domenica 10 maggio 2009

Dal gruppo PS al Parlamento europeo; Per un'Europa del progresso sociale

venerdì 8 maggio 2009

PER UN'EUROPA DEL PROGRESSO SOCIALE - di Gruppo P.S.E. al Parlamento Europeo
Il documento della posizione del Gruppo Socialista


Preambolo

La recessione globale che, attualmente, abbatte l'occupazione e il livello dei redditi in Europa e in tutto il mondo, mostra in maniera evidente il fallimento dell'ortodossia economica di questi ultimi anni.

La dottrina secondo la quale le forze di un mercato deregolamentato sono le migliori garanti dell'innalzamento del livello di vita - e il ruolo del governo é di eliminare gli ostacoli al loro funzionamento ottimale - si é dimostrata essere una follia dannosa e pericolosa. Il mondo ha dovuto acquisire di nuovo l'insegnamento, da tanto tempo diffuso, di economisti e uomini di Stato ben più prudenti, secondo i quali i mercati deregolamentati, e in particolare i mercati finanziari, siano instabili per natura; che essi favoriscano l'aumento delle diseguaglianze, l'avidità e un rischio eccessivo; e che é necessaria una visione più ampia delle responsabilità governative al fine di garantire un aumento delle ricchezze che possa contribuire al miglioramento delle condizioni di vita per tutti i cittadini e all'instaurazione di una società più giusta.

Sotto il fascino del dogma del mercato libero, i partiti conservatori e di destra che hanno prevalso nell'Unione Europea in questi ultimi anni, hanno ignorato il ruolo storico dell'Europa nel mantenimento e nella promozione della sicurezza e del benessere dei suoi cittadini. Il disequilibrio tra la dimensione economica e la dimensione sociale dell'Unione Europea ha fatto sì che questa Unione, precedentemente considerata dai suoi cittadini luogo di sicurezza, di speranza e progresso sociale, sia ora troppo spesso percepita come una minaccia. Questo deve cambiare.

L'attuale recessione globale, dovuta al fallimento catastrofico delle nostre istituzioni finanziarie, é un segnale d'allarme per i politici europei. L'epoca della rinuncia alla responsabilità politica a favore dei mercati cosiddetti autoregolati é terminata. Bisogna riequilibrare le priorità, al fine di rimettere l'obiettivo sociale dell'Europa al centro dell'agenda politica europea. In questo breve documento, il Gruppo Socialista al Parlamento Europeo presenta numerose tracce concrete, necessarie per orientare l'Europa su una strada nuova e più sicura, per una Nuova Europa Sociale.


I. Introduzione - Per un'Europa del progresso sociale

Il Gruppo Socialista é l'avvocato del progresso sociale in Europa. Noi vogliamo rafforzare gli obiettivi sociali e i diritti fondamentali in seno al Mercato Interno europeo.
Questo deve essere ben chiaro: le principali libertà economiche del Mercato Interno
europeo non devono prevalere sugli obiettivi e sui diritti sociali fondamentali. Laddove c'è conflitto, i diritti sociali fondamentali devono essere prioritari.
Per noi, questo é il cuore del Modello Sociale ed Economico europeo. Questo modello coniuga la crescita economica con la giustizia sociale e con un diritto del lavoro solido.
I diritti sociali fondamentali e l'implicazione dei lavoratori nelle loro aziende e nei loro luoghi di lavoro sono, ai nostri occhi, importanti per la partecipazione sociale, la pace sociale e il successo economico a lungo termine, basato su dei posti di lavoro di grande qualità. Il progresso economico e il progresso sociale devono sostenersi e rafforzarsi a vicenda.

L'Unione Europea può riuscire solo come un'economia sociale di mercato.
Per fare ciò, tutte le Istituzioni dell'Unione Europea devono pienamente riconoscere gli obiettivi sociali e i diritti fondamentali dell'Unione e garantire che questi diritti possano essere esercitati realmente dai lavoratori e dai loro sindacati. Le norme e i diritti sociali fondamentali non devono essere messi da parte dalla concorrenza e dalla liberalizzazione del Mercato Interno europeo.

