venerdì 17 gennaio 2025

Check up del mercato del lavoro italiano: tre anni a confronto - Lavoce.info

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Tregua a Gaza. Il ruolo di Trump e i falchi di Tel Aviv • Diritti Globali

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Come ricostruire una sinistra socialista di Giuseppe Giudice – Dalla parte del torto

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Franco Astengo: Proposte a sinistra

Proposte a Sinistra 1) Avvio di una riflessione posta sul piano dell'analisi circa la prospettiva di delineare una vera e propria "alternativa di società" capace di delineare un quadro opposto alla prospettiva oligarchico/tecnocratica che sta assumendo tratti addirittura egemonici (AI, satelliti, armamenti). Su questo punto mi permetto riassumere quell'idea di "socialismo della finitudine" che conseguirebbe alla necessità di rovesciare il paradigma "sviluppo/limite". “Socialismo della finitudine” per ripartire dall’idea dell’impossibilità, rispetto a quello che abbiamo pensato per un lungo periodo di tempo,di procedere sulla linea dello sviluppo infinito inteso quale motore della storia inesorabilmente lanciato verso “le magnifiche sorti e progressive”. Il primo punto di programma così teoricamente impostato dovrebbe allora essere quello rappresentato dalla progettazione e da una programmazione di un gigantesco spostamento di risorse tale da modificare profondamente il meccanismo di accumulazione dominante. Una progettazione e una programmazione che non potrà essere che governata dal “pubblico” e rivolta alle grandi transizioni in atto: comunicativa, digitale, ecologica. 2) Il tema della pace può essere declinato soltanto intervenendo attivamente sulla politica estera compiendo scelte di programma anche difficili e rovesciando anche alcune impostazioni "storiche" nella sinistra italiana . La presidenza Trump sposterà diversi punti di riferimento mandando in crisi il sistema di relazioni sovranazionali NATO inclusa per sostituirla con un meccanismo di relazioni bilaterali cui la destra italiana si è prontamente acconciata. Questa operazione lascerà scoperto un campo d'intervento decisivo: quello europeo. E' necessario riflettere appunto sullo spazio politico europeo. Senza farla lunga limitiamoci all’analisi del concetto teorico di “neutralità” che potrebbe essere collegato alla definizione di uno spazio politico europeo e alla presenza di una sinistra sovranazionale. In senso stretto neutralità è la situazione giuridica regolata dal diritto internazionale di estraneità e di equidistanza di uno Stato in presenza di un conflitto armato, tra gli stati. L’istituto ha una lunga storia di convenzioni e norme. Il concetto, invece, pone una serie di problemi, provocati dalla pluralità dei significati di neutralità e dei termini giuridici e politici da esso derivanti (neutralizzazione, neutralismo) ma soprattutto dalla relazione di neutralità con concetti come guerra, terzo, amicizia. Oggi l’idea di “neutralità” potrebbe essere collegata a una ripresa del discorso su di una “terza via” riferita non semplicemente alla ricerca di un equilibrio tra sistemi politici ma all’elaborazione di una strategia globale posta sul piano delle relazioni internazionali riportando al centro l’idea fondamentale del rapporto Nord/Sud in un quadro di recupero degli organismi sovranazionali nel senso di un re-orientamento nell'utilizzo delle risorse e di complessiva smilitarizzazione. Potrebbe essere possibile allora avanzare una proposta di struttura politica europea fondata sulla ripresa di alcune concezioni di carattere costituzionale e di ruolo degli organismi elettivi in un disegno di raccordo tra il lavoro dei Parlamenti Nazionali e di quello Europeo. La sinistra potrebbe tentare di muoversi per costituzionalizzare la neutralità in parallelo con la nascita di uno spazio politico europeo nel quale agire in una dimensione di potestà sovranazionale. Una sovranazionalità che ritorni ad individuare un nesso con il concetto di neutralità codificato in passato, tra gli altri, da Grozio, Wolff, Vattel e poi ripreso da più parti nel cuore della “guerra fredda” (smilitarizzazione e neutralità: pensiamo al Piano Rapacki). Una sinistra sovranazionale che recuperi la centralità del diritto pubblico europeo come proprio fondamento nel determinare l’indirizzo della propria politica e ritrovi autonomia nella contesa internazionale. 3) La sollecitazione di una forte ripresa di conflitto sociale deve far parte integrante di questa proposta: in una direzione, quella dell'appoggio ai sindacati nel reclamare un recupero di presenza del mondo del lavoro sul piano politico che passa attraverso la valorizzazione del lavoro dipendente attraverso alcuni pilastri imprescindibili come quello della rappresentanza e della contrattualizzazione nazionale. Il tema del lavoro e del ritorno ad un ruolo conflittuale della sua diretta rappresentanza ci porta direttamente al tema dei referendum (compreso quello sull'autonomia differenziata se sarà ammesso). In un momento di grandissima sfiducia collettiva e di crescita dell'astensione elettorale sarà soltanto aprendo una fase di mobilitazione conflittuale che si potranno trovare le risorse umane sufficienti per superare e vincere la prova referendaria che, considerato attentamente il quadro politico italiano appare come il solo punto di passaggio utile per invertire la tendenza negativa. Grazie per l'attenzione Franco Astengo

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