mercoledì 3 aprile 2013

Claudio Bellavita: Il programma minimo

Gira e rigira, meno male che c'è Napolitano, antico seguace di Amendola e della socialdemocrazia possibile, che di fronte a una situazione irresolubile per i contrapposti proclami di quelli- che- pongono-condizioni-non-negoziabili ha messo in piedi la ricerca di un programma minimo condivisibile e attuabile. Quello che fecero più di 100 anni fa i riformisti socialisti, insultati e messi in minoranza dai massimalisti delle due lezioni, gli urlatori analfabeti , come Mussolini, e i massimalisti dottrinari. Per fortuna il buon senso di Giolitti riuscì a creare da questo programma minimo il poco di Welfare che abbiamo ancora e che l'Europa ci vuol togliere. Intanto il teatrino della politica si scatena sulle analisi di costituzionalità, sulla compatibilità tra gli anatemi, sulle processioni con le insegne "pentitevi, grillini", sui programmi di cose auspicabili di 8, 10, 50, punti ma non di decreti immeditamente attuabili, che , è vero, i grillini non sanno come si fanno, ma nel PD qualcuno lo dovrebbe sapere. Il guaio è che preferiscono farci dei convegni, e non dei decreti attuativi. Quella della convegnistica applicata e della convegnologia comparata sono i due insegnamenti fondamentali per farsi strada nel PCI-PDS-DS -PD, il docente più illustre è Bassolino, che in 15 anni sulla spazzatura ha fatto solo questo.., sognando il consenso tra professori, giornalisti e staffisti. Adesso, poi, questi fondamentali corifei della politica devono occuparsi di "ben altro" che di 4 decreti condivisi da tutti: c'è il concorso dello zecchino d'oro per il miglior deprecatore della cattiveria della Merkel e della tecnocrazia europea cheli impegna tutti i convegnisti. Manco uno che si ponga il problema di parlarne con chi ha gli stessi problemi, Hollande e il PSOE: il PD è un bravo bambino e all'estero ci va solo accompagnato da Fioroni, che a sentir parlare di PSE corre a confessarsi. Quindi se si approfondisce quanto emerge dall'analisi della fondazione Ebert, ci sarà un'Europa nordica forte, in cui forse riuscirà a restare la Francia, e un'area di libero scambio aperta ai paesi poveri e/o mal guidati: dovremo vedercela con la Turchia, insomma...ma faremo un convegno sul dialogo interreligioso...

4 commenti:

maurizio ha detto...

Napolitano vuole le larghe intese per proseguire nella politica di austerità e rigore, quella che sta massacrando noi e non solo noi. Approvare le sue scelte significa condividere questa linea. Per questo ritengo che Claudio Bellavita e Dario Allamano, che non condividono l'austerità, siano in contraddizione con sé stessi. Pare comunque che Berlusconi ancora una volta voglia far saltare il tavolo. La sinistra "responsabile", di cui Napolitano è il campione, farà l'ennesima figura del cavolo.
Maurizio

dario ha detto...

Caro Maurizio,
ho l'impressione che non sei attento alle cose che dico e scrivo, da buon socialista ritengo che la questione centrale non sia l'austerità in se stessa ma chi ne paga le conseguenze. Per essere più chiaro ti riporto alcuni dati che forse ti aiuteranno meglio a comprendere di cosa parlo:
- il debito delle Amministrazioni Pubbliche (molti lo chiamano debito dello Stato) è di 2.000 e rotti miliardi di euro
- ogni anno gli italiani, prima di pensare a come redistribuire quel po' di ricchezza che ancora produce questo paese debbono pensare a mettere da parte più di 80 miliardi di euro per pagare gli interessi del debito,
- ogni aumento dello spread di 100 punti fa crescere gli interessi da pagare a regime di 1 punto in percentuale che su 2.000 mld significa altri 20 miliardi.
Oltretutto l'Italia è un paese che ormai cammina da almeno ventanni su un sentiero rischioso: la progressiva deindustrializzazione, che per un paese privo di risorse naturali ed energetiche è una delle poche armi che si hanno per garantire crescita ed occupazione.

L'edilizia che sarebbe l'altra gamba per creare occupazione è da alcuni anni essa pure in disarmo.
Questa è la tragica situazione in cui si trova il nostro paese.
Non è più tempo di stare a discettare di teorie, per lo più astruse, se come Gruppo di Volpedo (visto che nessuno lo fa) in qualche modo vogliamo dare risposte, sia pure dal nostro piccolo, ai nostri concittadini dobbiamo avere il coraggio di raccontare la realtà per quella che è e soprattutto di fare proposte concrete sull'unica leva che resta per redistribuire un po' di risorse: il FISCO, dicendo chiaramente che, essendo tre i cespiti tassabili: Consumi, Redditi e Capitali (mobili ed immobili) come si potrebbero redistribuire i sacrifici tra questi tre, cosa che nessuno fa, nascondendosi dietro parole vacue.
Per quanto mi riguarda, essendo io un socialista, propendo per una forte tassazione sui Capitali (mobili ed immobili) per consentire una netta diminuzione delle Imposte sui redditi ( a partire dai redditi medi oggi taglieggiati dall'aliquota del 38%), con una ridefinizione dei panieri dell'IVA per favorire i consumi, unica gamba rapidamente attivabile per una vera politica Keynesiana.
Tutto il resto è fuffa.
Fraterni saluti
Dario Allamano





felice ha detto...

Il Bersani del dopo elezioni è da apprezzare più di quello della campagna elettorale che con le profferte a Monti ha perso voti a sinistra e li ha fatti perdere a Monti sulla destra. Tuttavia doveva essere più tempestivo sul piano istituzionale e non mettersi nelle mani dei grillini. Napolitano non ha revocato l'incarico a Bersani con i saggi prende tempo. Bersani può rientrare in gioco se è il king maker del nuovo Presidente che un minimo di riconoscenza dovrebbe mostrarla. Piuttosto a me fa specie che nel PD i giovani turchi siano disposti a fare accordi con Renzi in caso di elezioni ravvicinate. Confidiamo nella provvidenza con il rinvio in Corte Costituzionale della legge elettorale: una sconfitta del partito trasversale di nuove elezioni, Renzi e Berlusconi. Se succederà questo resta comunque che la mia battaglia è stata fatta in solitario tranne che il GdV nell'ultima fase. E ora mi fanno l'esame del sangue di fedeltà alla Costituzione!

Felice Besostri

marilena ha detto...

Onida, Onida....che caro ragazzo! Un po' ingenuo forse (o forse no...) ma è l'unico a dire come stanno le cose.

Napolitano si arrabatta, con grande spirito partenopeo, a rappezzare strappi e coprire magagne, ma il punto di non ritorno è vicino...

Ci credo che non voglia più ricandidarsi...forse avrebbe voglia di fare come Grillo: un bel ma va' a ffan...a tutti.

Che figura stiamo facendo!! e se qualcuno pretende di aumentare ancora le tasse credo che stavolta il va' non sarà più Verdiano...

Marilena

Marilena