Il Circolo Carlo Rosselli è una realtà associativa presente a Milano sin dal 1981. http://www.circolorossellimilano.org/
venerdì 28 febbraio 2025
giovedì 27 febbraio 2025
mercoledì 26 febbraio 2025
martedì 25 febbraio 2025
lunedì 24 febbraio 2025
Franco Astengo: Primi numeri dalla Germania
PRIMI NUMERI DALLA GERMANIA 2025 di Franco Astengo
Schematiche rilevazioni statistiche sulla base dei dati disponibili in voti assoluti:
1) Aumento nell'espressione dei voti validi. Sulla parte proporzionale si passa da 46.419.448 volti validi a 51.832.778 con un incremento di 5.413.330 voti validi. La crescita della partecipazione elettorale ha sicuramente favorito la mobilità elettorale che si può verificare espressamente analizzando il quadro dei voti assoluti ottenuti dai diversi partiti.
2) Aumento CDU- CSU. Sulla parte proporzionale l'alleanza Nord-Sud tra i due partiti democristiani tedeschi passa da 13.576.632 a 14.158.132 con un incremento di 581.500 suffragi.
3) Aumento AFD. Sulla parte proporzionale passa da 2.269.993 voti a 10.327.148 voti con un incremento di 8.057. 155 voti.
4) Flessione SPD. Sulla parte proporzionale l'SPD cala da 11.949.756 voti a 8.148.284 con una flessione di 3.801.472
5) Flessione Grunen. Sulla parte proporzionale i Verdi scendono da 6.848.215 a 5.761.476: un calo di 1.086.739 voti.
6) Ripresa della Linke. Nonostante la presenza di BSW ( 2.468.670 voti, 4,97%) la Linke cresce da 2.269.993 voti a 4.355. 382 : incremento di 2.085. 389 voti. La somma tra Linke e BSW (quest'ultimo soggetto comunque difficile da collocare a sinistra) arriva a 6. 824.052 con un recupero di una certa consistenza del calo accusato dall'SPD.
7) Calo dell'FDP. I liberali scendono da 5.316.698 voti a 2.148.878 con una flessione di 3. 167.820 voti che presumibilmente saranno passati in una quota molto consistente a far parte del bottino dell'AFD.
Sulla base di questi dati sono possibili diversi schemi di interpretazione anche non ortodossi rispetto alla vulgata corrente:
a) La partecipazione al voto (come già accaduto in Francia) non risulta nell'Occidente Europeo irreversibilmente in calo come invece sta accadendo in Italia. Non si tratta semplicisticamente di un fatto derivante dall'interesse che l'elezione suscita per via della posta in gioco, ma di solidità nell'insieme del sistema politico e soprattutto di ruolo e funzione dei partiti;
b) appare evidente come la crescita della partecipazione al voto abbia avvantaggiato l'AFD ( i dati dei Lander dell'Est paiono indicare questo elemento). L'estrema destra tedesca incamera quasi completamente il calo liberale mentre la funzione di CDU-CSU è parsa quella di contenimento anche rispetto ai contenuti attraverso uno spostamento a destra in particolare sul tema dei migranti;
c) la flessione dell'SPD corrisponde a una crescita a sinistra in particolare della Linke che riesce a tornare in Parlamento con 63 deputati. Il voto alla Linke (soggetto diverso rispetto- ad esempio - France Insoumise e a Podemos) sta a dimostrare l'esistenza di uno spazio politico a sinistra per una forza chiaramente orientata verso il mondo del lavoro (anche se su questo terreno la concorrenza di BSW si è fatta sentire) e con alle spalle una "storia" nella presenza nel sistema politico germanico;
d) la destra è stata dunque fermata nella sua apparentemente irresistibile ascesa verso il governo. Azzardando una analisi sicuramente prematura si potrebbe affermare che, almeno in questa fase politica, l'AFD abbia raggiunto il "pieno" con uno sbilanciamento nella dimensione geografica del voto.
e) appare possibile (considerata l'esclusione dal Parlamento di BSW e FDP) un governo CDU-CSU/ SPD. La difficoltà appare essere quella di un governo tedesco che affronti i due punti nodali della crisi occidentale: quella delle democrazie cosiddette liberali posta sul terreno delle divisione dei poteri e del primato del diritto nell'attività governativa e quella dell'impostazione di una politica di pace che fronteggi la tendenza alla crescita degli armamenti e ritorni ad una idea di welfare non condizionata da un'austerity recessiva (questo secondo punto è di grande importanza per la residua industria italiana in ispecie collocata al Nord). Si tratterà di vedere quanto la presenza dell'SPD al governo influirà in senso positivo. Per adesso ci troviamo semplicemente nella condizione di aver impedito all'AFD di intrecciare un discorso con una CDU-CSU comunque spostata verso destra. Inutile sottolineare come - per tutti - l'area geopolitica di riferimento non può essere che quella europea.