Questa è la nostra convinzione: solo un'Europa del progresso sociale può garantire lavoro e prosperità a lungo termine per i cittadini europei e ottenere il loro consenso. E' questo il futuro che il Gruppo Socialista vuole per l'Europa.



II. Background- Le decisioni della Corte di Giustizia europea


Alcune recenti decisioni della Corte di Giustizia hanno suscitato in Europa un dibattito sul rapporto tra le libertà economiche e i diritti sociali fondamentali. Le sentenze rese nei casi Viking, Laval, Rüffert e più recentemente Luxembourg, hanno rimesso in questione il diritto al lavoro e le norme sociali riconosciute negli Stati Membri. In queste decisioni, la Corte di Giustizia ha dato priorità alle libertà fondamentali del Mercato Interno, come la libertà di fornire servizi e la libertà di stanziamento, rispetto a dei diritti sociali cruciali e fondamentali come la libertà di negoziare dei contratti collettivi e il diritto di sciopero. Inoltre, la Corte ha dichiarato in contrasto con la legislazione europea, alcune legislazioni nazionali, come le leggi sui contratti collettivi. In altre sentenze, ha comparato alcuni diritti fondamentali dell'uomo, come la libertà d'espressione, la libertà di associazione e la dignità umana, alle libertà del Mercato Interno. Questo può essere pienamente corretto solo modificando il Diritto primario.

La Corte di Giustizia ha ugualmente trasformato la "Direttiva sul distacco dei Lavoratori effettuata nell'ambito della prestazione di servizio" nel suo contrario. Le disposizioni di questa direttiva costituiscono il nocciolo duro delle protezioni minime europee. Ma la Corte lo ha interpretato come una "direttiva di norme massimali", che i livelli di protezione stabiliti dagli Stati membri non possono oltrepassare, anche se la direttiva stabilisce chiaramente che, in caso di norme contraddittorie, il lavoratore dovrà beneficiare delle più favorevoli.

Gli Stati membri devono conservare il diritto di applicare delle norme ad un livello superiore per i lavoratori distaccati. Gli Stati membri e le parti sociali devono poter applicare, controllare e attuare norme obbligatorie a favore dei lavoratori distaccati, sulla base del loro sistema nazionale dei contratti collettivi, per esempio con delle leggi sui contratti collettivi o le aggiudicazioni dei appalti pubblici.

III. La necessità di un'azione politica- l'azione comune per il progresso sociale

Il Gruppo Socialista ritiene che, per garantire il progresso sociale in Europa, sia necessario un impegno politico chiaro. Accogliamo con piacere quindi il fatto che il Parlamento europeo, su iniziativa del Gruppo Socialista, abbia preparato il terreno verso questa decisione. La decisione del Parlamento europeo del 22 ottobre 2008 sulla sfida per la contrattazione collettiva nell'UE (Rapporto Andersson) ha costituito una prima e importante tappa.

Ma riteniamo che resti ancora molto da fare. A questo scopo, gli obiettivi e le azioni chiave riportare in dettaglio qui di seguito, sono capitali per guidare il progresso sociale in Europa:


1. Chiarimento del Diritto Primario europeo: introduzione di una clausola di progresso sociale e revisione della Direttiva sul distacco dei Lavoratori nel quadro di una prestazione di servizi

a) Il Gruppo Socialista chiede un chiarimento del Diritto primario europeo di modo che né le libertà economiche né le regole della concorrenza prevalgano sui diritti sociali fondamentali. In caso di conflitto, i diritti sociali fondamentali devono prevalere. Un Protocollo Sociale sarà lo strumento che permetterà di instaurare chiaramente questa prevalenza in termini legali.


Il Diritto primario europeo deve mettere in evidenza l'obbligo per l'UE di promuovere non solo il progresso economico ma anche il progresso sociale, in termini concreti, il miglioramento delle condizioni di vita e di lavoro delle persone in Europa. Questo è il motivo per cui ci rallegriamo del fatto che la nuova clausola sociale orizzontale contenuta nel Trattato di Lisbona - una volta che il Trattato sarà entrato in vigore - prescriva che l'Unione, nella definizione e nell'attuazione delle sue politiche, prenda in considerazione degli obiettivi quali la promozione di un livello elevato di occupazione, di una protezione sociale adeguata, della lotta all'esclusione sociale e di un alto livello di educazione, di formazione e di protezione della salute.

