mercoledì 10 settembre 2008

egocentrismo, malattia senile della "sinistra"

Amato si ritira dalla Commissione Alemanno. Ma, badate bene, non perché in disaccordo con le dichiarazioni del sindaco. No, semplicemente "per non diventare un bersaglio".
E intanto Violante continua a risultare non pervenuto ( eh, già, devono eleggere i membri della Corte costituzionale)

Chiaro che non c'è il clima. Non con Alemanno, non ora almeno. Ma è d'accordo Amato che la commissione è ibernata e che occorre ben altra temperatura per rianimarla? "E' esattamente così - risponde il professore - io devo essere certo che un buon esempio di lavoro istituzionale comune non divenga un bersaglio. Lo devo essere a tutela delle persone che accettano il mio invito a far parte della commissione". E lei, professore? "E poi ci sono io - risponde Amato - che non ho lasciato la politica attiva per diventare uno scarico delle tensioni fra i politici". Quindi, professore, che succederà? "Quindi si vedrà".

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Caro Giovanni

Oggi è anche il giorno in cui il Presidente Fini, l'uomo che avrebbe disarticolato la destra dalle sue radici fasciste, lamenta che nei recentissimi interventi dei suoi “colonnelli” La Russa e Alemanno, ci sarebbe una quota di “sprovvedutezza” ...... dovevano essere “più avvertiti”; poffarbacco! (ma questa è una mia irriverente aggiunta).


Per rifarmi almeno un poco dello sconforto che mi prende al pensare che questo sarebbe il nuovo che avanza, pesco dal libro edito a cura della Camera dei Deputati che raccoglie i discorsi di Riccardo Lombardi, due frasi da lui pronunciate il 2 ottobre 1956 in occasione della commemorazione di Piero Calamandrei, affermava Lombardi:

“Credo che tutta la vita successiva di Piero Calamandrei sia stata dedicata a rappresentare al popolo italiano, a convincere tutti gli strati del popolo italiano dell’obbligo morale e politico, senza di che non vi è salvezza, dell’attuazione della Costituzione. …. E credo che l’omaggio che possiamo rendere seriamente alla sua memoria non sia quello delle lodi postume, ma un impegno rinnovato e preciso di compiere questa opera a cui concordemente ci siamo impegnati: realizzare in concreto la Costituzione, ubbidire, cioè, al comandamento che ci viene dall’evento da cui si origina la Repubblica italiana: dalla Resistenza.”

Più di cinquant’anni dopo siamo ancora immersi in analoghi flutti alle prese con gli stessi frangenti: dobbiamo ancora realizzare la Costituzione.

Oggi però abbiamo un gravissimo ostacolo in più da superare, rappresentato da quelli che ancora pensano, anche alla faccia del popolo sovrano, non solo a non attuarla la Costituzione (e alcuni intanto anche a svillaneggiarla), ma ancora a stravolgerla, di più e meglio di quanto non abbiano tentato di fare i cosiddetti “saggi di Lorenzago”.

E il PD non è estraneo a questa deriva.

- L’Italia sé desta- recita l’inno, che non va solo cantato dagli sportivi, ma va anche onorato da noi cittadini.



ciao Vittorio (Melandri)

Anonimo ha detto...

No, niente affatto pedante. Così come non è pedante, ma anzi, ormai, è una pratica di resistenza, richiamarsi alla Costituzione.
Faccio mia (se posso ... :-)) anche la frase sui "dialoganti”, quelli cresciuti senza aver mai dialogato con nessuno ...
Paola M.