non mi è chiaro come si fa a proclamare di voler aderire al socialismo europeo e votare per GUE, o comunque per un movimento che non aderisce a niente. Avete fatto bene a non mettermi nel gruppo di lavoro per il manifesto della rete socialista, anche se avevo già cominciato a lavorarci, stupidaggini del genere non le condivido.

peppe ha detto...

concordo pienamente con Alberto. Già la situazione italiana è ai limiti del dadaismo. Io personalmente non potrò votare questo PD, ma mi auguro che Schultz prenda più voti possibili. E mi auguro che in SeL si metta una pezza alla decisione sbagliata di non sostenere Schultz. Comunque vedo che Migliore ed altri cercano di mantenere un rapporto stretto con il PSE. Nel PD non esiste oggi una sinistra. C'è solo una posizione molto interessante ed è quella di Fabrizio Barca.

alberto ha detto...

Caro Dario francamente non mi interessa in questo drammatico momento fare l’analisi del sangue a Renzi per vedere quanto taso di sinistra ci sia. Mi interessa che Bersani e altri hanno lasciato, per anni, i loro elettori nel limbo di appartenenza per non scontentare qualche dirigente del PD che guardava al PPE, uscendo così dall’ambiguità. Se Renzi manterrà la promessa, dal prossimo mese l’elettorato e i simpatizzanti del PD, e non sono pochi, insieme a tanti altri, si dovrebbero sentire parte del Pes e quindi si troveranno a dialogare e confrontare con le diverse anime dei partiti socialisti europei che aderiscono al Pes. Si chiuderà finalmente la stagione delle “diversità italiane” rispetto all’Europa . E questa a me pare un grandissimo risultato perchè finalmente anche l’Italia politica si allineerà all’Europa almeno per quanto riguarda l’appartenenza all’area del socialismo. Poi tutto sarà certamente da costruire, ma a partire da ciò che c’è già nei maggiori paesi europei e non a partire da qualche nuovo, o vecchi intellettuale, che ci ripropone il sol dell’avvenire in salsa SE e GUE. Premetto che non ho nulla contro chi simpatizza per essi ( spesso le loro proposte sono di stimolo, e ampiamente condivisibili), ma il problema dell’Europa oggi è cosi grave che solo se il Pes tornerà a pesare molto o, speriamo, essere maggioranza potrà diventare possibile rivedere le politiche economiche ed il ruolo politico dell’Europa. Per questo credo che sia “politicamente” controproducente sottrarre anche un solo voto alla candidatura di Schulz. Non continuiamo a leggere l’Europa con le lenti delle nostre liti italiane.
un saluto fraterno

andrea ha detto...

io comunque continuo a rimanere perplesso su questa cosa di "voler votare Schulz".
Gli eventuali eletti di SEL della lista "Tsipras" si iscriveranno tutti al gruppo del PSE (se gli sara' concesso) e se, un se grande come una casa, Schulz sara' nominato dal consiglio, e non si impicchera' su una piattaforma centrista, non potranno che votare si alla sua nomina di Presidente della Commissione. Del resto, alle elezioni di Maggio si elegge un parlamento, non un presidente.


Votare Schulz mi sembra dunque un falso problema, piu' importante scegliere candidati buoni nella lista Tsipras o, per chi si vuole cimentare, PD. Altro non ci sara' in ogni caso, se non salta la soglia di sbarramento.


Il tema che rimane problematico in Italia e' la ricostruzione di un soggetto politico socialdemocratico, integrato organizzativamente ma anche politicamente e ideologicamente con i partiti socialisti europei. Su questo, l'annuncio di Renzi di un cambio di nome del PSE, e' un pessimo segnale che va nella direzione sbagliata.

Maurizio ha detto...

