daSd e il dopo Chianciano
Andrea Valeri, 28 luglio 2008, 19:44
Politica L'elezione di Ferrero a segretario del partito segna, vista la sua linea politica, un ulteriore impedimento al processo unitario della sinistra, voluto con convinzione dal movimento di Mussi e Fava. Ne abbiamo parlato con alcuni suoi esponenti
Un'altra pietra, questa volta tombale, sembra essere stata posta sul difficile e finora perdente cammino per la nascita di un soggetto unico a sinistra.Questa sarebbe dovuta essere la missione di Sinistra Arcobaleno, ridotta invece a cartello elettorale e bocciato dagli elettori ancor prima che dai congressi delle forze che lo costituivano.
L'elezione di Ferrero segna infatti non solo la vittoria di una mozione che aveva esplicitamente rifiutato lo scioglimento di Rifondazione all'interno di un soggetto più ampio, ma l'accordo trovato con le altre mozioni espressione di realtà molto diverse tra loro, rappresenta anche una chiara convergenza di opposizione innanzitutto ad un progetto politico.
Con il PdCI alla ricerca di un'unione incentrata eslusivamente sull'identità comunista, i Verdi che congelano fino a dopo le elezioni europee il percorso indicato dagli Stati Generali, questo ulteriore tassello uscito da Chianciano ha trasformato il mezzo che doveva percorrere velocemente la strada dell'unità a sinistra, prima in un triciclo, poi in una bicicletta ed in fine in un monopattino.
Anche se all'interno dei diversi partiti della sinistra radicale le posizioni sono variegate ed ognuno può contare su una area interna più sensibile ad una soluzione unitaria, ufficialmente dopo ieri a tenere alta la necessità di un progetto comune rimane Sinistra Democratica che come movimento nato per favorire la costituente di un partito unitario ha più difficoltà e riluttanza ad abbandonare la "ragione sociale" per la quale è stata fondata.
La posizione del suo portavoce è chiara ed anche a seguito del "niet" di Chianciano, tanto che Fava ribadisce la volontà di lavorare per l'unità della sinistra.Ad ogni modo da oggi anche in SD è cominciata la discussione sulla difficile fase politica e sulla possibile strada da intraprendere a seguito del radicale mutamento del quadro geneale. Le ipotesi in campo, più o meno dichiarate, possone essere tre: prendere atto della decisione delle altre forze e strutturarsi maggiormanete al proprio interno andando ad infoltire con un nuovo partito il panorama della sinistra extraparlamentare; ritornare nell'alveo del Pd o proseguire nel percoso unitario di un nuovo partito della sinistra.
"Escludo che in Sd ci sia chi pensa all'opportunità di creare l'ennesimo partitino così come di ritornare all'interno del Pd, "afferma con nettezza Fulvia Bandoli, che poi aggiunge: "nei prossimi giorni Sd pubblicherà un appello a tutti quesi soggetti, partiti, associazioni, movimenti, ma anche semplici cittadini interessati alla costruzione di un soggetto unitario della sinistra a partire da un processo paritetico e condiviso".Bandoli afferma di essere "tra coloro che avrebbero preferito all'organizzazione dei congressi quella delle campagne di ascolto e di iniziative unitarie". "Io sono per la politica dell'estuario -spiega- dove diversi progetti confluiscano in un unico soggetto unitario così come tutti i fiumi al mare" e, conclude, "sono troppo attaccata alla storia del PCI per non rimanere amaraggiata nel vedere che dentro Rifondazione si sia discusso di comunismo come se gli ultimi vent'anni non fossero trascorsi. Oggi eredi di quella storia rimangono Ingrao e Rossanda, ognuno può chiamarsi e sentirsi come vuole, ma chiunque pensa di rifondare il PCI fa un'operazione antistorica."
Anche Nuccio Iovene ritiene che "il Congresso di Chianciano ha perso una chance di prendere atto delle ragioni che hanno portato alla sconfitta elettorale e trasformare la discussione anziché in una resa dei conti, in un'occasione per rilanciare un profondo cambiamento". Secondo Iovene, "le modalità con cui è stato costruito hanno provocato rotture e lacerazioni diffilmente sanabili che mettereanno a dura prova la tenuta del partito". Più specificamente al percorso di Sd, aggiunge: "dobbiamo prendere atto che la proposta di un percorso costituente così come era stato pensato non è stata raccolta dalla maggior parte dei soggetti che costituivano Sa. Occorrerà che a settembre ci si interroghi collettivamnete sulla praticabilità di questo percorso e sulla sua eventuale riformulazione a fronte delle condizioni e delle risorse politiche esistenti".Tra queste inserisce anche un chiaro riferimento al Pd: "mi auguro che riveda la grave responsabilità di una scelta unilaterale di non dialogo con la sinistra, che non solo ne ha determinato la sua implosione ma è anche fondamentale per tornare al governo del Paese.
Chi invece è più netto sulla necessità di un cambio di prospettiva politica è Cesare Salvi. "Credo che a questo punto l'unica strada praticabile non sia più quella di un partito unico quanto quella di una federazione dei soggetti comunisti, socialisti ed ambientalisti di vario genere". E alla domanda se solo con una parte di Rifondazione o con tutta, risponde: "non credo che l'unità di un soggetto si costruisca sulle divisioni di altri". aprile on line
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