mercoledì 3 aprile 2013

Felice Besostri: Come uscire dall'impasse

La decisione di Napolitano di istituire 2 commissione di saggi ha visto la solita agitazione sul niente. Qualcuno ha ipotizzato, nei soliti bla-bla che sono i post dei social network, persino un procedimento di impeachment per attentato alla Costituzione, l'unica ipotesi che fa venir meno l'immunità garantita dall'art. 90 Cost.. Mi permetto di osservare che se ci fosse un sospetto del genere il prof. Valerio Onida, presidente emerito della Corte Costituzionale, non avrebbe accettato l'incarico. La prima riunione e il tempo assegnato hanno chiarito che non c'è interferenza né con le prerogative del Presidente, nè con quelle del Parlamento( paralizzato senza che si levino forte parole di sdegno dal PdL, che semplicemente non fornisce i nomi dei propri rappresentanti nelle Commissioni Permanenti, senza un previo accordo su presidenze, vice-presidenze e magari Governo e Presidente della Repubblica), nè delle forze politiche, anche se sono gli attori meno lucidi dello scenario. Personalmente non sono d'accordo con il merito della proposta, né con i nomi, a parte l'eccezione menzionata, ma non per una generica maggiore presenza femminile: ci fossero state la Fornero, la Melandri, la Santanché, la Severino, la Lombardi o la Finocchiaro, che pure è un pò meglio, sarebbe stato meglio? I partiti italiani, l'ha sottolineato persino lo Spiegel attualmente nelle edicole, hanno perso una delle qualità principali della politica indicare soluzioni anche sapendo fare compromessi. CDU e SPD preferiscono governare solamente con un alleato minore, che costituire una Groβe Koalition , ma, se non c’è altra soluzione o l’interesse nazionale lo richiede, le si fanno. Paradossalmente è più facile se i partiti hanno un’identità forte, hanno una chiara percezione dei problemi da affrontare e idee per risolverli: per questo le trattative programmatiche sono intense e la distribuzione dei ruoli. In Italia non si ha questa sensazione, dando per esempio un’occhiata agli 8 punti del PD e di Bersani e al fatto che si parta dalle alleanze, come appunto si fosse nella situazione “dimmi con chi vai ti dirò chi sei”. Aver escluso a priori un’alleanza parlamentare e programmatica limitata nel tempo ha ricompattato il PdL intorno all’impresentabile Berlusconi, mentre le aperture al M5S ne hanno aumentato le capacità di ricatto. Eppure l’Italia in un momento difficile della sua storia nel Secondo Dopoguerra è stata capace nel 1946 di un compromesso alto di cui la Costituzione del 1948 è l’emblema: teniamocela stretta e cerchiamo di attuarla, piuttosto che cambiarla. Le modifiche del 2001 del Titolo V della Parte Seconda e quelle del 2012 degli artt. 81, 97, 117 e 119 fanno venire i brividi su quello che possono provocare Parlamenti eletti con il Porcellum. Solo che nel 1946 protagonisti del compromesso furono i partiti PCI, PSI e DC, partiti di massa, forti e radicati nella società: ora dovrebbero essere PD, PdL e M5S a promuoverlo e realizzarlo. No comment. Tornando a bomba di Napolitano, quali che siano le riserve sul ruolo politico giocato nella formazione e sostegno al Governo Monti, che non l’ha ripagato, è di fronte ad un’equazione con troppe incognite. Se manda un governo allo sbaraglio con la sfiducia di una Camera, questi può solo gestire le elezioni, come nel precedente Governo Fanfani VI dal 17 aprile 1987 al 28 luglio 1987 il primo a “sfiducia programmata”. Tuttavia Napolitano non può sciogliere e anche il nuovo Presidente se sciogliesse dovrebbe far rivotare con la legge elettorale vigente, una legge di sospetta costituzionalità fin dalle sentenze della Corte Costituzionale n. 15 e 16 del 2008, riconfermate con la n. 13 del 2012. Una decisione legale, ma non legittima. Quei costituzionalisti che son rimasti pavidamente silenti di fronte al più grave vulnus mai perpetrato alla nostra Costituzione, sarebbe meglio che stessero zitti e non discettassero sulla costituzionalità dei “saggi”. Con una legge ordinaria si è cambiata la forma di governo parlamentare, in assenza di una legge di attuazione dell’art. 49 Cost. si è dato il potere ad un manipolo di dirigenti di partito, assistiti nel migliore dei casi da una loro corte o da una ristretta nomenklatura, di nominare 945 Parlamentari invece di farli eleggere da 44 milioni di italiani. Non solo si è consentito con un’aberrante , e comunque estensiva, interpretazione dell’art.66 Cost che non ci fosse alcun controllo giurisdizionale sul procedimento elettorale preparatorio con la conseguenza che gli unici competenti ad esaminare un’incostituzionalità della legge elettorale sarebbero i componenti delle Giunte delle Elezioni delle Camere elette con la legge di sospetta costituzionalità: giudici in causa propria, con buona pace degli articoli 24, 103 e 113 della Costituzione anche in caso di flagrante violazione degli artt. 3, 48 e 51 Cost.!!!. Votare col Porcellum per la quarta volta sarebbe indecente e un attentato alla Costituzione: chi non lo capisce è complice. A sinistra ci sono idee sul punto più arretrate di quelle espresse dalla Procura generale presso la Cassazione nella pubblica udienza del 21 marzo corso della Prima Sezione della Suprema Corte nel ricorso promosso dall’avv. Aldo Bozzi con altri 26 cittadini elettori e che ho avuto l’onore di discutere. Se i giudici non decidessero di sostituirsi alla Cote Costituzionale, come hanno fatto in primo e secondo grado i giudici di Milano il rinvio alla Corte Costituzionale è praticamente certo. Lo stesso problema dovrà essere risolto il 4 aprile dal Tar Lazio, che a differenza del 2008 ha affermato la propria giurisdizione e competenza. Il tutto nel più assoluto silenzio stampa e dei costituzionalisti, con poche eccezioni, ma tra i costituzionalisti senza accesso alla stampa e alla televisione. Bisogna tremare quando decisioni politicamente così importanti pesano sulle spalle dei giudici di un collegio, ma c’è da sperare che la salus reipublicae, che è la suprema lex, li ispiri come lo Spirito Santo ha suggerito ai cardinali di eleggere Papa Francesco I°. Con la elegge elettorale vigente rinviata alla Consulta nesun presidente della repubblica potrebbe sciogliere le Camere e indire nuove elezioni, da celebrarsi entro 70 giorni come previsto dall’art.61 Cost., anche se la giurisprudenza elaborata per evitare di pronunciarsi sulla costituzionalità della legge elettorale ha considerato atto inimpugnabile il decreto presidenziale di indizione dei comizi elettorali, sempre nel silenzio dei costituzionalisti italiani. Se la maggioranza della Camera fosse legittima oltre che legale, il nuovo Presidente potrebbe sciogliere il solo Senato e affidare al popolo italiano la decisione finale. Una decisione impossibile con una maggioranza alla Camera di una coalizione che non raggiunge il 30% dei voti espressi, corrispondente al 22,50% degli aventi diritto. Sui nodi ineludibili istituzionali (nuova legge elettorale) ed economici(rilancio produzione) stiamo a vedere se arrivano prima i saggi o i partiti, sarebbe per quest’ultimi un necessario segno di esistenza in vita.

