lunedì 29 aprile 2013

Aldo Penna: La notte dei lunghi coltelli

Dopo il giro di valzer dell’incontro con i 5 Stelle e le continue professioni di incompatibilità con il centrodestra, il Pd aveva sperato che la formula suggerita da Napoletano, ovvero una riedizione a parti invertite del 1976, e dunque un monocolore Pd sostenuto dal centrodestra, riuscisse a sbloccare la situazione di paralisi che l’assenza di una maggioranza in Senato aveva determinato. L’irrompere nel calendario parlamentare dell’elezione del Presidente della Repubblica accelera e fa precipitare tutti gli scenari abbozzati. La mano tesa verso il Pdl è Franco Marini, candidatura che non gode né di buona stampa, né dei consensi necessari e frana alla prova del primo voto. Con il sorgere delle candidature 5 Stelle tutto cambia. Nella rosa, seppur in ultima posizione, c’è un uomo davvero pericoloso: Prodi. Occorre dunque bruciare subito la sua candidatura, evitare che proseguendo nelle prove a vuoto l’ostinazione dei 5 Stelle per Steano Rodotà si attenui e la caduta di altri candidati proposti e immolati produca l’emergere dell’ex Presidente del Consiglio come figura su cui anche il Movimento di Beppe Grillo converga. Bersani non svelerà mai chi gli ha suggerito la mossa Prodi. I tradimenti hanno molte facce, e quella consumata con l’affossamento di Prodi ha cento volti oscuri che la formazione del Governo di Enrico Letta ha iniziato a mettere in luce Come una bomba nelle stive della nave ammiraglia, la sconfitta produce effetti immediati: cade Bersani politicamente, fisicamente, emotivamente. I registi comuni dell’operazione cominciano a sentire aria di vittoria. Convincere Napolitano è un gioco. Il senso dell’eterno e dell’indispensabilità alberga in qualunque uomo, l’età è un accessorio fastidioso e il sacrificio richiesto ha il sapore della storia. Il Presidente della Repubblica votato da metà Parlamento nel 2006 sarà innalzato, nel silenzio della Costituzione che non prevede, ma non proibisce un secondo mandato, tramite un plebiscito. Chi è abituato a tradire non vuole essere tradito e applica alla beatificazione la marchiatura della scheda. Adesso quello sempre respinto in campagna elettorale potrà essere realizzato. Il Presidente conferisce l’incarico a un uomo giovane per gli stereotipi italiani, ben visto dal centrodestra, ministro con il centrosinistra. E così la nuova legislatura si apre all’insegna di storiche fratture: il doppio settennato e, per la prima volta, la grande coalizione non delegata. Il giaguaro ha un manto nuovo, lo smacchiatore è sulla via dell’esilio e i giornali, con sparute eccezioni, lodano l’abbraccio mortale. Ognuno pensa che stritolerà l’altro anche se il passato dopo Occhetto, Prodi, D’Alema, Veltroni, Rutelli, Bersani non lascia sperare epiloghi diversi. Naturalmente la legge elettorale sarà solo modificata e non cambiata del tutto. Le consorterie che hanno divorato le speranze di una nazione tireranno gran sospiri di sollievo. La commistione tv-potere politico sarà costituzionalizzata, la sudditanza dei media rafforzata, la piazza vista come somma di zotici rompiscatole che disturbano i manovratori. I costi della politica subiranno una lieve sforbiciata, ma rientreranno presto sotto forma di nuovi privilegi. L’abolizione del finanziamento pubblico del 1993, divenuto rimborso elettorale moltiplicando per quattro le cifre abolite, lo dimostrano. Come una falange macedone, il sistema dell’informazione tenta di sommergere di ridicolo gli esponenti del Movimento 5 Stelle. Beppe Grillo e i suoi sono un corpo estraneo, parlano di abolizione dei sostegni all’editoria, cancellazione degli ordini dei giornalisti: non abbiano parola, gli italiani si redimano! Le bordate berlusconiane sembrano timidi vagiti raffrontati alla nuova potenza di fuoco. Mentre si consuma la fiera delle vanità sotto l’insegna della responsabilità, l’Italia si immerge sempre più nel tunnel della disperazione. Le piccole imprese chiudono, il futuro ha le fosche tinte dell’impoverimento di massa e chi ha dominato continuerà a signoreggiare. Il risveglio di chi dorme sotto l’incalzare degli incubi è rovinoso, e gli italiani dormienti sembrano prossimi a destarsi. Aldo Penna

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