sabato 25 ottobre 2008

melandri: 25 ottobre PD in piazza

Un amico favorevole al PD, o perlomeno non contrario, mi dice che “la unificazione dei riformisti” ai nostalgici del ‘900 non piace “perché sposta al centro dando più voce ai credenti e meno ai laici; perché taglia e lascia senza rappresentanza opinioni più radicalmente di sinistra”.

Per me non è questo che conta, per esprimere un giudizio negativo su quella presunta “unificazione dei riformisti” che si chiama PD.


Il mio giudizio negativo scaturisce dalla convinzione che i “riformisti” si possono a mio parere unificare solo su un piano, quello delle riforme concrete, quello delle riforme da “fare”, identificate di volta in volta, materia per materia.


Da sempre in Italia accade invece che si persegua l’unificazione dei riformisti senza riforme.

Altra cosa ancora poi, è la semplificazione dell’organizzazione delle forze politiche in partiti.

I fatti ci dicono che quello che si è fatto sin ora è una moltiplicazione delle forze politiche in campo, non una loro riduzione, sempre che non si consideri l’unico “campo” in cui si possono riconoscere forze politiche, quel Parlamento in cui oggi sono ammessi solo dei nominati e non degli eletti, che è anche questa una semplificazione, ma una semplificazione che puzza….. e tanto per essere chiari….. puzza di fascismo.


La divisione poi fra credenti e non credenti, spacciata implicitamente come divisione fra cattolici e non cattolici, quando non addirittura fra credenti e laici (ma nel caso del mio amico credo ad un suo lapsus), è di quelle che suonano false come monete taroccate male.


Innanzi tutto perché in Italia da sempre i cattolici sono divisi al loro interno fisiologicamente (cristianamente oserei dire senza intenti polemici) e la loro “unione” è invece un vero e proprio “sacrificio umano” con spargimento di sangue celebrato sotto la cupola di S. Pietro a colpi di dogmi e di denaro sonante, con cui si sono finanziati nei secoli quei “concilii” utili solo a conciliare l’esistenza di una corte sfarzosa e stupida….


......poi perché la fede vera, quella che è un dono ricevuto e non una piaga imposta, non è rivolta all’al di qua ma all’al di là, dove non è noto se le preferenze siano per il divorzio o l’indissolubilità del matrimonio, per Casini o i casini, per Verlusconi o Beltroni.....


...e poi ancora perché la divisione fra idee diverse è in partenza un dato solo positivo, di cui tener conto cercando di aggregarle nel modo più omogeneo fra loro.


In ogni parte del mondo le idee politiche da almeno un paio di secoli si raggruppano in due grandi aggregati, uno di destra e uno di sinistra, e il “centro” è occupato dall’elettorato che la destra e la sinistra si propongono di volta in volta di conquistare, senza cambiare loro la loro identità, ma cercando di convincere gli elettori al “centro” della loro attenzione che le loro idee (di destra o di sinistra) sono quelle più utili per loro, cittadini elettori e sovrani.


Questo schema in Italia non funziona per una ragione precisa, l’esistenza di un competitore politico anomalo, che senza essere partito senza essere “stato” senza essere elettore, occupa però da sempre il “centro” dell’agone politico italiano.


Questo competitore si chiama “Chiesa Cattolica Romana”.



Questo competitore andrebbe stanato, portato nell’agone politico come tutti gli altri, ma….. la predisposizione al servaggio delle classi dirigenti italiane tutte, non ha ancora permesso il compiersi di questo miracolo.


E dietro e sotto le sottane con il galero intesto, i dirigenti italiani di maggioranza, di tutte le maggioranze e di tutte le categorie merceologiche, da sempre consumano i patti per la loro eterna sopravvivenza, intanto che il popolo ......... “se gratta”.


Il PD è l’ennesima occasione perduta in questa direzione, e viene per giunta spacciata per nuova una operazione che in Italia più vecchia non potrebbe essere; per riformista, quando è solo l’ennesima armata brancaleone che è partita con la gran cassa delle riforme inalberata sul pennone di maestra, salvo poi come sempre, mostrare una cassa che non è gran e per giunta è vuota di riforme, come sempre!


Esemplare il fatto che giusto oggi si riempia una manifestazione annunciata da mesi senza contenuto, con il contenuto dell’ultima ora, quell’aggressione alla scuola pubblica che, è bene ricordare, proprio un ministro del centro sinistra fallimentare che abbiamo conosciuto, aveva anche formalmente cancellato in quanto pubblica, ed oggi non a caso, si ricorre ancora ad uno dei pochi “riformisti” italiani delle riforme (non uno dei tanti riformisti delle patacche), come Piero Calamandrei, per spiegare che lo svuotamento delle scuole pubbliche prima di essere un obiettivo della P2 è da sempre un obiettivo della Chiesa Cattolica Romana, la sola depositaria in Italia della scuola privata.


Qui mi fermo e mi riservo di continuare con una prossima puntata.



Vittorio Melandri

9 commenti:

Anonimo ha detto...