19 commenti:

luciano ha detto...

Scrive l’amico e compagno Felice Besostri nel suo articolo:

“I partiti italiani, l'ha sottolineato persino lo Spiegel attualmente nelle
edicole, hanno perso una delle qualità principali della politica indicare
soluzioni anche sapendo fare compromessi. CDU e SPD preferiscono governare
solamente con un alleato minore, che costituire una Groβe Koalition , ma, se
non c’è altra soluzione o l’interesse nazionale lo richiede, le si fanno”.

Da settimane dai giornali e dai talk show televisivi si leva il medesimo
coro: “perché mai non si fa un accordo di governo tra PD e PDL per superare
lo stallo?”.

Più leggo e più ascolto queste invocazioni e più mi viene da chiedermi se
per caso questi giornalisti che esibiscono il loro pensoso stupore non siano
arrivati freschi freschi da Marte dopo essere rimasti scollegati dal pianeta
terra negli ultimi 20 anni.

Vedere perfino Besostri, col quale da decenni mi trovo quasi sempre in
sintonia e che stimo moltissimo, scrivere come questi marziani, mi mette
sinceramente in crisi.

Sicuramente sbaglierò io.

Eppure ... Eppure in questi due decenni a me pare che sia successo qualcosa
che non ha paragoni con la Germania della Grosse Koalition, o con l’Austria
dove si accordano SPO e OVP, o con il Regno Unito dove hanno dovuto
coalizzarsi conservatori e liberaldemocratici.

