sabato 13 settembre 2008

Compagni piloti

Ma AN non era particolarmente forte nel sindacato dei piloti?

Gubbio (Perugia), 16:31
ALITALIA: BERLUSCONI, CRISI COLPA DIPENDENTI E SINISTRA
"Il destino di Alitalia e' messo in forse dal comportamento irragionevole di alcune categorie di dipendenti e vediamo forte l'influenza della sinistra". Lo ha detto il Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, in collegamento telefonico con la scuola formazione di Forza Italia a Gubbio. Berlusconi intravede anche l'opera di alcune forze politiche: "in questo comportamento - ha aggiunto Berlusconi - vediamo forte l'influenza della sinistra, che pur di dare uno smacco al governo non esita a considerare poco importante il disastro che arrecherebbe a tutto il paese se Alitalia dovesse portare i libri in tribunale. Spero che questo non accada".

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Ti ricordi bene e lo ha anche ricordato il Corriere che i due capi dei piloti hanno come riferimento politico AN, forse non quella di FINI,iuttosto quella di Alemanno e La Russa.
Comunque si concluda la vicenda Alitalia o la pagheranno i lavoratori o sarà colpa loro. Ho sentito su Radio Popolare unonorevole del PdL, già dipendente Alitalia e membro di uno dei tanti consigli di amministrazione sulle colpe gravi del Management e del lottizzatissimo CdA: riba da bancarotta fraudolenta. Loro non pagheranno né civilmente, né penalmente. Perché: it is the capitalism! Stupid

Anonimo ha detto...

"It' capitalism", come dice Felice? Mica tanto.

Negli Stati Uniti, dove il mercato è una cosa seria e chi ne viola le leggi è punito peggio che se fosse colpevole di lesa maestà o di deicidio, le cose vanno diversamente. E non ci sono coperture politiche che tengano (almeno alla lunga). Vedi Enron, ad esempio.
In Italia, invece, imperversano i furbetti del quartierino. E la tesi non scritta ma già difficilmente tollerabile, secondo cui la società deve mettersi al servizio dell'economia, diventa un'aberrazione quando si finisce con la società che si mette al servizio degli affaristi.

O, meglio, dei malaffaristi.
FIAT è fuggita dalla borsa di New York dopo la richiesta di precisazioni sui bilanci e di maggior trasparenza avanzata dalla SEC. La stagione delle privatizzazioni italiane è un museo degli orrori, aziende tutto sommato di buone potenzialità - per quanto frenate dalla gestione politica pre-tangentopoli - svendute a prezzi di saldo ad amici a amici degli amici. E per finire l'ultimo miracolo italiano: la svendita di Alitalia in un contesto sottratto per decreto a qualsiasi logica di mercato e a qualunque legislazione oggi vigente in tema diritto fallimentare; il tutto - ovviamente - in nome di una presunta italianità dell'azienda, quando invece è chiaro che l'armata brancaleone messa in piedi dal governo - un'accozzaglia dei peggiori assaltatori di diligenze degli ultimi vent'anni - non aspetta altro che di passar la mano a qualche partner straniero, lucrando profitti per aver svolto la parte del boia.

Forse ha ragione Caruso: non si lamentino se, prima o poi, finiranno gambizzati. O, forse, ha ragione Mussolini, che di questi tempi pare ritornare di moda, forse per il tanto bene che ha fatto al paese. "Gli Italiani meriterebbero di essere bulgari"! Chi lo sa.... Di certo, con i tempi che corrono, i bulgari non meriterebbero di essere italiani...

Anonimo ha detto...

Forse dovevo precisare italian capitalism, ma anche negli stati uniti non se la passano tanto bene, ma i truffatori li mettino in galera, anche per falso in bilancio e false comunicazioni sociali. Non avranno l'assicurazione malattia generalizzata,ma qualche soddisfazione per la gente in galera loro, almeno, ce l'hanno

Anonimo ha detto...

I due capi della rivolta dei piloti. Che tifano An
Pubblicato il 13 settembre 2008 - Corriere della Sera
Autore: Rizzo Sergio