martedì 10 aprile 2012

Vittorio Melandri: Destinati a morire democristiani

Dedicato a noi “ragazzi” del ’48, coevi della Costituzione ….destinati a morire democristiani





Mi piace ricordare Miriam Mafai, rifacendomi al suo lavoro.







In particolare al libro che per i tipi della Giangiacomo Feltrinelli Editore, prima edizione gennaio 1976, la “ragazza rossa” ha dedicato a Riccardo Lombardi.



Così, ricordo ancora e sottolineo, nel 1975, scriveva nella iniziale…..



Avvertenza



“Avrei voluto intitolare questo lavoro Riccardo Lombardi o dell’illusione programmatoria del centro-sinistra, avendo dedicato a questo aspetto della vita di Lombardi le pagine che seguono. Mi rendo perfettamente conto, naturalmente, che cosi facendo compio un’azione riduttiva, essendo Riccardo Lombardi anche altro: gran parte della vita e del dibattito del Partito d’Azione, ad esempio; protagonista non di secondo piano della grande battaglia popolare contro la guerra nel Vietnam, per citare due momenti, l’uno lontano e l’altro recente, della sua ricca attività politica.

Ma non facendo io professione di storico, bensì di giornalista, ho creduto di potermi prendere la libertà di scegliere, nell’arco di una vita politica che copre un cinquantennio, il momento che mi è sembrato di maggiore interesse, non solo per il ruolo decisivo che vi ha giocato Lombardi, ma anche perché, se è vero che il centro-sinistra è ormai morto e sepolto, è pur vero che ripercorrere le vicende della sua nascita può forse metterci in guardia da nuovi errori e illusioni.”





Purtroppo, come oggi amaramente sappiamo, l’avvertenza della Mafai non è servita a niente, gli errori si sono ripetuti e le illusioni si sono spente financo nelle loro forme più eteree, e gli epigoni dei vincitori di quella stagione, democristiani da una parte e comunisti dall’altra……



(oggi i primi sono sempre loro, solo un poco camuffati, i secondi sono sedicenti ex)



……ci spiegano come la parola socialista sia solo un residuo di un passato che è bene non torni mai più.





Così nelle pagine finali del suo libro ormai quasi quarant’anni fa, la Mafai metteva a fuoco il nodo della polemica…..



“…con i comunisti (che) si va facendo in qualche modo più stretto, e lo scontro duro sui problemi dell’oggi, un oggi che può pregiudicare o determinare il domani. La posta in gioco è la sopravvivenza del governo di centro-sinistra; non di un qualunque governo di centro-sinistra svuotato di volontà e impegno riformatore, ma di un governo che sia in grado di realizzare quel programma, quelle riforme, squilibranti rispetto al sistema e tuttavia indispensabili per dare al paese un assetto più equo e civile. Ma quel programma, appunto, viene quotidianamente rimesso in discussione all’interno dello stesso centro-sinistra, o addirittura contraddetto quando si teorizza la necessità di tradizionali misure anticongiunturali come un “prima” temporale e logico rispetto all’intervento sulle strutture. Attorno a questa posizione si vanno coalizzando tutte le forze moderate, interne ed esterne al centro-sinistra. In questa situazione la polemica di Lombardi con i comunisti, per quanto aspra, suona quasi come un appello, una chiamata a soccorso.”



E qui Mafai riprendeva pari pari le parole che Riccardo il 14 aprile 1964 aveva scritto su “Avanti”



- Bisogna essere ciechi per non accorgersi che la battaglia per uno sviluppo democratico della società italiana si vince e si perde proprio nel ristretto spazio dei mesi immediatamente prossimi, e che se essa fosse perduta nessuno può dire se e quando e da chi essa potrà essere ripresa. È nei mesi immediatamente prossimi infatti che si decide se sì o no l’Italia avrà un ordinamento regionale autonomistico, una legge urbanistica avanzata, una serie di interventi pubblici organici sul processo di accumulazione: il tutto legato da un primo esperimento limitato ma incisivo di programmazione cosciente dello sviluppo.-



E così continuava Mafai…



“C’è già qui, piena, la coscienza dei pericoli che corre l’esperimento, in sede economica e politica, l’esatta valutazione della minaccia rappresentata dal coalizzarsi degli interessi conservatori e
dal prevalere, nella DC, dei gruppi moderati.”