In Italia dal 1994 c’è un signore che ad ogni elezione spiega che è
costretto a scendere in campo per salvare il Paese dalla sinistra. L’ha
ripetuto anche questa volta, ha detto di essere addirittura disperato di non
potersi ritirare e prendersi cura dei nipotini (e delle nipotine) perché si
ritiene l’unico in grado di sbarrare la strada al nemico.

Insomma, dal 1994 è stata dichiarata una sorta di guerra civile evocando
nemici immaginari (i comunisti) capaci di infernali sconquassi, ci è stato
propinato ad arte un infinito supplemento di guerra fredda come fossimo
ibernati negli anni ’50. Non mi risulta che in Germania, in Austria o nel
Regno Unito vi sia qualcosa di simile.

In Italia c’è un signore che è stato accusato di [usiamo questa formula
prudenziale] non aver esitato a corrompere GdF e magistrati nella cura degli
affari personali, ed oggi è accusato di [sempre prudenza] non aver esitato a
comprarsi parlamentari dello schieramento avverso nella cura degli affari
politici. Anche qui non mi risulta che in Germania, in Austria o nel Regno
Unito vi sia qualcosa di anche lontanamente paragonabile. Anzi, sono
nazioni in cui basta l’accusa di avere copiato qualche capitolo di una tesi
per far dimettere le più alte cariche dello Stato.

In Italia c’è un signore che, come il classico bambino pestifero che
ciascuno di noi ha incontrato nei giochi d’infanzia, ogni volta che gli
conviene butta all’aria il tavolo e dice “non gioco più”. Lo fece nel 1998
con la bicamerale di D’Alema, l’ha rifatto pari pari nel 2012 col governo
Monti.

È con questo signore e con il suo partito personale che Bersani dovrebbe
fare la Grosse Koalition. Non con la CDU o la SPD.

Sarà senz’altro un mio limite, ma io non riesco a capire come si possa
essere stupiti che non sia disposto a farla.

Ed invece sono io sconcertato di fronte a tutti questi incitamenti a
risedersi al tavolo col baro.



Luciano Belli Paci

Vittorio Melandri ha detto...

Sono molto d’accordo con Luciano Belli Paci.

Su “la Repubblica” di qualche giorno or sono, appena sopra Franco Cordero ci ricordava, se mai ce ne fosse bisogno, che:

“Ognuno sa chi sia, pirata senza scrupoli, mago della frode, corruttore d’istinto, falsario, sopraffattore; e come abbia fondato l’impero delle lanterne magiche con le quali da trent’anni droga e istupidisce l’audience…”.

Ma appena sotto, Adriano Celentano contestava a Paolo Flores d’Arcais che ha sbagliato obbiettivo, per applicare la Legge dello Stato 361/57, da vent’anni aggirata con una interpretazione da legulei, non bisognerebbe fare appello, come già per tempo fecero Paolo Sylos Labini ed altri, ai componenti dell’audience istupidita, ma…..

…… si “dovrebbe concordarla col diretto interessato: Berlusconi”.

Va bene essere “il Re degli ignoranti”, come Adriano Celentano con autoironia si definisce, ma prendendo la parola in pubblico, ovvero agendo “politicamente”, e intendo tale agire nel senso più nobile, credo possa valere quanto sostenuto da Fabrizio Cicchitto in una famosa lettera aperta pubblicata sulla rivista Pagina nel Settembre del 1981.

In politica appunto…..

… “è lecito essere furbi, non è consentito essere fessi”.

E da vent’anni almeno, nei confronti di Berlusconi, oltre che non essere furbi, in troppi, davvero in troppi si è stati anche fessi.

Vittorio Melandri ha detto...

…avevo a suo tempo letto che a Milano “alcuni elettori organizzati dall’avvocato Aldo Bozzi” stavano tentando di ottenere una pronuncia di incostituzionalità della Legge elettorale in vigore, nota per essere una “porcata”, alias “Porcellum.

Poiché le fonti di disciplina della Corte costituzionale, stabiliscono che non sono i cittadini che possono chiamare in causa la Corte Costituzionale, ma solo organi della giurisdizione e Istituzioni, è successo che i soprarichiamati cittadini, da ultimo dinnanzi alla Corte di Appello di Milano, si siano trovati contro il governo Monti che quella legge l’ha difesa in giudizio, ottenendo dai giudici il rifiuto di coinvolgere appunto la Corte stessa.

