Il Fatto», 17 gennaio 2009
POLTRONE, GIORNALI E DINTORNI
FUORI CHIABERGE, ARRIVA UN CIELLINO
di Belfagor
Riccardo Chiaberge, torinese, 62 anni, intellettuale liberale, già giornalista della Stampa e de Il Mondo, già caporedattore Cultura del Corriere della Sera, non è più il responsabile del “Domenicale”, cioè del supplemento culturale settimanale del Sole 24 Ore. Al suo posto, arriva Giovanni Santambrogio, finora caporedattore della pagina dei commenti e dei dibattiti, considerato molto vicino a Comunione e liberazione. L’ha comunicato ieri mattina alla redazione il direttore Gianni Riotta, con un ordine di servizio in cui il nome del curatore uscente non è nemmeno citato: “Con decorrenza primo dicembre c.a. Giovanni Santambrogio assumerà l’incarico di caporedattore dell’inserto Domenicale. Auguri di buon lavoro…”. Nel pomeriggio, di fronte allo sconcerto di una parte della redazione per le modalità vagamente staliniane della rimozione e dell’annuncio, Riotta tenta di rimediare con una seconda comunicazione: “Con decorrenza 1° dicembre c.a., Riccardo Chiaberge assumerà l’incarico di editorialista e inviato. Personalmente e a nome di tutti i colleghi, desidero ringraziare Riccardo per il grande contributo personale e professionale dato allo sviluppo e alla crescita del Domenicale”. Si dirà: normali avvicendamenti redazionali, anche in considerazione della crisi dei giornali, costretti a pensionare e prepensionare i giornalisti in esubero. Mica tanto: fra i giornalisti del quotidiano della Confindustria, sono in età da pensione, oltre a Chiaberge, anche il vicedirettore Elia Zamboni e il notista politico Stefano Folli, quest’ultimo molto gradito a Berlusconi, che si è spesso profuso in pubblici elogi al suo “equilibrio”. Bene, i due suddetti in pensione non vanno. Chiaberge invece sì. Da noi interpellato, non ha voluto polemizzare né rilasciare dichiarazioni. Resta il fatto che il Domenicale è l’inserto culturale più prestigioso, elegante e apprezzato d’Italia. Ora pare che verrà ridotto a formato tabloid, tipo free press. Il problema, più che il Domenicale, pare essere proprio Chiaberge, ultimamente nel mirino dei berluscones e dei teocon, anzi degli ateocon, per il saggio “Lo scisma” appena pubblicato da Longanesi sui “cattolici senza Papa”, i “disobbedienti” che dissentono dalla restaurazione teologica, dottrinale e politica della Chiesa in materia di fecondazione assistita, morale familiare, testamento biologico, diritti degli omosessuali e delle coppie di fatto. Basta leggere gli attacchi a Chiaberge del Foglio di Giuliano Ferrara, house organ dell’ateoclericalismo berlusconiano e mondadoriano, per rendersi conto della posta in gioco. Il fatto poi che i colossi Mondadori e Rizzoli temano la concorrenza del gruppo indipendente Gems (Garzanti, Longanesi ecc.) è un’altra singolare coincidenza. Ma è curioso che proprio il quotidiano della Confindustria, sempre pronto a suonare le trombe per il libero mercato e la libera concorrenza, decida di rimuovere dal suo posto un intellettuale del calibro di Chiaberge, che aveva portato il Domenicale ad altissimi livelli di prestigio e di vendite. Squadra che vince si cambia.
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