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martedì 1 aprile 2014
Vittorio Melandri: Matteo Renzi e il suo carro di Tespi
Matteo Renzi e il suo “carro di Tespi”
È capitato, se ne è anche letto, di cosiddette sentenze suicide.
Se in un collegio giudicante si verifica che la scrittura della sentenza è affidata al giudice che la sentenza non la condivide, questo può scriverla in modo formalmente “bacato”, e così una volta che la sentenza approda in Cassazione dove il giudizio non è più di merito, la sentenza salta.
Il giovane Matteo Renzi, Primo Ministro di risulta, quando con aria da ‘sbruffone di periferia’, annuncia al mondo che, o passa la riforma costituzionale come l’ha presentata il suo “governo-strapuntino”, oppure lui si ritira dalla politica, non è credibile nemmeno un minuto secondo, per la parte dell’affermazione che riguarda il suo ritiro…..
….. inaffidabilità certificata da quel “Letta stai sereno”, che gli vale ormai da marchio di fabbrica depositato;
ma certamente è vero che la “sua” riforma costituzionale anche scritta con i piedi com’è, lo blinda per qualche lustro a venire.
Se infatti verrà respinta, come sarebbe logico che fosse, proprio perché scritta con i piedi, il “giovane” Matteo Renzi lucrerà alle prossime elezioni un dividendo molto cospicuo sostenendo che la “Casta” di cui è per altro figlio legittimo, non gli ha lasciato fare le riforme.
Se invece la riforma dovesse passare, avrà a sua disposizione un enorme potere di “controllo” sui contraenti del patto suicida; a cominciare da Berlusconi e Verdini e Alfano, ed ovviamente…..
…. su tutti i “giovani di belle speranze” saliti sul suo “carro di Tespi”, con cui continuerà a battere le contrade italiane, mietendo largo consenso fra le masse, da tempo massacrate nell’intelletto dalle Tv del Cavaliere, e nel portafoglio, da una classe dirigente incapace, esosa e vigliacca.
vittorio melandri
P.S.
Per chi non lo ricordasse, copio da Wikipedia.
I Carri di Tespi (o Padiglioni) erano dei teatri mobili realizzati attraverso strutture lignee coperte di cui si servivano i comici del teatro nomade popolare italiano per il loro teatro di strada, a partire dal tardo Ottocento. Venivano montati “su piazza” e restavano allestiti per 40/50 giorni durante i quali le compagnie dei “guitti” girovaghi recitavano sera dopo sera un copione diverso, esaurendo integralmente il loro repertorio. Essi devono il proprio nome alla figura mitica del teatrante Tespi d’Icaria, descritta da Orazio nell’Ars poetica ed erano ancorati all’idea di un teatro di massa di forte impatto emotivo e capace di veicolare la cultura teatrale a fino a fasce dimenticate di popolazione.
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6 commenti:
Caro Melandri, lasciami dire che ammiro non da oggi la tua esuberanza letteraria, fantasiosa e colorita. Sono assolutamente d’accordo con te che Renzi si trova in una condizione di win win: . Ora, mentre questo preciso contesto scorna una certa (esigua) minoranza, piace invece a una maggioranza che, secondo gli ultimi sondaggi, va dal 55% al 60%, in crescita. In democrazia chi ha ragione? La pattuglia “imparata” che si oppone alla “deriva autoritaria”, o la maggioranza massacrata nell’intelletto dalle Tv del ex Cav>? Cordialmente. Lorenzo Borla
C'è perfetta coincidenza di analisi tra Melandri e Borla sono concordi nel dire che matteo avrà successo e consenso: il primo se ne rammarica e per me giustamente, il secondo ne gioisce e la sua felicità non e è scalfita dall'incostituzionalità dell'Italicum e dal pasticcio del Senato: la Costituzione per i renziani è un dettaglio come per Le Pen padre, mutatis mutandis, i forni crematori. La democrazia assegna alla maggioranza il potere di decidere non la ragione, ma il potere di decidere ha un limite nella Costituzione: che ha 60 anni e poi è stata approvata quando Matteo non era nato, quindi non lo vincola: ecco l'uovo di Colombo affidare il giverno a chi è più giovane della Costituzione. Sarà un carro di Tespi ma alla sua guida c'è un genio della comunicazione!
Felice C. Besostri
Non capisco davvero come uno possa giurare sulla Costituzione e poi travalicarla usando la logica del nuovismo d' assalto, che poi è più abilità comunicativa ( a un popolo che per 20 anni si è abbeverato alle verità telesive berlusconiane) che non sostanza di governo.
Da notare poi che tutto è procrastinato, in termini di realizzazioni concrete, a dopo le elezioni europee...Gli italiani non possono firmare cambiali in bianco, ragione in oiù per votare Tsipras, che mi pare essere l' unica scelta possibile per nutrire ancora una speranza di ricominciare da sinistra e dai valori costituzionali che la maggioranza degli italiani, credo, continua a condividere. Basta consentir loro di ragionare! E' un impegno non facile ma ne vale la pena.
Sulla incostituzionalità dell'Italicum, non discuto l'autorevolezza dell'opinione di Felice Besostri in proposito. Se dice che è incostituzionale, deve essere incostituzionale. Ma anche qui, credo che il punto non è se lo sia o meno: il punto è se l'incostituzionalità verrà riconosciuta dall'unico organo competente, e cioè la Consulta. Su questo sono come l'arabo che dice: . Quanto poi alle gioie e dolori per il successo di Matteo, insomma, mi pare trasparente che da parte mia c'è un certo divertimento nel pettinare il gatto contro pelo. Siccome la dialettica è una cosa sana in sé, siccome il dubbio sistematico va coltivato, siccome spesso (per non dire di regola) ci si prenda terribilmente sul serio, come è nelle dispute accademiche, mi sembra che un po' di humour non guasti. Cari saluti. Lorenzo Borla
Mah ho l'impressione che molti non hanno ancora capito il senso dello spostamento della legge elettorale a quest'autunno e la "riforma" del Senato a fine 2015, se vi ricordate bene fino a 10 giorni fa MR diceva "se entro il 25 maggio non c'è la legge elettorale mi dimetto" " se la (chiamarla riforma mi fa specie) modifica del Senato non va in porto entro inizio 2015 lascio", l'altro ieri ha comunicato il contrordine. Siccome il tipo è sveglio ho tanto l'impressione che finalmente si stia rendendo conto che la sua sponda in FI (e FI in generale) non regga e che il futuro prossimo sia un ballottaggio con M5S con il rischio che M5S al secondo turno faccia il pieno dei voti del CD, forse mi sbaglio ma non sarebbe male che i renziani doc iniziassero a guardare a MR in modo oggettivo, senza innamoramenti a prescindere.
Dario Allamano
Mi sembra che Dario abbia centrato il punto. Quando si cominciò a parlare dell'Italicum alcuni compagni (ricordo in particolare Luciano Belli Paci) dissero che Renzi e Berlusconi avevano fato i conti senza l'oste, cioè senza il Movimento 5Stelle. Ora che questo pare avviato ad essere il secondo partito tutto il marchingegno è in alto mare. Idem per l'obbrobrio relativo al Senato (anch'io mi rifiuto di parlare di riforma). Può darsi che altri annunci, gabellati per già realizzati da un sistema dei media servile e conformista come mai prima, facciano la stessa fine. Allora ne riparleremo e vedremo chi era realista e chi invece sognava.
Maurizio Giancola
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