giovedì 12 aprile 2012

Vittorio Melandri: Lo Stato occupato dai mercenari

LO STATO OCCUPATO DAI MERCENARI



A proposito di “invadenza dei partiti”, ancora questa mattina su la Repubblica Corrado Augias ricorda l’intervista raccolta da Eugenio Scalfari ad Enrico Berlinguer, correva l’anno 1981, e Berlinguer denunciava già allora………



…… “l’occupazione dello Stato da parte dei partiti governativi e delle loro correnti”.



Già, la “DIVERSITÀ” comunista, che nel mondo aveva allora già provocato milioni di morti (e si sapeva) e la soppressione di tutte le libertà possibili (e si sapeva), in nome di un ideale nemmeno mai compiutamente declinato (e questo si deve ancora razionalmente sapere), in Italia consentiva a quel probo uomo politico di poter indicare che l’occupazione dello Stato era opera dei ……



……………….. “partiti governativi e delle loro correnti”……



….. non certo dell’integerrimo PCI.



(Anche se oggi Berlinguer si rigira con ogni probabilità, e da tempo, nella sua tomba).



Nessuno però cita più un’altra denuncia, datata dieci anni dopo, e purtroppo, lo dico con la morte nel cuore, a “mutazione genetica del PSI” già compiutasi; ma non per questo, quel che era ed è ancora vero, cambia di segno.



Accadde che all’ultimo vero congresso del PSI, che si tenne a Bari dal 27 al 30 giugno 1991, Claudio Martelli nel suo intervento sostenne anche questo, dieci anni dopo Berlinguer e, a differenza di Berlinguer, senza operare una distinzione fra partiti governativi e non ……



“…..Uno sguardo più attento, una visione più approfondita devono mettere in luce il rapporto che c’è stato e che rimane, in Italia, tra partiti troppo forti e istituzioni troppo deboli. Ancora dopo quasi mezzo secolo di libertà politiche e vita democratica lo spirito pubblico in Italia resta ad uno stadio primitivo, alla sua preistoria. (….) Troppo spesso la partecipazione e l’associazione, gli ideali e gli interessi dei cittadini o si lasciano piegare alle logiche partitiche o vengono svuotati, aggirati, sterilizzati. (….) ….tra le cause della crisi della politica democratica c’è l’alto numero di persone occupato in modo diretto o indiretto dalla politica. E tutto comincia dal vertice: abbiamo l’esercito di parlamentari più numeroso del mondo occidentale ….Poi bisogna mettere nel conto i giganteschi apparati dei servizi e dell’industria di Stato ….. Poi gli insediamenti nei poteri civili e le scorrerie, i condizionamenti, i ricatti sui semplici utenti e sulle imprese private. Sino agli sconfinamenti diffusi nell’illegalità, sino al degrado di collusioni criminali.

La somma di tutti questi impegni ….fa, più di un milione di addetti, più di un milione di italiani che direttamente o indirettamente campano di politica. Una o due armate napoleoniche miste di militanti, clienti, addetti. Per un milione di italiani la politica è o il lavoro o un impegnatissimo dopolavoro o entrambe le cose.”



Si può ovviamente ironizzare sul pulpito da cui venne la predica (il “conto Protezione” all’epoca era già nella disponibilità del nostro censore, o a lui noto), ma resta la nitida immagine della denuncia, e la sua……..



…… DRAMMATICA attualità.



A distanza di 21 anni, forse sono cambiati un po’ i numeri, ma nono credo al punto di modificare l’ordine di grandezza del fenomeno, che forse ne risulta solo dilatato.



Non sono di quelli che, come fu detto a Gargonza, dobbiamo temere, che la politica la facciano le casalinghe (M. D’Alema), e nemmeno sono fra gli scandalizzati che pensano che la politica possa essere solo una missione e non anche una professione.



Resta la dimensione del fenomeno di una “classe” politica, che per comodità e pigrizia, identifichiamo con le prime linee visibili, ma che in realtà è fatta di ben altro spessore, e che soprattutto fa tuttora da cuscinetto fra i cittadini e le istituzioni.



E sino a che gli “apparati” politici (non solo strettamente partitici) in campo, saranno così forti e numerosi, crediamo davvero sia facile frantumare la separatezza che ancora divide i cittadini italiani da un maggiore “spirito pubblico”, di cui poi inevitabilmente la politica è figlia?, figlia nobile quando lo spirito pubblico si afferma e figlia sciagurata quando invece langue nelle coscienze di tutti?



Forse l’infarto di cui parlò un altro probo comunista, il Fassino co-fondatore del PD, oggi, nel centrosinistra che conta, è stato provocato proprio da quel grido-trombo, che un altro probo ancora, questo democristiano, il prof. Romano Prodi lanciò a suo tempo: mercenari! vittorio melandri

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