venerdì 6 giugno 2008

Pescati nella Rete: l'europa dei duri

dal sito www.aprileonline.info

L'Europa dei duri
Andrea Scarchilli , 05 giugno 2008, 18:49
Passa in Consiglio dei ministri la versione più intransigente della direttiva sull'immigrazione: 18 mesi di detenzione per i clandestini, possibilità di espellere anche i minori. I socialisti si preparano a dare battaglia ma pesano le divisioni sul voto finale. Tensione, nel frattempo, con il Pd: la questione della futura collocazione degli eletti democratici non si è ancora sbloccata
In Europa si affaccia la linea dura. I 27 ministri dell'Interno dell'Unione hanno approvato, all'unanimità, una direttiva che ricalca alcune delle norme contenute nel pacchetto sicurezza varato dal governo Berlusconi. La presidenza di turno slovena punta a farlo passare all'Europarlamento il 18 giugno prossimo, in prima lettura. I giochi, tuttavia, sono aperti. Il gruppo popolare, che detiene a Strasburgo la maggioranza relativa dei seggi, per ora non vacilla. Molto dipenderà dall'eventualità che i gruppi socialista, liberaldemocratico, dei verdi e della sinistra riescano a compattarsi intorno a un'opposizione dura. Ma le posizioni sono sfumate.
La normativa varata dai ministri dell'Interno dell'Unione ha l'obiettivo di armonizzare le diverse legislazioni sul rimpatrio degli irregolari. Prevede, tra le altre cose, la possibilità per gli stati membri di detenere un immigrato clandestino in appositi centri per una durata massima di diciotto mesi. Si potrà farlo, se il provvedimento non subirà modifiche, in tre casi: rischio di fuga, mancata collaborazione e mancata consegna dei documenti. Si avrà l'autorizzazione di detenere ed espellere anche i minori e in certi casi il reingresso potrà essere vietato per cinque anni consecutivi. Il ministro Roberto Maroni si è detto soddisfatto: "Siamo sulla strada giusta". In particolare il primo punto della direttiva, quello dei diciotto mesi di detenzione, si sovrappone alla perfezione alla misura inserita nel decreto legge approvato dal Consiglio dei ministri riunitosi a fine maggio a Napoli.
Il principale gruppo di opposizione, quello dei socialisti, è concorde nel piano d'attacco: diciotto emendamenti di modifica, tra cui l'accorciamento del tempo massimo di reclusione dei clandestini e maggiori tutele per i minorenni. Il problema, pare, potrebbe venire dopo: se gli italiani, i francesi e i belgi sono determinati a votare contro un provvedimento che non sono riuscissero a modificare, i tedeschi e gli spagnoli potrebbero appoggiarlo, anche nel caso di un'eventuale battaglia persa, così com'è. I britannici nicchiano, gli altri sono presi nel mezzo e dovranno valutare da qui al diciotto giugno. Lo scontro degli emendamenti sarà anche sul piano procedurale. Se quelli del relatore del Consiglio dei ministri saranno presentati prima, si rischia di annullare alcune delle proposte di modifica messe a punto dall'opposizione. In ogni caso, sia per la conta per la votazione degli emendamenti che in quella per l'approvazione finale, conterà ogni singolo, e tutt'altro che scontato, voto. La stessa maggioranza del Ppe potrebbe rivelarsi meno bulgara di quanto si pensi oggi, i liberaldemocratici (gruppo nel quale militano gli eurodeputati della Margherita) sono tutt'altro che compatti.
Proprio i liberaldemocratici sono coinvolti in uno scontro che sta investendo il Partito socialista europeo e il Partito democratico nostrano. Da mesi va avanti una trattativa sulla collocazione degli eletti nel Pd in Europa: il prossimo anno ci saranno le consultazioni comunitarie, e il segretario Walter Veltroni dovrà sciogliere la riserva: riuscirà a dare sistemazione univoca agli europarlamentari del Pd? Nelle ultime ore sia Francesco Rutelli che Pierluigi Castagnetti, esponenti di spicco della fu Margherita, hanno mandato segnali negativi in chiave di adesione al Pse. Il presidente del gruppo socialista europeo, Martin Schulz, non la sta prendendo bene: è atteso a Roma per un incontro proprio con Veltroni. Riteneva che le aperture concesse dal Congresso di Oporto del dicembre 2006 fossero sufficienti ad ottenere l'avallo di tutto il Pd. Fu uno sforzo, da molti ritenuto storico, la dichiarata disponibilità ad accogliere nella famiglia europea del socialismo anche elementi non propriamente "puri". Alla componente della Margherita, a quanto pare, non è bastato. E già si parla di un gruppo a parte del Partito democratico a Strasburgo.

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