Le intelligenti notazioni di Besostri segnalano l'importanza per tutti di documentarsi meglio e di seguire con attenzione critica i processi in corso. In questo senso mi sembra lecito collegare come ciclo complessivo le rivoluzioni dell'Est e il loro insegnamento, trascurate dalla sinistra non solo italiana. Anche le rivoluzioni arancione e quella delle rose hanno evidenziato da un lato contraddizioni e difficoltà ma sono destinate a proseguire ed è difficile che sfocino in nuovi regimi totalitari, senza per questo sottovalutare lacune e debolezze del nuovo ceto poliitico. Il noto appoggio della Fondazione
Soros ( non voglio entrare adesso nel merito dei progetti politici d'insieme di Soros, di cui ricordo il finanziamento all'antibushismo come titolo tutto sommato di merito: sembra anche che lo stesso Barak
Obama riceva appoggi da Soros, ma nessuno per questo può negare la sorprendente ascesa del nuovo leader e il segnale di svolta nella partecipazione di massa in Usa). In questo caso il vero interrogativo da porsi sarebbe di chiedersi se la deriva autoritaria minacciata in Georgia e in Ucraina non debba appunto misurarsi con sommovimenti, proteste, opposizioni, con l'innescarsi cioè di un
processo di democratizzazione che ha impiantato le sue radici. Si tratta di scommettere sulla differenza tra democrazia e totalitarismo all'Est: in Georgia e Ucraina è in corso una prosecuzione- trasformazione di un processo di nuova rivoluzione democratica che si lega a tutto un ciclo storico. Ben venga dunque anche la caduta di Saakashvili da parte di una opposzione di massa che vuole fare nuove elezioni. Cosa che invece non sembra nemmeno lontanamente possibile in un regime totalitario come la Russia. Credo che questa discussione possa e debba proseguire non sul problema del pro e contro ma su quello di cosa insegna alla sinistra europeo l'insieme dei movimenti e delle rivoluzioni democratiche in corso e come, sia pure in una prospettiva lontana che tenga conto realisticamente della potenza russa la sinistra europea debba lavorare nel lungo periodo contro il totalitarismo russo e per una nuova rivoluzione democratica.
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