Su mandato del Governo, chiamata a difendere la costituzionalità della legge “porcata”, ho letto a suo tempo che l’avvocato dello Stato Maria Gabriella Vanadia ha fra l’altro sostenuto:

“la mediazione dei partiti politici per concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale è connotato specifico del nostro sistema.”

Per l’ennesima volta mi è tornato alla mente quanto Gustavo Zagrebelsky ha fissato magistralmente in una sorta di tragico emistichio, e cioè che i cittadini italiani sono calati dentro: “una legittimità illegale, una legalità illegittima”.

Con la modesta dotazione di intelletto di cui dispongo, non mi stanco di sottolineare che in Costituzione, Art. 49, non sono i ‘partiti’ ad essere il soggetto, nelle cui mani riposi anche una possibile “mediazione” da offrire magnanimamente a noi cittadini, perché possiamo al fine concorrere a determinare la politica nazionale, ma al contrario, in Costituzione sta scritto che ad essere soggetto, siamo proprio noi cittadini, cui viene riconosciuto il diritto primario di concorrere a determinare la politica nazionale, e che sia per la cui soddisfazione, che possiamo anche associarci in partiti.

In altre parole, la Costituzione dice che come connotato specifico del nostro sistema, siano i partiti ad essere strumenti nelle mani dei cittadini, e non il contrario, come da ultimo l’avvocato dello Stato Vanadio sembra di fatto sostenere.

“Chi dice le bugie al dottore, vedete figliuolo, è uno sciocco che dirà la verità al giudice. All’avvocato bisogna raccontar le cose chiare: a noi tocca poi a imbrogliarle.” Manzoni

Sino a che ci metteremo nelle mani di questi “Azzecca-garbugli”, essendo troppi i politici italiani, che, onesti o disonesti che siano, sono veri e propri “Azzecca-garbugli”, non c’è speranza di uscire dal cunicolo stretto e cieco nel quale ci siamo infilati, ed ancora una volta è accaduto, che la luce che qualcuno diceva di scorgere in fondo al tunnel, era quella dell’ennesimo un treno che ci stava arrivando addosso.

Quanto ai “saggi”, anzi all’unico che assomigli veramente ad un saggio, Valerio Onida, il quale non a caso ha sottolineato come sia improprio parlare di “badanti” semmai si dovrebbe parlare di “baby sitter” visto che il Parlamento ha pochi giorni di vita, ha ricordato da Lilly Gruber come si dovrebbe porre mano all’Art. 66 Cost. quello che dice …. che…

“Ciascuna Camera giudica dei titoli di ammissione dei suoi componenti e delle cause sopraggiunte di ineleggibilità e di incompatibilità.”

Or bene la cosa non è affatto impensabile tanto è vero che su iniziativa ovviamente dimenticata, dei deputati Zaccaria, D’antona, ed altri, subito in apertura di XVI legislatura, il 29 aprile 2008, è stato presentato una Proposta di Legge Costituzionale volta appunto a modificare l’articolo 66 della Costituzione con l’introduzione della facoltà di ricorso alla Corte costituzionale contro le deliberazioni delle Camere in materia di verifica dei poteri. E questo anche perché, come si legge nella documentazione a sostegno della proposta stessa:

“Da un’analisi comparatista risulta come nella maggior parte dei Paesi dell’Unione europea la verifica dei poteri spetti ad organi esterni al Parlamento (si vedano Svezia, Regno Unito, Portogallo, Spagna, Francia e Austria) mentre solo in Italia, Belgio, Paesi Bassi e Danimarca la verifica sia interna.”

davide ha detto...

No, non sbagli.
Col pdl, cioè Berlusconi, nessun accordo.

L'Italia civile e democratica non ne può più e non lo sopporterebbe.

Davide Vanicelli

claudio ha detto...

peraltro questo signore sa comunicare molto bene, mentre per quel che
riguarda la sinistra di ogni colore questa attività è vista con sdegno, per
cui nessuno sa cosa vogliono di concreto, quali provvedimenti prenderebbero
subito, oltre che farci un bel convegno

stefano ha detto...

Condivido gran parte, solo su un passaggio sono perplesso.

