Amato si ritira dalla Commissione Alemanno. Ma, badate bene, non perché in disaccordo con le dichiarazioni del sindaco. No, semplicemente "per non diventare un bersaglio".
E intanto Violante continua a risultare non pervenuto ( eh, già, devono eleggere i membri della Corte costituzionale)
Chiaro che non c'è il clima. Non con Alemanno, non ora almeno. Ma è d'accordo Amato che la commissione è ibernata e che occorre ben altra temperatura per rianimarla? "E' esattamente così - risponde il professore - io devo essere certo che un buon esempio di lavoro istituzionale comune non divenga un bersaglio. Lo devo essere a tutela delle persone che accettano il mio invito a far parte della commissione". E lei, professore? "E poi ci sono io - risponde Amato - che non ho lasciato la politica attiva per diventare uno scarico delle tensioni fra i politici". Quindi, professore, che succederà? "Quindi si vedrà".
2 commenti:
Caro Giovanni
Oggi è anche il giorno in cui il Presidente Fini, l'uomo che avrebbe disarticolato la destra dalle sue radici fasciste, lamenta che nei recentissimi interventi dei suoi “colonnelli” La Russa e Alemanno, ci sarebbe una quota di “sprovvedutezza” ...... dovevano essere “più avvertiti”; poffarbacco! (ma questa è una mia irriverente aggiunta).
Per rifarmi almeno un poco dello sconforto che mi prende al pensare che questo sarebbe il nuovo che avanza, pesco dal libro edito a cura della Camera dei Deputati che raccoglie i discorsi di Riccardo Lombardi, due frasi da lui pronunciate il 2 ottobre 1956 in occasione della commemorazione di Piero Calamandrei, affermava Lombardi:
“Credo che tutta la vita successiva di Piero Calamandrei sia stata dedicata a rappresentare al popolo italiano, a convincere tutti gli strati del popolo italiano dell’obbligo morale e politico, senza di che non vi è salvezza, dell’attuazione della Costituzione. …. E credo che l’omaggio che possiamo rendere seriamente alla sua memoria non sia quello delle lodi postume, ma un impegno rinnovato e preciso di compiere questa opera a cui concordemente ci siamo impegnati: realizzare in concreto la Costituzione, ubbidire, cioè, al comandamento che ci viene dall’evento da cui si origina la Repubblica italiana: dalla Resistenza.”
Più di cinquant’anni dopo siamo ancora immersi in analoghi flutti alle prese con gli stessi frangenti: dobbiamo ancora realizzare la Costituzione.
Oggi però abbiamo un gravissimo ostacolo in più da superare, rappresentato da quelli che ancora pensano, anche alla faccia del popolo sovrano, non solo a non attuarla la Costituzione (e alcuni intanto anche a svillaneggiarla), ma ancora a stravolgerla, di più e meglio di quanto non abbiano tentato di fare i cosiddetti “saggi di Lorenzago”.
E il PD non è estraneo a questa deriva.
- L’Italia sé desta- recita l’inno, che non va solo cantato dagli sportivi, ma va anche onorato da noi cittadini.
ciao Vittorio (Melandri)
No, niente affatto pedante. Così come non è pedante, ma anzi, ormai, è una pratica di resistenza, richiamarsi alla Costituzione.
Faccio mia (se posso ... :-)) anche la frase sui "dialoganti”, quelli cresciuti senza aver mai dialogato con nessuno ...
Paola M.
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