Penso che il rapporto fra PD e PSE vada affrontato con la giusta dose di pragmatismo. Schulz e il PSE, per evidenti motivi, non potevano continuare a farsi rappresentare, in un paese di 60 milioni di abitanti, esclusivamente da un partitino che fatica a raggiungere l'1%. D'altra parte Renzi, che per vari motivi non conosce la prudenza di Bersani (nel bene e nel male, intendiamoci), ha capito la necessità di un aggancio europeo non eccessivamente vago ed ambiguo. Questo aggancio non poteva essere il PPE, di cui fa parte Berlusconi, e nemmeno l'ALDE liberaldemocratica. Con la formula dei socialisti e democratici europei il PSE può andare bene anche al PD. A me sembra soprattutto un matrimonio di interessi ed è impossibile dire oggi se funzionerà o meno e quali saranno le conseguenze. Sicuramente si tratta di una scelta positiva per il PD, il che non significa assolutamente che questo sia diventato socialdemocratico. L'anomalia italiana si riflette inevitabilmente sul piano europeo né si può negare che le elezioni europee saranno interpretate anche - forse soprattutto - con un'ottica interna. Questo spiega le esitazioni ed i dubbi che condivido con molti compagni.
Maurizio Giancola

felice ha detto...

Barca e Civati posono fare la differenza : un giorno. Barca più di Civati.Subito contromisure una senatrice Civatiana nominata Ministro che accetta senza nemmeno avvisare Civati






Felice C. Besostri

Lorenzo ha detto...

Caro Dario, che un partito (nel giudizio del colto pubblico e dell’inclita guarnigione) sia di potere e dedito al potere fine a se stesso, non è proprio originale: lo sento ripetere fin da quando avevo i calzoni corti, il che vuol dire un bel po’ di tempo fa. Che manchi il progetto, la prospettiva, la strategia, la tattica, la lavandaia, l’ho sentito ripetere, in tutte le salse, e di tutti i partiti, ad nauseam. Progetti, prospettive, programmi, ci sono sempre, negli alti discorsi dei premier designati in Parlamento, ci sono nei programmi dei segretari in pectore, ci sono nei programmi elettorali dei leader che aspirano a vincere: sono naturalmente chiari e ineccepibili, salvo poi essere clamorosamnte smentiti dalla pratica. Che fino a Bersani fosse tutto chiaro sono d’accordo, ma a che cosa è servito? A qualcosa di diverso che perdere le elezioni, come al solito? Siamo in politica per testimoniare, per affermare dei principi senza conseguenze; o per cambiare, per quanto possibile, la realtà? Sono certo che nel discorso che farà Renzi in Parlamento ci saranno progetti e programmi, come è stato per Letta; salvo che dopo nove mesi Letta non ha partorito un fico secco. E infatti di Renzi (di cui il modo ancor m’offende) tutti aspettano che finalmente faccia ciò che dice. La frase che leggo di più nei giornali in questi giorni è, in sintesi, . Quanto poi al Pse, anche qui faccio scandalosamemente il bastian contrari: a me personalmente che il Pd entri o meno nel Pse non mi importa più di tanto (per non dire: non potrebbe fregarmene di meno). I problemi sono qui; il paese che va peggio in Europa, che è più indietro, che è il più lento e sclerotizzato, che è in fondo alle classifiche, dove la disoccupazione giovanile è più alta, dove lo squilibrio fra ricchie poveri è più elevato, dove i tempi della giustizia sono indegni e dannosi, dove una burocrazia irresponsabile garantisce però a una classe di potenti una vita molto agiata, è l’Italia, non l’Europa; e di qui bisogan cominciare.

Cari saluti. Lorenzo

luigi ha detto...