Ma riteniamo che siano necessari ulteriori progressi per instaurare fermamente il principio secondo cui i diritti sociali fondamentali - come tutti i diritti fondamentali - siano prioritari sulle libertà economiche. Ecco il motivo per cui sosteniamo fermamente la recente proposta della CES a favore di un protocollo di progresso sociale che dà un nuovo ed importante impulso al necessario dibattito in corso sul rapporto tra i diritti sociali fondamentali e le libertà economiche nei Trattati europei.

Questo protocollo dovrebbe ugualmente rafforzare l'importanza dei diritti sociali, così come sottolineato nella Carta europea dei Diritti Fondamentali. In particolare, la libertà sindacale, la libertà di contrattazione e il diritto allo sciopero dei sindacati devono essere riconosciuti in termini più chiari e deve essere garantita in pratica la possibilità di esercitare tali diritti.


b) Il Gruppo socialista richiede anche una revisione della Direttiva sul distacco dei lavoratori effettuato nel quadro della prestazione di servizi. L'interpretazione di questa Direttiva come una Direttiva di "norme massimali" non rifletteva la volontà del legislatore. Vista la recente interpretazione della Corte di Giustizia, la Commissione europea deve presentare una proposta di revisione della direttiva per sopprimere le ambiguità del testo attuale, con l'obiettivo di dare forza legislativa al principio "salario uguale e uguali condizioni di lavoro per uno stesso lavoro nello stesso luogo di lavoro".


2. Un accordo comune sul progresso sociale

Per preparare l'introduzione di una Clausola di Progresso Sociale nel Diritto primario dell'UE e la revisione della Direttiva sul distacco di lavoratori, e per assicurarsi fin da ora che si procederà al chiarimento, al riconoscimento e al rafforzamento dei diritti sociali nell'UE, il Gruppo Socialista richiama tutte le Istituzioni europee affinché si impegnino a favore del progresso sociale in Europa.

Richiediamo una dichiarazione del Consiglio Europeo, seguita da un accordo comune tra il Parlamento europeo, la Commissione e il Consiglio, con la quale si impegneranno a favore del progresso sociale. Questo accordo dovrà precisare fin da ora, come indicato nei paragrafi precedenti sul protocollo sociale, che le libertà economiche non sono prioritarie sui diritti sociali fondamentali. Questa dichiarazione e questo accordo devono essere rispettati da tutte le Istituzioni europee, compresa la Corte europea nelle sue decisioni future.

Il Consiglio Lavoro e Affari Sociali dovrebbe fare una dichiarazione per sottolineare che un'interpretazione della direttiva sul distacco di lavoratori intesa come una direttiva di "norme massimali", è contraria alla volontà del legislatore. I ministri dovrebbero indicare chiaramente di essere in attesa di una proposta della Commissione europea per rivedere la direttiva e permettere agli Stati membri di attivare livelli di protezione più alti per i lavoratori distaccati rispetto alle norme minimali scritte nella direttiva. La protezione del Diritto del lavoro e la prevenzione dell'abbassamento delle norme sociali stabilite, dovrebbero figurare come una responsabilità comune europea. Il principio "salario e condizioni di lavoro uguali per uno stesso lavoro in uno stesso posto di lavoro" dovrebbero essere obbligatorie in tutta Europa.

Vogliamo anche che la nuova Commissione europea rafforzi la valutazione sistematica dell'impatto sociale della legislazione europea in consultazione con i partners sociali e tenga inoltre conto degli impatti sociali delle sue azioni.

3. Cosa ci attendiamo da questa nuova Commissione

Per compiere questi cambiamenti e constatare un reale avanzamento verso una Nuova Europa Sociale, il Gruppo Socialista difenderà la candidatura, alla testa della nuova Commissione europea, di un presidente progressista che viene dalla nostra famiglia politica.

Raccomandiamo al Gruppo Socialista nella nuova legislatura di far dipendere l'elezione del Presidente e degli altri membri della nuova Commissione europea dal loro impegno nei confronti di un accordo col Parlamento europeo e il Consiglio sul progresso sociale, come una delle condizioni essenziali per questa elezione. E questo, in vista di poter procedere ad un vero cambiamento nel rapporto tra gli obiettivi e gli obblighi economici e sociali dell'Unione Europea e per un nuovo contratto per un'Europa sociale.

