dalla newsletter del Centro di formazione politica
Davide BiassoniLa sicurezza e le scelte del PD
Un’Italia preoccupata e timorosa quella che lo scorso aprile ha scelto di non premiare con la vittoria la coraggiosa e innovativa strategia politica del PD, dando invece fiducia a Berlusconi e Bossi. Il caso Alitalia, l’indecoroso affaire della spazzatura a Napoli, una crescita economica quasi nulla e una criminalità sempre più minacciosa: sul governo di centrodestra pesa ora la grande responsabilità delle risposte concrete per il rilancio del paese. E, sul nodo sicurezza, Maroni ha incontrato in settimana i Sindaci di una ventina di città medio-piccole, firmatari della cosiddetta “Carta di Parma”, con la quale i primi cittadini chiedono maggiori poteri e risorse per intervenire efficacemente contro il degrado e il crimine che attanagliano le comunità locali. Il Ministro dell’Interno leghista ha scelto una linea diretta e federale, aprendo subito il tavolo a coloro che in virtù del loro contatto diretto con il territorio possano agire puntualmente. Si cercano misure operative contro fenomeni deleteri, tra i quali l’incivile costume di imbrattare muri e monumenti, il vandalismo contro i beni pubblici, gli ambulanti abusivi, le merci contraffatte e la diffusione della prostituzione. Su quest’ultimo punto, a causa di divergenze anche all’interno della maggioranza, una soluzione organica è stata spostata dal Decreto in Senato a un Disegno di Legge che, si promette, sarà approvato entro luglio. C’è anche chi, come il Sindaco di Verona Flavio Tosi, ha invocato la possibilità di un fermo di 24 ore da parte della polizia municipale contro tutti i comportamenti che mettano a pericolo la sicurezza urbana, ma su questo punto permangono pareri molto discordanti e, allo stato attuale, rimane solo una proposta. I Comuni, in particolare, chiedono che le maggiori risorse per la sicurezza siano escluse dal Patto di Stabilità fra centro e periferia: su questo, però, grava l’ombra dell’abolizione dell’Ici, una fonte d’introito non certo secondaria per le entrate locali. E il PD? La sconfitta alle politiche e al Campidoglio è certo un boccone amaro da digerire, e il terreno su cui è imperniato il dibattito politico è dei più sfavorevoli: Bassolino ritenuto uno dei maggiori responsabili per il disastro rifiuti in Campania (e il voto del 12-13 aprile ha parlato chiaro); il tema della sicurezza che ancora non riesce ad essere maneggiato con convinzione ed efficacia per paura di essere bollati come repressivi e xenofobi; la pressione fiscale che si è acuita sotto il governo Prodi. Non da ultimi due grossi nodi irrisolti: il ruolo dei valori cattolici all’interno del partito, ossia l’identità del PD rispetto alle questioni eticamente sensibili (laicità, nuovi diritti, progresso scientifico) e il dilemma della collocazione europea a un anno dalle elezioni per il rinnovo del Parlamento di Strasburgo, ossia nel PSE o promotori di una nuova più larga alleanza? Ci vuole un colpo d’ala, un rilancio che si attende nell’Assemblea nazionale di giugno, perché il PD, più che di un governo-ombra, ha bisogno di un’anima.davide.biassoni@unimi.it
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