martedì 10 aprile 2012

Antonio Caputo: Finanziamenti ai partiti e altre amenità

Credo che si debba riflettere seriamente sulla crisi della c.d. democrazia rappresentativa che sempre meno consente agli esclusi, sempre piu' numerosi, di partecipare e di concorrere a deliberare.
Anche, sulla crisi del sistema parlamentare, nel tempo dell'astensione di massa e del cinismo arraffone delle caste politiche sopravvissute, che sempre piu' rappresentano prevalentemente se' stesse.
Anche sui modi e contenuti della democrazia repubblicana e sul ruolo dei partiti politici, di cui Duccio Galimberti, in un progetto di costituzione del 1942 giunse ad ipotizzare il superamento.
Quanto al finanziamento pubblico, diretto e indiretto che sia, credo che sia meglio - ma l'attuale classe politica non lo fara' - sopprimerlo in qualunque forma.
Piuttosto, come giunse a ipotizzare il Lenin del 1905 se non erro, sia lo Stato a predisporre appositi spazi logistici, con relativi strumenti di comunicazione, mettendoli a disposizione di partiti minimamente rappresentativi e non autoreferenziali, stabilendo un tetto al finanziamento privato e solo privato, sempre nominativo e reso pubblico e trasparente, facendo intervenire un'Autorita' indipendente, con poteri ispettrivi permanenti, che potrebbe essere l'Ombudsman- difensore civico per controllare preventivamente il rispetto delle regole, in primis la destinazione e l'utilizzo dei fondi per finalita' di partito (Montecarlo e Lega, ma anche Luisi e Penati docent)..
Tante altre cose sarebbero da aggiungere a questa mia, che ho scritto a braccio e certo non in forma apodittica.
Antonio Caputo.

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