mercoledì 8 ottobre 2008

melandri: patacca a sant'anna

Si scrive miracolo ma si legge “patacca a Sant’Anna”


Reduce dalla visione del film “Miracolo a Sant’Anna”, a mio modestissimo parere un vero e proprio “minestrone” in cui può anche esser facile per ciascuno cogliere il gusto che vuole (salvo anche chiedersi con un poco di applicazione come possa averlo firmato un autore del calibro di Spike Lee) mi sono chiesto tre cose: come possa essere valsa la pena di polemizzare da parte di esponenti dell’Anpi, con quella che è una vera e propria patacca; come possa il Presidente della Repubblica aver affermato che la “Resistenza” dal film ne “esca” bene, dato che è veramente difficile riuscire a capire come ci sia mai “entrata”; ed infine come un valente critico quale è Roberto Silvestri (il manifesto, 4 ottobre) possa aver scritto della “stupefacente diffidenza, se non ostilità (che ha accolto il film) ..... che meriterebbe (una) indagine psicoanalitica sul nostro vacillante subconscio collettivo”, senza accorgersi di quanto vacilli il suo di subconscio, capace di vedere quello che sarebbe stato bello vedere nel film, ma che solo lui è stato appunto capace di proiettare, sostituendo miracolosamente con il suo subconscio, la “fumeo” che ha proiettato la pellicola. E sia chiaro che spendo queste parole per un film, solo per un film, fermo nella convinzione che né con la drammatica e oscena vicenda di Sant’Anna di Stazzema, né con la Resistenza, abbia la più pallida delle parentele.



Vittorio Melandri

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