Per rispondere alle farneticanti affermazioni fasciste del signor Cossiga, ricordo un nome: Giorgiana Masi. Uccisa dalla sua polizia a 18 anni, nel 1977, durante una manifestazione pacifica.
Giorgiana era del 1958, come me. Oggi sarebbe una vecchia ragazza degli anni '70, come me, e si indignerebbe davanti a questa macelleria impunita delle parole, delle idee, dei sentimenti.
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'Se la rivoluzione d'ottobre fosse stata di maggio,
se tu vivessi ancora,
se io non fossi impotente davanti al tuo assassinio,
se la mia penna fosse un'arma vincente,
se la mia paura esplodesse nelle piazze,
coraggio nato dalla rabbia strozzata in gola,
se l'averti conosciuta diventasse la nostra forza,
se i fiori che abbiamo regalato alla tua coraggiosa vita
nella nostra morte diventassero ghirlande
della lotta di noi tutte, donne,
se...
non sarebbero le parole a cercare di affermare la vita
ma la vita stessa, senza aggiungere altro.'
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Sostiene Kossiga:
''In primo luogo lasciare perdere gli studenti dei licei, perche' pensi a cosa succederebbe se un ragazzino di dodici anni rimanesse ucciso o gravemente ferito...''. ''Lasciar fare gli universitari - ha continuato - Ritirare le forze di polizia dalle strade e dalle universita', infiltrare il movimento con agenti provocatori pronti a tutto, e lasciare che per una decina di giorni i manifestanti devastino i negozi, diano fuoco alle macchine e mettano a ferro e fuoco le citta'''. ''Dopo di che, forti del consenso popolare, il suono delle sirene delle ambulanze dovra' sovrastare quello delle auto di polizia e carabinieri'', ha affermato Cossiga. ''Nel senso che le forze dell'ordine non dovrebbero avere pieta' e mandarli tutti in ospedale - ha continuato - Non arrestarli, che tanto poi i magistrati li rimetterebbero subito in liberta', ma picchiarli e picchiare a sangue anche quei docenti che li fomentano''. ''Soprattutto i docenti - ha sottolineato - Non dico quelli anziani, certo, ma le maestre ragazzine si'.
QN 23.10.2008
1 commento:
Cara Paola
Nel febbraio 2002 mandai ad un direttore di un autorevole quotidiano, di cui taccio il nome per cortesia, questa mail…….
Francesco Cossiga, già Presidente della Repubblica, oggi presidente emerito, (cioè: che non esercita più il suo ufficio, ma né conserva il grado e gli onori, e talvolta anche lo stipendio, da non confondersi con emerito: talvolta usato per un raccostamento a benemerito, con il significato di egregio, degno, insigne e simili); ha dichiarato pubblicamente …. che nei confronti dell’attuale Presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi non è da considerarsi “nemico e cioè inimicus”, [cioè: 1) nemico, avversario, contrario, ostile 2) sfavorevole, dannoso, nocivo 3) odiato inviso] ma bensì “solo hostis”, [cioè: 1) nemico, avversario, rivale 2) straniero 3) pedina dell’avversario ]. Il Senatore Cossiga, dopo che è stato così prodigo di “apprezzamenti” molto chiari, nei confronti dell’ultroneo, alias “spontaneo” Presidente Ciampi, (o forse ha vergato ultroneo nell’uso forense?), “dovrebbe” chiarire anche quale dei significati che distinguono hostis da inimicus, intende? Rivale, straniero o pedina dell’avversario? La richiesta arriva da un cittadino italiano che considera fra i suoi diritti, quello di avere molto caro il “prestigio” del suo paese. L’esperienza insegna che purtroppo, tale prestigio, non è solo e automaticamente protetto da quello delle sue “istituzioni”, perché a volte sono occupate democraticamente (e pro tempore) solo il tempo necessario per discreditarle.
Vittorio Melandri Piacenza, via Pietro Cella, 56
Quel direttore ebbe allora la cortesia di rispondermi così:
Cossiga impazza sui giornali. Spesso lo respingo, altre volte, visti gli argomenti, lo pubblico. Dopotutto è un presidente emerito della repubblica..... fondata non solo sul lavoro ma anche sulla pazienza...
Sono passati sei anni, e non solo Cossiga impazza in modo indecoroso sui giornali più di allora, ma quel che è peggio viene accolto sugli stessi con ben altra deferenza e ben altra visibilità che non allora ……
Per giunta a far coppia con il suo correligionario fatto da lui Senatore a vita, Giulio Andreotti (che ancora oggi trova il modo di schernirsi dai complimenti che riceve, affermando che mai avrebbe baciato Riina) considerato impudicamente assolto da tutti i giornali italiani quando la sentenza di Cassazione che lo riguarda si conclude con queste parole:
“Al rigetto del ricorso dell’imputato consegue per il medesimo l’onere delle spese ai sensi dell’art. 616 c.p.p.. PER QUESTI MOTIVI Rigetta il ricorso del Procuratore Generale e dell’imputato e condanna quest’ultimo al pagamento delle spese processuali”
No, checché ne “farnetichi” Veltroni, questo paese non è migliore della destra che lo governa, in un paese migliore, i Cossiga e gli Andreotti non avrebbero nessun diritto di tribuna.
Un carissimo saluto in segno di sentita partecipazione alla tua osservazione.
vittorio
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