mercoledì 4 novembre 2009

Claudio Bellavita: La sfida passa dalle nuove cittadinanze

La sfida passa dalle nuove cittadinanze
Claudio Bellavita, 03 novembre 2009, 20:38

Dibattito Mentre noi celebriamo i 50 anni di Bad Godesberg, Berta scrive un libro sull'eclisse della socialdemocrazia europea che ha retto male alla globalizzazione, fondamentalmente perché i margini per la costruzione del welfare nei paesi occidentali derivavano in parte dal protezionismo e dai rapporti ineguali coi paesi del terzo mondo



In effetti la socialdemocrazia intesa come variante politica interna ai paesi occidentali è più sul declino che sull'avanzata, ma l'idea di socialismo, indipendentemente dalle applicazioni pratiche che si sono vostre nel novecento, è tutt'altro che tramontata, ha però bisogno di una vigorosa reinterpretazione.
La socialdemocrazia europea ha retto male alla globalizzazione, fondamentalmente perché i margini per la costruzione del welfare nei paesi occidentali derivavano in parte dal protezionismo e dai rapporti ineguali coi paesi del terzo mondo.
L'enorme diffusione della comunicazione mediatica e la semplificazione della comunicazione fisica ha portato in tutto il mondo l'immagine della civiltà occidentale dei consumi e la possibilità di raggiungerla, con l'emigrazione o con la diffusione della delinquenza,e soprattutto del narcotraffico.

Mentre noi ci culliamo in dibattiti sulle nostre figure storiche, su chi ha avuto ragione e chi torto di fare così o cosà, se è meglio più welfare o più liberalizzazioni, come riusciamo a garantirci consumi energetici a basso costo e , eventualmente, senza far bollire il pianeta, i poveri del mondo si trasferiscono armi e bagagli (talvolta in egual misura) nelle nostre periferie, oppure si costituiscono in sempre più numerose gang giovanili nelle loro periferie (e, un po' anche nelle nostre) al grido di "voglio una vita esagerata", e non importa se è breve, tanto i vecchi sono brutti. E' il messaggio della civiltà dei consumi e dell'immagine, non servono scuole per capirlo.
I soldi ci sono per tutti quelli che sono abbastanza intraprendenti e prepotenti, si fanno col narcotraffico che lascia margini enormi a quasi tutti gli intermediari, e che continua a diffondersi per il bigottismo proibizionista. O, secondo una leggenda metropolitana da verificare, perche alcuni servizi segreti ci hanno i loro margini.

In questo contesto, cresce nelle spaventate classi inferiori dell'occidente il bisogno di legge e ordine, e anche l'esigenza di essere protetti dalla concorrenza dei lavoratori immigrati. I socialisti non sono attrezzati a rispondere a questi bisogni, i cattolici non riescono a capire che il flusso di immigrati va governato se non si vogliono delle esplosioni.
In Italia stiamo ancora peggio, perché la cultura dell'illegalità è molto diffusa, a partire da quella fiscale e previdenziale: si crea lo spazio per populismi, di destra ma anche di sinistra mentre noi continuiamo a balbettare, o a evadere la sostanza del problema occupandoci di diritti civili , di ambientalismo, di laicismo ma nessuno riesce a elaborare una politica di integrazione civile, politica e sindacale degli immigrati esistenti e i comuni di sinistra temono la rivolta se, in base alle regole che sono state elaborate nel tempo per tutti, le case popolari e i posti negli asili vanno prima di tutto agli immigrati.

La forza lavoro in Italia è ormai composta quasi per il 20% da immigrati: o diamo la priorità al problema di come rapportarci a questo dato di fatto, oppure perdiamo e facciamo perdere tempo. E purtroppo dobbiamo anche tenere conto che per la maggior parte degli immigrati, la parola socialismo ha un suono sinistro: per chi viene dai paesi dell'Est, ma anche per i magrebini che difficilmente dimenticheranno che la guerra d'Algeria fu iniziata dai socialisti francesi.

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