"Paradossalmente è più facile se i partiti hanno un’identità forte, hanno una chiara percezione dei problemi da affrontare e idee per risolverli." Verissimo, ma indubbiamente le anomalie PD e PDL non sono comparabili. Il PD è un'anomalia sul piano ideologico e dell'eterogeneità di vedute, ma è un partito che sa assumersi le responsabilità di un grande partito, mentre Berlusconi è inaffidabile e quelli del PDL pure, non si sono sfilati nemmeno durante l'anno di governo Monti, quando potevano costruire una destra veramente europea.
Sull'inaffidabilità di Berlusconi non credo che ci sia bisogno di ricordare come si sia sganciato dal governo Monti a pochi mesi dalle elezioni

maurizio ha detto...

Come sempre avviene sono d'accordo con Luciano. Nemmeno io capisco perché Felice, che prima delle elezioni voleva l'alleanza con Rivoluzione Civile, oggi sia disponibile nei confronti del governissimo. Per fare la riforma elettorale? Ci crede davvero? Pare comunque che Berlusconi voglia andare al voto il più presto possibile visto che fiuta la vittoria. E intanto i grillini cominciano a dividersi e alcuni di loro rimpiangono il niet a Bersani. Bravo Napolitano, veramente bravo!
Maurizio

paolo ha detto...


E aggiungerei che questo signore, oltre a quanto già detto, è anche l'uomo di più ricco d'Italia, imprenditore che ha fatto successo senza scrupoli e con denaro di dubbia provenienza, proprietario di un oligopolio (lui che si dice a favore del libero mercato) mediatico che non ha paragoni nei Paesi civili, con televisioni giornali radio riviste che hanno raccolto i peggiori giornalisti in circolazione e ammorbano gli Italiani con la loro propaganda; creatore e padrone di un partito-azienda privo di democrazia interna, sdoganatore del razzismo leghista; noto amico di soggetti condannati per reati gravi, egli stesso coinvolto in numerosi processi (persino per prostituzione minorile!) da quali si salva mediante leggi ad personam o con la prescrizione...
In Germania o Gran Bretagna un personaggio del genere non lo eleggerebbero nemmeno sindaco di un paesello, in Italia è un ventennio che ricopre ruoli istituzionali importanti. Forse è il caso che smetta.

Scusate lo sfogo. PP

davide ha detto...

Paolo mi hai rubato le parole.

Siamo Rosselliani o no? Sì? Allora dobbiamo avere la stessa intransigenza che voleva il Partito d'Azione contro i fascisti (l'unica differenza è che Berlusconi non usa il manganello ma ha metodi di persuasione altrettanto efficaci).
E aggiungo, per rimanere al parallelo storico, che fu Togliatti a volere l'ammistia, così come oggi molti piddini del "ma anche" vogliono il governissimo.

Il "ma anche" è la versione moderna della doppiezza togliattiana, ma sempre quella è. Quella del "fare come in Russia", ma fare anche i socialdemocratici nelle regioni rosse; quella dell'ateismo, ma anche dell'art. 7 della Costituzione; quella della Resistenza fatta passare come interamente comunista, ma anche dell'amnistia e così via.

Noi siamo un'altra cosa. Un'altra cultura politica e soprattutto un'altra storia.

autuori ha detto...

Mi sfugge il senso dell'osservazione. Felice si riferisce all'incapacità di fare compromessi necessari cioè "alti",
esempio la nuova legge elettorale prima delle elezioni; (cita più oltre, la costituente del '46 e le distanze notevoli tra i contraenti).
La formazione del prossimo governo non è, mi pare, neppure presa in considerazione.
Peraltro tutti conosciamo bene Felice e dunque?
Autuori

felice ha detto...

Prego di leggere meglio il mio intervento metodologico. Con Berlusconi in campo nessuna grosse Koalition. Questo è il prezzo minimo di un accordo che va fatto se c'è un'intesa programmatica e
se non ci sono alternative che non siano le elezioni con il porcellum. Credo che siano state sottovalutate le conseguenze istituzionali della legge elettorale e il degrado politico e morale che ha prodotto. Non si ferisce così una Costituzione.



Felice Besostri

alberto ha detto...

Concordo pienamente con Luciano. No: in Italia non è possibile fare una
Groβe Koalition sino a quando la destra è rappresentata da Berlusconi e
dalla sua cultura (!!!!) politica. I partiti del centrosinistra ne
uscirebbero distrutti.

franco ha detto...