Scusandomi del disturbo mi auguro sia consentita un'ulteriore annotazione al riguardo dell'esito delle elezioni legislative svolte in Germania domenica 23 febbraio 2025.
Molti autorevoli commentatori oggi si soffermano sulla dislocazione geografica del voto: nell'antica BDR prevalgono i partiti tradizionali mentre nella ex-DDR si registra una massiccia, ai limiti del plebiscitario almeno per l'omogeneità di espressione, affermazione dell'estrema destra di AFD.
Questo risultato viene attribuito a prevalenti ragioni di carattere economico con i settori sociali in maggiore difficoltà (da questo punto di vista esemplare una tabella pubblicata dal "Manifesto") che cercano tutela a destra principalmente per difendersi dall'assalto dell'emigrazione: il gran numero di migranti (nel 2022 la Germania ha ospitato oltre un milione di profughi afgani e nell'anno successivo più o meno egual numero di rifugiati ucraini: dieci volte tanto i numeri della migrazione per anno in Italia) sottrarrebbe lavoro e sussidi agli autoctoni che, ad Est, risultavano già sfavoriti dalle posizioni di partenza date al momento della riunificazione.
Questi dati suggeriscono un filo di ragionamento che non so se possa essere considerato accettabile e che comunque mi permetto di esprimere.
La sinistra tedesca come gran parte di quella europea muta pelle a cavallo della fine del secolo scorso e dell'inizio del presente accettando (sulla scorta del new-labour di Tony Blair) il liberismo abbandonando la tutela di quelli che erano definiti "garantiti" (la classe operaia delle grandi concentrazioni industriali; il pubblico impiego) abbandonando indispensabili strumenti di difesa delle condizioni materiali di vita e di lavoro e tuffandosi nel mare magnum della globalizzazione.
In Italia questo elemento era già stato anticipato fin dagli anni'80 emblematizzandolo nella vicenda dell'abbattimento della scala mobile.
Nel prosieguo del tempo si è lasciata enfatizzare la paura dei migranti e si è abbandonata la tutela dei lavoratori: la questione della scala mobile a mio avviso è stata decisiva per arrivare strada facendo fino al job act di cui, attraverso i referendum promossi dalla CGIL, si sta tentando di cancellare i provvedimenti più perversi.
Rovesciare il paradigma cercando di far capire che la difesa (e l'acquisizione) di diritti per i lavoratori coincide con una prospettiva di integrazione dei migranti può rappresentare la base per una ripresa politica come ha dimostrato l'affermazione della Linke e la sconfitta della BSW che aveva cavalcato l'onda di una chiusura anti-storica.
Così si potrebbe trarre un'indicazione per la residua sinistra italiana (ovviamente le cose sono molto più complicate se pensiamo ai temi pace/guerra, situazione internazionale, effetti dell'innovazione tecnologica, questione ambientale, differenza di genere, concetto di "limite" ecc, ecc) : tentare l'intreccio tra l'antica contraddizione principale e le nuove contraddizioni un tempo definite post-materialiste dovrebbe rappresentare il punto di partenza per una nuova identità e capacità di lotta a sinistra.
Emerge a questo punto il tema della soggettività ma sarebbe un discorso troppo lungo per poter essere svolto adesso in una forma appena sufficientemente compiuta.