Delle dichiarazioni a favore dei diritti sociali fondamentali, un Protocollo sul Progresso Sociale e la revisione della Direttiva sul distacco di lavoratori per instaurare nel Diritto il principio di "stipendio uguale e condizioni di lavoro uguali per un stesso lavoro sullo stesso posto di lavoro", sono richieste cruciali del Gruppo Socialista all'indirizzo della nuova Commissione e del suo Presidente. Un comune accordo su queste domande sarà un punto di partenza essenziale.

Un nuovo contratto per un'Europa sociale deve mettere anche fine alle esitazioni della maggioranza dei Membri della Commissione rispetto alla legislazione sociale che ha caratterizzato la maggior parte di questa legislatura. La Commissione deve impegnarsi ad esercitare tutto il suo peso per sbloccare questa legislazione sociale di cui abbiamo tanto bisogno, e che è stata paralizzata negli anni dal Consiglio o dalla Commissione, o da entrambi.

Nel 2000, una maggioranza di Sinistra nell'UE aveva fissato un nuovo obiettivo strategico per l'unione:

"diventare nel 2010 a livello mondiale la più competitiva e dinamica economia della conoscenza, capace di realizzare una crescita economica sostenibile, con più e migliore occupazione e una maggiore coesione sociale."

La strategia è stata dirottata dalla Destra e questa grande visione è sparita. La nuova Commissione deve riuscire ad avere nuovamente questa visione e portarla avanti - focalizzandosi su alcune lacune dell'Europa sociale attraverso un programma legislativo ambizioso sulla sicurezza dell'impiego, i diritti sul posto di lavoro e le condizioni di lavoro, la protezione e l'inclusione sociale. Le leggi sociali esistenti devono essere pienamente applicate e controllate. E la priorità deve essere data allo sviluppo di un aiuto di alta qualità all'infanzia, all'educazione e all'apprendimento lungo tutto l'arco della vita e alla lotta contro la povertà e la discriminazione.


IV. Prossime tappe per il progresso sociale in Europa

Il Gruppo Socialista porterà avanti il suo lavoro, in concertazione con la CES, per le seguenti azioni:
• Elaborare in dettaglio il contenuto di un accordo comune tra il Consiglio, la Commissione e il Parlamento e, in primo luogo, di una dichiarazione preparatoria del Consiglio Europeo;
• Elaborare un accordo comune su un Protocollo sul progresso sociale incluso nel Trattato;
• Promuovere le nostre proposte in seno alle Istituzioni europee e in un dibattito pubblico più allargato;
• Organizzare delle manifestazioni che metteranno concretamente in luce, sia per un pubblico di specialisti che per il pubblico in senso più ampio, il significato dei diritti sociali fondamentali e gli obiettivi dell'Unione Europea, e promuovere un dibattito sul contenuto delle dichiarazioni necessarie e sul Protocollo sul progresso sociale.


V. Una condizione essenziale

Per il Gruppo PSE e il Partito del Socialismo europeo, l'appello al progresso sociale in Europa, così come espresso in questo documento, è una delle condizioni essenziali per l'elezione del nuovo Presidente e degli altri membri della Commissione. Seguono altre condizioni quali:
• un piano di rilancio per l'Europa nuovo e solido, con investimenti coordinati per l'occupazione e la crescita ecologica;
• un Patto europeo per l'occupazione, per salvaguardare l'occupazione, creare nuovi posti di lavoro, combattere la disoccupazione massiccia e migliorare i diritti dei lavoratori, le condizioni di lavoro e la parità di trattamento;
• un Patto per il progresso sociale per combattere le conseguenze sociali della crisi e evitare un aumento della povertà, dell'ineguaglianza e dell'esclusione;
• una reale regolamentazione dei mercati finanziari che riguardi tutti gli attori e gli strumenti finanziari;
• una nuova solidarietà reciproca tra gli Stati membri europei, tra l'est e l'ovest, il nord e il sud, che assicuri una piano comune per uscire dalla crisi.

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