Voglio dissentire e affrontarla da leader ( lo sono sempre stato sia in politica che in economia )

Quando si presenta uno , che tra l'altro ha quasi nulla da dire ( IMU - Meno tasse e condono tipicamente destrorsi ) ma che ha personalità e volontà da vendere, lo subiamo per assoluta mancanza di coraggio e capacità di affronto.

Ma che cacchio, guidati da Bersani .. uno mai profondo ( mi riferisco per confronto ai contributi che qui trovo sovente ) , incapace di portare speranze e generare idee di un futuro migliore, attorniato da una squadra veramente SCARSA che io non avrei mai convocato ( Fassina, Orfini, Moretti, Speranza, Geloni, Stumpo ... ridateci Veltroni e D'Alema ) come possiamo prendere iniziative e costringerlo all'inseguimento ?

No il partito e la sinistra è piena di buone intenzioni, di grande afflato umanitario e di valori socialisti ( si voglio usarlo il sostantivo da me amato ) ma manca di leadership cosicchè ha paura di Berlusconi.

Se continuerà a prevalere il senso di inferiorità non andremo da nessuna parte.

Non è forse vero che la sinistra è diventata radical chic e non più operaia e sindacalizzata ?

Sì ed allora non abbiamo più né il nerbo né il pragmatismo degli anni 60.


Propongo un'analisi degli iscritti e simpatizzanti PD.

Gli iscritti sono circa 450.000 e rappresentano molto meno del 0,8% dei cittadini italiani contro il 5,5% degli anni 60.

Nei circoli da me frequentati, molti, gli iscritti sono rappresentativi al 70% di due categorie

1- pensionati

2- impiegati ( colletti bianchi )

Altra categoria rappresentata sono le famiglie, meglio i figli con 30/40 anni.

Gli operai raggiungono in un circolo il 7%. In tutti gli altri sono presenti minoritariamente.

Non è la composizione sociale cui auspico!!!


Occorre fare opera di evangelizzazione e riportare nel partito coloro che vorremmo rappresentare

Franco Donati


maurizio ha detto...

Mi fa piacere che Felice abbia chiarito il suo pensiero. In questi termini lo condivido. Purtroppo però non sembra che la destra abbia la minima intenzione, almeno al momento, di liberarsi e liberarci di Berlusconi.
Maurizio

Vittorio Melandri ha detto...

Continuo ad essere convinto che Berlusconi sia un "mandato" e non un "mandante", ma accade spesso che sia alla lunga "il morto" a mangiarsi "il vivo", e così da tempo il parassita si è impadronito a tal punto del "mandato" (la parola è la stessa ma cambia ovviamente il suo significato) da rendere impossibile ormai per questo centro destra fare a meno di lui. Per questo penso che quanto ribadito da Felice Besostri, che ovviamente si può anche criticare ma non certamente sospettare di "berlusconismo", e cioè il suo suggerimento su "come uscire dall'impasse", sia semplicemente impercorribile. Lo sarebbe stato se Re Giorgio non avesse a suo tempo imposto per l'ennesima volta un "terzo tempo" alle forze in campo, terzo tempo buono fra gentiluomini ma non praticabile con "falsari" notori. Se .... e lo dico per capire, non certo per cambiare le cose... se Re Giorgio fosse stato al suo posto, il Pdl sarebbe esploso, ed oggi si potrebbe anche parlare di ....larghe intese.... così è semplicemente impossibile sempre che non si voglia passare dal non carisma di Bersani, al doroteismo d'annata di Renzi.

felice ha detto...

La differenza principale è che in nessun altro paese europeo, con l'eccezione
dell'Ungheria, non sarebbe vitato dai cittadini di destra o conservatori. Mi
rcordo che quando Berlusconi si era fatto nominare nell'Assemblea Parlamentare
del Consiglio d'Europa,il mdasimo dell'immunità esistente in Europa per
sfuggire al giudice Garzòn nell'inchiesta Telecinco la relatrice era una destra
finlandese, che preparava una relazione che concludeva per autorizzare il
procedimento penale. Purtroppo ci furono indiscrezoni e Berlusconi si dimise
dal Consiglio d'Europa. Doveva evitare di non poter addebitare ai giudici
comunisti la persecuzione giudiziaria ma ad una cinservatrice di destra
finlandese. Quando si scrivono cazzate come quella che ci vuole un presidente
antiberlusconiano è il segno dellla degenerazione politica cui berlusconi ci
ha portato


Felice Besostri

davide ha detto...