Grazie per l'attenzione
Franco Astengo
domenica 23 febbraio 2025
"Il governo vuole il modello ungherese, senza spazio per il dissenso": nuova protesta contro il ddl Sicurezza. Fiom: "Serve altro, lavoro e salari" - Il Fatto Quotidiano
sabato 22 febbraio 2025
venerdì 21 febbraio 2025
giovedì 20 febbraio 2025
mercoledì 19 febbraio 2025
martedì 18 febbraio 2025
lunedì 17 febbraio 2025
domenica 16 febbraio 2025
sabato 15 febbraio 2025
venerdì 14 febbraio 2025
giovedì 13 febbraio 2025
Franco Astengo: Prosegue la crisi della produzione industriale
PROSEGUE LA CRISI DELLA PRODUZIONE INDUSTRIALE di Franco Astengo
Sono questi che seguono i dati che contano sul piano economico, altro che presunti aumenti dell'occupazione o fantomatici dati di natura finanziaria:
L’industria italiana continua a non dare segnale di risveglio. È quanto emerge dai nuovi dati diffusi questa mattina dall’Istat, con la produzione calata dal 7,1% a dicembre rispetto a un anno prima (al netto degli effetti calendario), e del 3,1% rispetto a novembre. L’Italia archivia comunque un 2024 da dimenticare, con una flessione complessiva del 3,5% rispetto al 2023, con una dinamica tendenziale che – sottolinea l’Istat – “è stata negativa per tutti i mesi dell'anno, con cali congiunturali in tutti i trimestri”.
Gli unici settori di attività economica che registrano a dicembre incrementi tendenziali sono l'attività estrattiva (+17,4%) e la fornitura di energia elettrica, gas, vapore ed aria (+5,0%). Flessioni particolarmente marcate si rilevano, invece, nella fabbricazione di mezzi di trasporto (-23,6%), nelle industrie tessili, abbigliamento, pelli e accessori (-18,3%) e nella metallurgia e fabbricazione di prodotti in metallo (-14,6%).
Il 2024 si chiude con una diminuzione della produzione industriale del 3,5%. Tra i principali raggruppamenti di industrie, solamente per l'energia si registra un incremento nel complesso del 2024. Nell'ambito della manifattura, solo le industrie alimentari, bevande e tabacco sono in crescita rispetto all'anno precedente, mentre le flessioni più marcate si rilevano per industrie tessili, abbigliamento, pelli e accessori (-10,5%) e fabbricazione di mezzi di trasporto (-11,3%).
Analizziamo alcune cause del protrarsi di questo drammatico stato di cose:
1)L’imporsi di uno squilibrio nel rapporto tra finanza ed economia verificatosi al di fuori di qualsiasi regola e sfuggendo a qualsiasi ipotesi di programmazione;
2) La perdita da parte dell’Italia dei settori nevralgici dal punto di vista della produzione industriale: siderurgia, chimica, elettromeccanica, elettronica. Quei settori dei quali a Genova si diceva con orgoglio “ produciamo cose che l’indomani non si trovano al supermercato”; A fianco della crescita esponenziale del debito pubblico si collocava nel tempo il mancato aggancio dell’industria italiana ai processi più avanzati d’innovazione tecnologica. Anzi si sono persi settori nevralgici in quella dimensione dove pure, si pensi all’elettronica, ci si era collocati all’avanguardia. Determinante sotto quest’aspetto la defaillance progressiva dell’Università con la conseguente “fuga dei cervelli” a livello strategico. Un fattore questo della progressiva incapacità dell’Università italiana di fornire un contributo all’evoluzione tecnologica del Paese assolutamente decisivo per leggere correttamente la crisi;
3) Si segnalano infine due elementi tra loro intrecciati: la progressiva obsolescenza delle principali infrastrutture, ferrovie autostrade e porti e un utilizzo del suolo avvenuto soltanto in funzione speculativa, in molti casi scambiando la deindustrializzazione con la speculazione edilizia e incidendo moltissimo sulla fragilità strutturale del territorio.
Sono questi elementi riassunti in una dimensione molto schematica i punti che dovrebbero essere affrontati all’interno di quell’idea di riprogrammazione e intervento pubblico in economia completamente abbandonata dai tempi della “Milano da Bere” fino ad oggi dove prevale la retorica nazionalista di un governo fondato sulla "democrazia recitativa".
mercoledì 12 febbraio 2025
martedì 11 febbraio 2025
lunedì 10 febbraio 2025
sabato 8 febbraio 2025
venerdì 7 febbraio 2025
giovedì 6 febbraio 2025
mercoledì 5 febbraio 2025
martedì 4 febbraio 2025
lunedì 3 febbraio 2025
domenica 2 febbraio 2025
Franco Astengo: Il partito della Nazione
IL PARTITO DELLA NAZIONE dI Franco Astengo
FdI, Arianna Meloni chiude la direzione: “Siamo il partito della nazione, la premier come Frodo”
Al di là delle ragioni motivazionali rivolte alla propria squadra che possono risultare anche comprensibili questa frase merita un approfondimento senza il quale si lascia intatta tutta la sua - pericolosa - valenza enfatica.