Caro diversamente compagno Borla,
quando non ci si vuol capire ...Pirandello docet ... ma sono i
programma degli utlima 20 anni dei nostri governi che sono chiari
come il sole neoliberismo e conservatorismo cattolico ... Letta ha
chiuso così ... il nuovo Renzi che avanza per motivo ego-ipertrofico
e rappresentante di un'altra corrente neoliberista (io sono
complottista ma non credo un solo polo di potere, credo che sul
fronte plutocratico ci siano anche lì cosche ... non di diverso
pensiero ma di diverso accaparramento di potere), comunque uno solo
al comando a un ristretto vertice ... comunque sempre lo stesso
nemico per noi.
I socialisti europei, prima al governo e poi all'opposizione e quindi
ora con le larghe intese ... sono stati colpevolmente conniventi.
Possiamo dare un po' di credito a Schulz ma non c'è solo lui a
condurre la danza ... ho letto il programma del PSE e l'ho trovato
ambiguo. Dunque per me non volendo farmi fregare dal tempo
dell'Ulivo ad oggi (anche SEL fino alla presa di posizione
congressuale è stato anch'esso connivente firmando il programma
elettorale del PD dichiaratamente neoliberista), per intanto voto e
faccio votare la LIsta Tsipras ... come già detto spero che nel
parlamento Ue ci sia una maggioranza Schultz-Tsipras da cui ripartire
per modificare radicalmente la costituzione neoliberista dell'Ue. Se
invece Schulz farà anche nel parlamento europeo l'alleanza con il PPE
ebbene almeno questo disastro per il socialismo europeo avverrà senza
il mio voto.
In questa fase nefasta per i popoli europei che io considero da CNL
ebbene compagni è da un po' che mi dichiaro socialista di sinistra e
lo dico forte e chiaro a coloro che continuano a fare sapienti
distinzioni ideologiche con i comunisti dispersi - come noi - (che mi
ricorda la monomania di Berlusconi) che preferisco la Linke all'SPD
ma anche al PSE, se non rientra nell'alveo socialdemocratico alla
Palmer Brant e Lombardi.
Perchè se resta nell'indistinto ambito blairiano-schroederiano, il
nostro PD renziano può farne parte a pieno titolo.
Ne vedremo delle belle al congresso PSE a Roma.
A Praga sembrava che dopo i tuoni e fulmini di Schulz si fosse
cominciata lìinversione a U ... ma ancora oggi non vedo accelerazione
in tal senso.
C'è chi ha fatto questa valutazione all'opposto di Borla.
Un fraterno franco dialogante saluto socialista di sinistra.
Luigi Fasce

claudio ha detto...

Caro Andrea, innanzitutto una precisazione, da intervista col sempre preciso Besostri: Schultz potrebbe anche essere il presidente della commissione più votato dagli elettori, ma deve anche essere nominato membro della commissione, l’unico in rappresentanza del suo paese, dal governo del medesimo: e forse questo aiuta a spiegare l’accordo fatto in Germania, peraltro dopo 3 mesi di trattative e con riflessi interni che ci piacerebbero. E’ possibile che il pse, Italia compresa, porti a casa 220 eurodeputati e 200 i popolari>: il resto, nell’ordine,populisti antieuropei, ALDE, Verdi , GUE e schegge varie: da qui la facile ipotesi che si debba fare una grande coalizione anche in Europa. Questo, tanto per mettere a punto il tradizionale garibaldinismo della provinciale sinistra italiana, che canta in coro “armiamoci e partite (i garibaldini)” alternato con “adesso che arriviamo noi cambieremo il PSE.” Ho sentito ridere non solo in Olanda, paese di gente allegra, ma anche nella severa Svezia, di cui noi non abbiamo mai studiato niente perchè Togliatti ci ha insegnato che sono dei volgari socialdemocratici. Ma non solo lui, purtroppo anche altri socialisti a noi vicini non ci han mai spiegato che è lì che si è realizzato e perdura il poco di socialismo che si è fatto finora nel mondo.
Quanto allo sbarramento per le europee, in Italia è il 4%, che gli entusiasti son convinti di superare largamente, ma anche Ingroia era convinto di non avere problemi: i lettori di Micromega sono meno dello 0,5% dei votanti, cioè dello 0,25% degli elettori...

marco ha detto...

parliamo di Socialismo e Socialisti e poi, ci innamoriamo del funeralcomunismo
di Tsipras , delle arcobalenate europee e dell'idea perdente dell'antagonismo
frontista cancellato dalla storia.
Io, davvero, non capisco; l'idea da psicanalisi di Vendola (con Tsipras ma non
contro Scultz) raccoglie insieme il peggio della demagogia e dell'ipocrisia.
Evviva il Socialismo, senza Socialisti (e senza Socialismo).
I Renzi ed il renzismo, così come il berlusconismo, avranno vita lunga ancora.
Non c'è futuro per la sinistra; non c'è futuro per il Socialismo...
Saluti
Marco Ligori

andrea ha detto...

sono scelte. Eleggere europarlamentari PD blindati che aggiungeranno un seggio a potenziale supporto di Schulz (se il Consiglio lo nomina), oppure votare candidati della lista Tsipras la cui elezione è più rischiosa e contribuire, in caso, ad elggere un seggio a supporto di Schulz (se il Consiglio lo nomina).