Scusa, Sen. Besostri, chi ha scritto "cazzate come quella che ci vuole un presidente antiberlusconiano"?

Ci vuole un Presidente con esperienza e, soprattutto, senso e rispetto delle istituzioni, non altro.

Se poi, a quel punto, con quelle caratteristiche non piacerà a Berlusconi perchè non lo garantirà dai suoi guai giudiziari, la colpa non sarà di chi lo ha eletto con un sussulto di dignità della politica.

Davide Vanicelli

franco ha detto...

Concordo perfettamente con il senatore Besostri. Quando si ricorre all'antiberlusconismo di questa fatta vuol dire che si sono esaurite proprio tutte le risorse e che parole come autonomia e alternativa non hanno più significato, nè per la sinistra moderata, nè per i girotondini - movimentisti ormai filo M5S. Chi è stato ed è ancora socialista, chi è stato ed ancora idealmente in quella che è stata la sinistra comunista (non i "miglioristi", quelli erano la destra) non riescono proprio più ad avere uno scatto d'orgoglio, un 'idea di nuova capacità di rappresentanza? Siamo immersi nel politicismo, nel massimalismo sterile, nell'accettazione bieca e supina dell'esistente anche quando si pensa di rappresentare una specie di antagonismo. Grazie Franco Astengo

roel ha detto...

Si, è vero che Berlusca, per quanto estroso e geniale negli affari, è diventato
troppo ricco per non destare qualche sospetto ed essere in rotta di collisione
con quanti continuano a diventare sempre più poveri. Ma non è il solo!
Personalmente, come già ho detto in altre occasioni, a favorirne in parte il
successo politico fu la "strategia" degli ex-comunisti, i quali concepirono il
disegno di egemonizzare la "politica" e le istituzioni, con la liquidazione di
Craxi e della DC , contro i quali ci fu un accanimento senza limiti, con
l'intento di creare il "capro espiatorio" su cui far ricadere tutta la
responsabilità di "tangentopoli". Ma, "non sempre le pignate riescono col
manico", tant'è che a sorpresa, irruppe in campo il "cavaliere" mietendo
successo elettorale col favore degli italiani che ricordavano benissimo quanto
era stato confermato in pieno parlamento, cioè che i "soldi li prendevano
tutti", anzi c'era chi li prendeva dall'interno e dall'estero (la "doppiezza
togliattiana" non risulta del tutto abbandonata!)
La situazione attuale è un po' simile a "quella del '92 e solo per cecità
faziosa , alcuni attribuiscono la "colpa" all'avversario, cercando anche questa
volta di indicare "un capro espiatorio", senza tener conto che gli italiani
dopo i tanti inganni, sono diventati più consapevoli.
Infatti hanno manifestato il loro dissenso con l'astensionismo che a volte ha
raggiunto la soglia del 50% e, ultimamente, votando la lista di Grillo.
E' veramente paradossale fare finta di cadere dalle nuvole o, ipocritamente,
manifestare sorpresa , dopo tutto ciò che è successo durante un trentennio:
saccheggio delle risorse, privilegi smodati, allegra finanza partitocratica,
arricchimenti facili, salari e pensioni congelati in basso mentre politici e
politicanti tra i più pagati del mondo, parentopoli, clientelismo,
parassitismo, tangentismo diffuso,corruzione per 60miliardi, debito pubblico
2000miliardi, intere regioni in mano alle mafie, cementificazione delle
"bellezze naturatli" e di rinomati siti archeologici, speulazione edilizia e
città invivibili, migliaia di lusi, di trota, di marucci, di penati, di batnam
infiltrati nelle pubbliche istituzioni, milioni di giovani senza padrini che
continuano a rimanere "al palo" e scaricati sui genitori pensionati, il costo
dello sfascio da far pagare ai "soliti noti"(lavoratori e pensionati), ceto
medio azzerato, pensioni d'oro, liquidazioni milionarie, ecc., ecc.,- Se tutto
questo si vuole ricondurre all'opera di un nuovo "capro espiatorio" da
individuare nell'avversario politico, si deve sapere che il "giochetto" non
funziona più e gli ultimi risultati elettorali ne sono una prova. Fino a quando
la "democrazia" rimane un "mare aperto" dove, in nome del liberismo, gli squali
e i predatori possono continuare le loro razzie, nessuna speranza può riserbare
il futuro. Un saluto dalla sponda del Socialismo ereticale, Roel.