Capisco bene che agli amici del PD piaccia buttare tutto in barzelletta, immaginando che i riottosi che da sinistra non si riconoscono in questo partito siano inguaribili anticlericali, o utopisti al di fuori della realtà.

Consiglierei perciò al tuo amico - e ad altri che la pensano come lui - la lettura di "Riformisti senza riforme", un bel libro-intervista a Napoleone Colajanni. Che spiega, con logica rigorosa (oserei dire "marxiana"), perché sia piuttosto il PD ad essere fuori dalla tradizione di una qualunque sinistra, comunque intesa.

In effetti il problema che - almeno io - ho con con il PD è che non sono ancora riuscito a capire che tipo di società abbiano in mente i suoi maggiorenti, al di là di quanto emerge dagli stucchevoli discorsi di Veltroni.
Nei fatti, le commistioni con determinati ambienti (ricordate i banchieri presenti in massa alle cosiddette "primarie"?), come le dichiarazioni di alcuni dirigenti non di secondo piano a cavallo di queste ultime elezioni ("il PD vuole rappresentare tutto il paese, non solo una sua parte") mi fanno pensare che avesse ragione Revelli, quando spiegava che in Italia non si scontrano una destra e una sinistra, ma due destre. Una, populista, "caciarona" e arruffona; la seconda, tecnocratica e in grisaglia, tutt'uno con quelli che in Russia Putin ha bollato come oligarchi e che qui da noi non mancano di certo.

D'altro canto provate a fare questo simpatico giochino: ditemi almeno tre proposte autenticamente riformiste avanzate dall'ultimo governo Prodi. L'indulto? Le finte "liberalizzazioni"? La campagna contro tassisti e farmacisti, nei quali si è voluto vedere i kulaki del 2000? La legislazione più avanzata in tema di diritti civili?
Mi vien già da ridere...

Meditiamo...

Pierpaolo Pecchiari

Anonimo ha detto...

io invece chiederei al tuo amico l'elenco delle riforme non dico portate a termine ma almeno formulate dai governi di centro sinistra della seconda repubblica. Nessuna. Il centro sinistra è un luogo geometrico cha abilita all'esercizio del potere in forma dorotea

Anonimo ha detto...

Ma come 297 pagine di Programma!!! Ahhh, ahhh, ahhh (risata amara).

Sergio Tremolada

Anonimo ha detto...

Per obiettività: non so se la chiamate “riforma”, ma certo una cosa difficilissima e molto buona (anzi vitale per le sorti del Paese) il cosiddetto centro-sinistra l’ha fatta:

L’entrata nell’ Euro.

Vorrei ricordare che nessuno nel 1996 credeva che avremmo potuto entrare nell’Euro con il primo gruppo. Nessuno né a destra ne a sinistra.
Nessuno tranne Prodi, Veltroni e (forse) pochi altri.

Solo per obiettività.

Stefano Bazzoli

Anonimo ha detto...

giusto

Anonimo ha detto...

Cari amici & compagni, il PD è sostanzialmente un partito pigliatutto (ha ragione Pierpaolo, che ha fatto un discorso analogo anche a Galliate, ma mi sembra che gli altri rosselliani intervenuti in questo dibattito la pensino più o meno allo stesso modo) e ciò mi sembra ponga alcuni problemi ulteriori a chi, come noi, vorrebbe rilanciare il socialismo nel Terzo millennio.
Ne cito un paio:
a) il termine riformismo rischia di venire irrimediabilmente sputtanato da questa politica del PD che, per esempio, ondeggia tra l'alleanza con Di Pietro 'ma anche' con i socialisti (i quali puntano a un accordo per le europee e infatti erano al Circo Massimo, ho sentito dire, un po' invisibili perché irrimediabilmente confusi nei cosiddetti due milioni e mezzo...)
b) il socialismo così in Italia scompare anche cromaticamente, come dimostra appunto la manifestazione di sabato scorso dalla quale sono scomparse le bandiere rosse: scusate, sarò un irriducibile romantico, ma mi è venuto un tuffo al cuore! E ho pensato che al prossimo convegno, a Galliate o dove sarà, magari NOI andiamo a pranzo in corteo, con le bandiere del sol dell'avvenire!!!
Fraterni saluti (come si diceva una volta)
Edmondo Rho

Anonimo ha detto...

A me risulta che Prodi andò in Spagna per verificare se ci potesse essere una loro "sponda" circa la possibilità di non entrare in Eurolandia e solo dopo aver ricevuto un rifiuto ci si "buttò" sull'ingresso a tutti i costi con un prezzo molto alto.
Fu una scelta dolorosa ma necessaria ed oggi chiaramente per tutti giusta.

Sergio Tremolada

Anonimo ha detto...

Il PS non ha aderito al corteo ha semplicemente chiesto ed ottenuto di poter raccogliere le firme per le proprie Proposte di Legge d'iniziativa popolare anche se i Media hanno subito "capito male" e ci hanno accodato al PD e Di Pietro.

Sergio Tremolada

Anonimo ha detto...

A mio avviso il PS doveva esserci con una decina di bandiere rosse: sarebbero state le uniche!

Cordialmente.

Felice Besostri