Ed ancora Mafai dava la parola a Riccardo…



- Il Partito Socialista è dunque sottoposto alla pressione delle due braccia di uno schiaccianoci, da destra e da sinistra [ ... ] ma se dovesse rimanerne schiacciato, i comunisti non si facciano illusioni, non si aprirebbe la via nazionale al socialismo, ma, nella migliore delle ipotesi, si trasformerebbe in comoda autostrada la via nazionale al qualunquismo.-



Ed ancora Mafai riprendeva il filo del suo argomentare…



“È ormai l’amarezza che prevale, assieme alla coscienza che la sconfitta è vicina. Al fallimento del primo centrosinistra il PCI assisterà indifferente, senza cogliere probabilmente tutta la portata del fenomeno e le conseguenze che deriveranno dalla umiliazione socialista. Ufficialmente, il governo Moro cadrà, il 25 giugno, quando verrà respinto, dalla Camera, con il voto contrario dei socialisti,
un articolo del bilancio del Ministero della pubblica istruzione con cui venivano stanziati 149 milioni (!) per la scuola media privata; un motivo evidentemente capzioso, perché il governo non era affatto tenuto a dare le dimissioni. Ma Moro volle anticipare la crisi, per deciderne tempi e soluzioni e mettere l’alleato socialista immediatamente nella dura condizione di scegliere tra l’opposizione e il ridimensionamento del programma. E la scelta non poteva che essere quella che Moro e Nenni si aspettavano. La crisi venne infatti in realtà provocata da una iniziativa del
ministro Colombo, che decise di rendere pubblica alla fine di maggio, una lettera riservata inviata a Moro. Si finse una fuga di notizie, lo scoop. E ‘Il Messaggero’ pubblicò il documento che
rivelava uno stato di vero e proprio collasso della nostra economia, che si sarebbe ancora potuto evitare, scriveva il ministro del Tesoro, procedendo a ‘stabilizzare a qualunque costo, mediante
restrizioni creditizie e provvedimenti fiscali, senza riguardo a pericoli di deflazione disoccupazione.?’ Inconcepibile, prosegue Colombo, è che, in questa situazione drammatica, ci sia chi ‘insiste in una politica dogmatica di riforme di struttura che nessuno sa bene cosa siano, [ ... ] nel progetto di ordinamento regionale, [ ... ] o su una legge urbanistica che prima ancora di vedere la luce ha paralizzato l’industria edilizia.’ È il programma stesso di governo, insomma, che a pochi mesi dalla sua presentazione in Parlamento viene buttato alle ortiche, o irriso alla stregua di un capriccio di Lombardi e Giolitti. Mentre la lettera di Colombo viene dichiarata, da una indignata riunione della direzione socialista, incompatibile con gli impegni di governo, il governatore della Banca d’Italia ne riconferma puntualmente il contenuto alla annuale assemblea degli azionisti, rinnovando insieme la richiesta di un rigoroso blocco salariale, condizione essenziale per la ripresa economica.”









Sono passati invano quasi cinquant’anni, una legge urbanistica è ancora oggi lettera morta ed il paese è devastato dal cemento, pure a più “alta velocità” di prima; l’ordinamento regionale partorito privo di autonomia e ricco di anarcoide arbitrio, è principalmente servito al nord a far nascere ed alimentare la Lega di cui vediamo oggi il vero volto, e al sud ad ingrassare le mafie di tutti i tipi, al blocco salariale ormai non pensa più nessuno visto che da tempo il salario da variabile indipendente si è trasformato in variabile e basta, ma le parole di Riccardo riprese da Miriam, si possono usare ancora pari pari…..



BISOGNA ESSERE CIECHI PER NON ACCORGERSI CHE LA BATTAGLIA PER UNO SVILUPPO DEMOCRATICO DELLA SOCIETÀ ITALIANA SI VINCE E SI PERDE PROPRIO NEL RISTRETTO SPAZIO DEI MESI IMMEDIATAMENTE PROSSIMI……



Il dramma è che a sinistra soprattutto, sembrano ancora più ciechi di allora, Riccardo è morto da tempo, Miriam ci ha lasciato ieri, e noi siamo destinati a morire ….. democristiani, con la benedizione di D’Alema Veltroni e Bersani e l’alleluia di Alfano e Casini.





vittorio melandri

1 commento:

Andrea De Pietri ha detto...

Straordinariamente preveggente Riccardo. Nonostante sia anch'io un "ragazzo del '47" non conoscevo questo testo e ricordavo solo parzialmente e confusamente quelle vicende.
Straordinariamente preveggente e soprattutto molto triste per noi socialisti lombardiani che, pure, abbiamo avuto numerose colpe anche verso il nostro maestro.
Grazie per avermele ricordate anche se l'attuale mancanza di una prospettiva per la sinistra rende tutto molto sconfortante.