Prima di tutto l'idea di autoproclamarsi "partito della nazione" si scontra contro una crisi costante del sistema dei partiti e di trasformazione di natura stessa del partito politico che appare assolutamente evidente.
Verifichiamo prima di tutto il piano del consenso elettorale: gli ultimi dati complessivi in nostro possesso riguardano le elezioni europee 2024 (elezioni europee che rappresentano storicamente il punto di più basso di raccolta del consenso da parte dell'insieme del sistema politico).
Il 9 giugno 2024 su 51.214.348 aventi diritto i voti validi espressi furono 23. 415. 587.
Fratelli d'Italia ha conseguito la maggioranza relativa con 6.733.906 voti e le tre forze che formano il governo hanno ottenuto complessivamente 9.079.242: nell'analoga votazione svolta nel 2019 la maggioranza relativa spettò alla Lega con 9.175.208 voti (all'incirca 2.500.000 in più rispetto a FdI 2024: fu quando Salvini chiese i "pieni poteri") mentre l'insieme del centro destra raccolse 13.252. 990 voti (oltre 4 milioni di voti in più rispetto al 2024) in un quadro generale di partecipazione al voto che aveva visto l'espressione di 26. 783.732 suffragi su 50.974.994 aventi diritto.
Per quel che può valere il dato elettorale appare evidente il calo di consenso complessivo: nel tempo Fratelli d'Italia ha tolto voti agli alleati (in particolare alla Lega) in un quadro di calo complessivo nella raccolta di consenso sia del centro - destra sia del sistema nel suo insieme (un dato questo che dovrebbe preoccupare tutti e nell'occasione tralasciamo le cifre - paurose - del calo accusato dal M5S soggetto trainante dell'anti - politica e assoluto primo fornitore della crescita della disaffezione e della crisi complessiva del sistema).
L'altro elemento da prendere in considerazione in uno sviluppo d'analisi è quello della funzione di governo che Fratelli d'Italia esercita in una dimensione fortemente accentrata nella figura della presidente del Consiglio.
Esaminiamo allora alcuni aspetti di questa politica di governo:
1) Sul piano della politica economica la legge di bilancio si situa tranquillamente nell'alveo dell'austerity imposto da Bruxelles e interpretata, attraverso modeste torsioni sul piano fiscale, a favore dei ceti più abbienti e a scapito di "ultimi" e "penultimi" (copyright questo dei "penultimi" del convegno di Orvieto dell'area liberaldemocratica");
2) Sul piano della politica estera le vicende più recenti segnalano una sorta di delega al "nuovo corso" USA cui la presidente del consiglio si è prontamente allineata nel tentativo di interpretare una variazione sostanziale soprattutto nel riguardo dell'UE di cui l'Italia intenderebbe farsi ambasciatrice in un quadro di ripresa nazionalistica (verificheremo cosa ci dirà l'esito delle elezioni tedesche);
3) sul piano degli obiettivi di riforma a livello nazionale, finora si sono mossi gli obiettivi degli altri partner (Lega: autonomia differenziata; Forza Italia: magistratura) che urtano con la tradizione storica del partito di discendenza ideologica di FdI (il MSI) nazionalista e giustizialista (addirittura pro-pena di morte, del resto esercitata con larghezza nel corso della Repubblica Sociale 1943-45). Si è perso per strada l'improbabile premierato, bandiera di partenza della formazione di maggioranza relativa mentre del tutto fallimentare si è dimostrata la politica fin qui perseguita nei confronti del delicato tema dei migranti.
Insomma: una politica di governo che parafrasando il motto di un film americano: "tutta chiacchiere e distintivo".
Insomma: quanto uscito fuori dalla riunione della Direzione Nazionale di Fdi non può restare senza risposta, una risposta però che - sui contenuti - dovrebbe far riflettere anche le forze di opposizione: infatti ci sono punti che li riguardano direttamente.
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