Morando e quel titolo del Giornale
Pubblicato il 11 Ottobre 2008 nella sezione Il Giornale — Pdf — Condividi
Fin dalla prima mattina il suo telefonino inizia a squillare a raffica. Dubbi,incredulità richieste di chiarimento. Perché proprio ieri mattina, in una intervista al nostro giornale, Enrico Morando - coordinatore del governo ombra, dirigente prestigioso dell’area riformista - aveva detto una cosa «eretica» sulla manifestazione del Partito democratico del 25 ottobre: «Non è e non sarà una manifestazione antigovernativa».Roba da far saltare sulla sedia i suoi compagni di partito (e non solo loro). Ma ancora più dirompente per il seguito del ragionamento: «Anche perché – spiegava ieri Morando- l’intervento messo a punto dal governo per rassicurare i risparmiatori è giusto, è quello che avevamo chiesto noi, e dunque merita un giudizio positivo». Quindi, a ben vedere, due grosse «eresie». Perché, proprio nel momento di massimo distanziamento del Pd dalla linea del «dialogo», Morando dice anche che sul tema più delicato di politica economica, Palazzo Chigi si è mosso bene. Infine l’ultima riflessione fuori da ogni schema:«Dobbiamo fare due cose. Intanto sostenere il governo nello sforzo che sta facendo per fronteggiare l’emergenza. E devo dire chel’iniziativa che è stata presa col decreto varato la sera scorsa, per dare una risposta immediata, mi sembra condivisibile». In sintesi, tre affermazioni così nette e controcorrente, da suscitare la passione dei nostri titolisti, che vincolati dallo spazio a disposizione arrivavano a una sintesi tanto logica quanto estrema. Le parole di Morando, infatti, nel titolo erano riassunte così: «Il 25 ottobre Pd in piazza, ma a sostegno del governo». Così, quando ieri è arrivata una precisazione di Morando, prima in redazione, poi sulle agenzie, la notizia era ancora un’altra. Quella che pur censurandolo scarto di quel titolo con il senso esatto del pensiero, il leader dei riformisti diessini, in realtà tornava a confermare le due affermazioni cardine del ragionamento consegnato alla sua intervistatrice, Laura Cesaretti: «La giornalista ha Riportato correttamente ilsenso delle mie parole. Il titolo lo travisa completamente. Capisco le esigenze della propaganda di parte, ma questa volta si è superato davvero il segno». La propaganda ovviamente non c’entra. Dato che è impegnato in una seria battaglia politica con gli esponenti della linea di «opposizione dura», Morando considera «grottesco » il fatto che gli si attribuisca l’idea che il Pd sfilerebbe «a favore del governo».Ma ribadisce il fatto che «il governo va sostenuto nello sforzo che sta facendo per fronteggiare un’emergenza». È solo una differenza sottilissima, questa, e impercettibile a chi è estraneo alle sottigliezze del politichese? Questa volta non è così. Perché la linea che Morando vuole imporre al suo governo ombra e al partito, è in realtà una interpretazione molto fair del modello britannico: l’opposizione può anche collaborare con la maggioranza per risolvere le emergenze di interesse nazionale. Mentre una grossa parte del partito, invece, è intenzionato a recuperare un’idea più classica e più italiana: l’opposizione non deve affatto agevolare l’azione di governo ma anzi contrastarla il più possibile. È un’idea che sta dentro il Dna dei radicali, per esempio (storici furono i record ostruzionistici fissati da Marco Pannella, Gianfranco Spadaccia ed Emma Bonino nella legislatura del 1976, ma anche da un pezzo di tradizione del Pci (che fece grandi battaglie parlamentari contro il Patto Atlantico e nell’84, contro il decreto sulla scala mobile). Dove si colloca il gruppo di comando del Pd, chiuso fra la tenaglia di queste due posizioni inconciliabili? Qui l’analisi si fa interessante. Perché il numero due del partito, Dario Franceschini, ieri rilasciava, sul caso Morando,dichiarazioni molto anodine, senza prendere una posizione netta: «La piattaforma della manifestazione del 25 ottobre - spiegava ieri - non cambia: ed è la piattaforma di un partito che fa protesta ed anche proposte ». Mentre l’opposizione al ragionamento di Morando (titolo o non titolo) arriva da un ulivista doc come l’ex capogruppo della Margherita, Franco Monaco: «Secondo Morando,coordinatore del governo ombra del Pd, quella del25nonèunamanifestazione antigovernativa. Di più: l’opposizione deve incoraggiare e sostenere il governo nel suo sforzo teso a fronteggiare l’emergenza. Francamente non capiamo». Ovviamente un uomo di maggioranza che osserva attentamente il centro sinistra come l’azzurro Daniele Capezzone (già protagonista dell’iniziativa dei volenterosi nella passata legislatura) dava sponda al leader diessino: «Sono importanti e sagge le dichiarazioni di Enrico Morando a Il Giornale sulla manifestazione del 25 ottobre. Veltroni farebbe bene a riflettere sulle osservazioni contenute in quella intervista». Chi vincerà nel Pd, passata la data fatidica del 25 ottobre?
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