domenica 1 maggio 2011

Pisapia: Intervista a la Repubblica

Domenica 01 maggio 2011 – Aggiornato alle 15.49 L'INTERVISTA
Pisapia: "Nei primi 100 giorni
restituirò dignità alle periferie"
Il primo impegno è quello di andare nei quartieri abbandonati in questi cinque anni partendo
dalle piccole cose. Le altre priorità sono: la casa, i servizi ai cittadini e il mercato del lavoro
di ORIANA LISO
Giuliano Pisapia

"I primi cento giorni da sindaco? Sarò dove sono stato nei mesi scorsi: nei quartieri, a rimettere a posto tutto quello che negli ultimi cinque anni è stato lasciato andare". Da luglio, da quando salì sul palco del Litta per lanciare la sua candidatura a sindaco per il centrosinistra, Giuliano Pisapia è una trottola. Ha battuto la città palmo a palmo, ha parlato con migliaia di persone. Ma nelle sue parole il discorso torna sempre lì, sulle periferie.

Pisapia, cosa vuole fare per questi quartieri? E perché vorrebbe partire da lì?
"Le periferie hanno piazze belle, ma abbandonate. Hanno luoghi che potrebbero diventare centri di socialità, e quindi presidi di sicurezza, e invece sono simboli del degrado. Hanno soprattutto abitanti con diritti - a una casa vivibile, a servizi adeguati - finora mortificati dal "modello Moratti". Partire dalle periferie per me vuol dire investire da subito nella manutenzione che dovrebbe essere ordinaria, e non lo è".

Parla di case popolari e buche nelle strade?
"Certo, sono interventi necessari. Voglio partire anche dalle piccole cose: è così che si genera attenzione per zone abbandonate a se stesse. Nessuno ha la bacchetta magica ma bisogna dare subito segnali forti. Incentivare il decoro urbano, rimettere in sesto le case Aler e quelle del Comune - gestite malissimo - collegare la periferia al centro con piste ciclabili vere, non spezzoni sparsi: tutte cose che vanno fatte in tempi rapidi".

Cos'altro serve alle periferie?
"In ogni zona apriremo una "Casa dei diritti", una sorta di negozio civico sul genere di Chiamamilano, in cui scambiarsi informazioni e esperienze, che offra servizi e diventi spazio di coesione sociale. Poi è indispensabile l'apertura serale delle biblioteche, anche di quartiere".

Altri obiettivi per i primi cento giorni?
"Occuparmi della struttura comunale: anche qui abbiamo assistito allo svilimento di tante professionalità interne a favore di consulenti, o presunti tali, esterni. Così i dipendenti - dagli assistenti sociali ai vigili di quartiere, alle figure amministrative - hanno perso la fierezza di fare un lavoro importante. Anche per questo si è creato un muro tra la macchina comunale e i cittadini. Servono rapporti diretti, e un Comune al servizio della città: è un desiderio che sento prima di tutto negli stessi dipendenti pubblici che ho incontrato".

Un tema tradizionalmente caro al centrosinistra è la casa. Non entra nella sua agenda delle priorità?
"Certo che sì, perché i dati sono preoccupanti: 80mila case sfitte sul mercato libero. Costano troppo, neanche il ceto medio può permettersele, ma si continua a costruire grattacieli e abitazioni di lusso come City Life, 9mila euro al metro quadro. Bisogna investire in housing sociale vero. Il Comune diventerà mediatore, "facilitatore" tra chi vende o affitta e chi cerca casa, facendo da garante per entrambi. E combatteremo gli affitti in nero incrociando le banche dati".

La casa, i servizi al cittadino. Manca il lavoro.
"Nel nostro programma c'è l'impegno a dare sviluppo al mercato del lavoro, non solo per i giovani. Oggi tra i precari e i disoccupati ci sono over 40 e over 50: su di loro, sulla loro formazione, il Comune non ha investito. Noi lo faremo, grazie a rapporti con l'università e con il mondo delle imprese e delle professioni".

Gli imprenditori non votano a sinistra.
"Invece in queste settimane sto incontrando rappresentanti di Assimpredil, di Confapi: da loro sento molta attenzione, evidentemente la Moratti non è più un punto di riferimento certo neanche per loro".

Una volta per tutte: siete contro o a favore di Expo?
"Basta leggere il programma sottoscritto da tutti i partiti della coalizione, anche da chi a suo tempo era contrario. Per tutti noi Expo è una grande opportunità, chiaramente in un'ottica di manifestazione diffusa e con una eredità di posti di lavoro e infrastrutture imprescindibile. Faremo anche un assessorato all'Expo".

E chi altri ci sarà, in questa squadra?
"Vinceranno le competenze e la conoscenza della macchina elettorale".

Vicesindaco donna?
"Metà della squadra sarà al femminile. Di certo mi confronterò con tutti coloro che mi hanno appoggiato, e sono certo che tante persone saranno disponibili a impegnarsi anche senza ruoli di governo".

Come convincerà il Terzo polo a votare per lei al ballottaggio?
"Erano nella giunta Moratti e ne sono usciti denunciandone il fallimento: non vedo come potrebbero propendere per chi non ha mantenuto gli impegni".

E i grillini?
"Abbiamo idee simili nel programma, laddove si parla di lotta alle infiltrazioni mafiose, e anche per il mio modo di fare politica, per convinzione e per impegno, non per potere. Per questo credo che, anche senza dichiarazioni di voto esplicite, potrebbero votarmi".

C'è l'incognita Lega, sempre più critica verso la Moratti. Potrebbe nascere un'intesa?
"La Lega vuole essere allo stesso tempo partito di governo a Roma e partito di opposizione davanti ai militanti. Con loro non ci può essere alcun accordo: ma credo che l'elettorato di base, deluso dalla Moratti e dalla sua giunta, non tornerà a votarla al ballottaggio".

La tensione politica in queste settimane si sta alzando. Cosa risponde agli attacchi della Moratti?
"Sono ridicoli, come quello per cui nel centrosinistra ci sarebbero posizioni inconciliabili. La Moratti non ha ancora capito che sono stato scelto perché rappresento la sintesi e la garanzia della coalizione. I partiti e le due liste civiche che mi sostengono si sono fidati di me: alcuni non sarebbero neanche in coalizione, altrimenti".

Tra i suoi slogan c'è "la forza gentile". Visti i toni della campagna elettorale, non sarebbe il caso di metterci meno gentilezza e più forza?
"La gentilezza non sminuisce la forza. Non è usando toni analoghi a quelli del centrodestra che uno si fa ascoltare di più".

Per strada la salutano chiamandola per nome, ma lei sembra mantenere un atteggiamento distaccato.
"Sono sempre stato una persona molto riservata sul mio personale. In questi mesi però ho capito che di un candidato sindaco si vuole sapere tutto, e cerco di ricordarmelo ogni giorno".

Parlando di cose personali: la vicenda Affittopoli quanto ha pesato?
"Giro ogni giorno la città, sento chiaramente che per i milanesi è una storia chiusa. Alla gente parlo delle mie proposte sulle case popolari, per loro conta questo".

Mesi e mesi di campagna: qual è la richiesta, o il problema di cui le hanno parlato più spesso i milanesi?
"Dirò cosa ho sentito più forte, in ogni contesto: la voglia di dignità. Avere una casa, un lavoro dignitoso. Ecco, con il richiamo ai doveri e con l'impegno al rispetto dei diritti dei cittadini, il mio impegno maggiore sarà quello di restituire dignità a Milano".

(01 maggio 2011)

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