venerdì 21 agosto 2009

Riccardo Nencini: Lo statuto dei lavori

Dal sito di Sinistra e libertà

LO STATUTO DEI LAVORI, I LAVORI IN UN NUOVO STATUTO

di Riccardo Nencini*

E’ al terzo popolo che la sinistra riformista deve guardare, ed all’intreccio tra diritti sociali e diritti civili.

Battere dunque strade diverse da quelle tradizionali, rese marginali ed inefficaci dai mutamenti profondi della società italiana nella domanda, nell’offerta e nell’organizzazione del lavoro.

Il terzo popolo è figlio della societa’ della conoscenza, il mondo nel quale viviamo da almeno un quindicennio, nella penisola ed altrove. Il terziario al posto dell’industria, scrivono i sociologi. L’individuo al posto della massa. Emerson che spodesta Marx.

Il terzo popolo si muove senza diritti nel mondo del lavoro, ha una professione precaria e quasi sempre un titolo di studio in tasca. Esce dalla famiglia di provenienza attorno ai trent’anni (mix uomo/donna), si lega più tardi in unioni stabili ma dà vita ad una diversa forma di famiglia (diversa rispetto a quella tradizionale naturalmente), non ha certezze, non ha sicurezza, non ha tutele, non ha voce nel sindacato (che lo evita in quanto soggetto atipico destinato a turbare il quieto vivere).

Il terzo popolo sono i nostri figli - almeno 4.500.000 - e sono passioni che se ne vanno. In questa Italia, né ammortizzatori sociali di base né valorizzazione del merito ed investimento su giovani talenti. Un disastro.

La sinistra nuova deve ricominciare da qui, ingaggiando una dura battaglia contro il governo e, se necessario, contro pezzi di sindacato e di certa sinistra che si alimentano di consuetudini, di luoghi comuni, di slogan spazzati via da tempo e da questa generazione.

Sostenere la bontà della flex security, di un salario minimo collegato alla formazione professionale ed alle specializzazioni ( indennità di cittadinanza ) e prevedere una riforma del diritto del lavoro per estendere ai precari almeno i diritti fondamentali studiati e proposti dai giuslavoristi della scuola di Giugni, padre dello Statuto dei Lavoratori, è il minimo che si possa fare. E’ la priorità. Il luogo dove si intersecano i valori della inclusione, della giustizia sociale, della dignità di vita.

Su questo tema Sinistra e Libertà deve impiantare - qui ed ora - una campagna pubblica, una iniziativa di legge popolare consentita dalla nostra Costituzione, e sfidare maggioranza ed opposizioni parlamentari ad inserirla nell’agenda. Prima che l’inverno, con le foglie, si porti via anche affetti e intelligenze.

*dirigente di Sinistra e Libertà - Segretario PS

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