Io la croce sul PD non la metterei mai, ma ognuno è libero di reputarla la scelta migliore per il Socialismo. D'altronde se la lista Tsipras è sopra il 4%, i seggi per Schulz balzano da 0 a 3 in piu' (se gli eletti sono tutti di area SEL)

Felice ha detto...

Premesso che la soglia del 4% stabilita da un singolo Stato nazionale prima dell'entrata in vigore del Trattato Lisbona viola il summenzionato Trattato e la Carta dei Diritti Fondamentali della UE, lo scopo di un nuovo soggetto che voglia cambiare gli assetti in Europa non può essere quello di ottenere meno del 4% se vuol politicamente pesare e non essere il rappresentante di (N)Ostalgie fuori dalla Storia, ma di superare anacronistiche divisioni per sconfiggere l'austerità che distrugge la grande conquista socialdemocratica del welfare state e impedire l'involuzione antidemocratiche delle istituzioni sia negli stati nazionali(Ungheria e Italia in primalinea) che nella UE. Non è un caso che il fiscal compact sia fuori dai Trattati e che la trojka sia un non-organo europeo. Malgrado il sollecito non si è voluto cambiare la LEGGE ELETTORALE EUROPEA: L'europorcellum. Se il voto è chiesto violando la Costituzione e i Trattati non si è nel giusto. Dei grandi Stati UE solo l'Italia ha una soglia di accesso del 4% nazionale . C'è bisogno di costruttori di ponti e non di barriere. Una sinistra europea è il passaggio necessario per un'Europa di Sinistra. La sinistra europea è tutta da costruire.






Felice C. Besostri

Maurizio ha detto...

Andrea Pisauro ha inquadrato la situazione nei suoi termini reali, che non prevedono una lista per Schulz che prescinda dal PD. Pertanto, se si vuole indicare (non eleggere) Schulz come Presidente della Commissione, è inevitabile votare per il PD. Altrimenti si deve vedere chi sarà candidato nella lista per Tsipras. Tsipras, come è noto, non è affatto un estremista e nemmeno un massimalista. Sicuramente non è un anti-socialista anche se a Roma, per ovvie ragioni, ha dovuto recitare questa parte. Purtroppo in Italia è sostenuto anche da personaggi che personalmente detesto, da Ferrero a Flores D'Arcais. Ma so che la componente più razionale di SEL si sta attivando per riequilibrare la composizione della lista ai fini di una futura convergenza con il PSE. Mi auguro che ciò avvenga e deciderò se e per chi votare solo quando potrò vedere le liste. E' una situazione complicata, frutto dell'anomalia italiana, che va esaminata seriamente, senza battute fuori luogo.
Maurizio Giancola

Felice ha detto...

Un tentativo fa fatto di una lista socialista a sinistra del PD che sostenga Schulz, così saranno chiare le responsabilità





Felice C. Besostri

francesco ha detto...

Concordo con Felice. Si lanci la proposta di una lista di Sinistra pro-Schulz e distinta dal PD, si crei un'area di promotori, e si faccia il tentativo. Poi - è chiaro - la faccenda probabilmente non riuscirà ad andare a buon fine (perchè la sola raccolta delle firme rischia di rendere proibitiva l'intera operazione). Ma almeno si sarà visto chi vuol continuare a fare il pesce in barile e chi è disposto a mettersi in gioco per costruire qualcosa. Attenzione però alle tentazioni di protagonismo di soggetti singoli o di singoli gruppi o coordinamenti. Che almeno su questo si crei davvero un percorso condiviso e plurale.

Un saluto,

Francesco Somaini

PS: Se poi, come temo, la lista alternativa pro-Schulz non si potrà fare, io non so ancora se e per chi voterò. So però che non voterò PD, perchè non intendo sostenere il partito che ha messo in piedi la porcheria dell'Italicum (che io preferisco chiamare il "peius quam porcellum").