martedì 3 aprile 2012

Giuseppe Angiuli: Saviano e l'inganno di riformisti e massimalisti

Saviano e l'inganno di riformisti e massimalisti

9 commenti:

luciano ha detto...

Raramente mi è capitato di leggere uno scritto così lontano dal mio sentire
di modesto socialista rosselliano come questo di Giuseppe Angiuli.
Poi nelle ultime righe ho capito tutto.
Angiuli scrive che "Cuba - comunque la si pensi sul suo sistema politico -
costituisce un modello ammirato da quasi tutti i Paesi del sud del mondo,
per la capacità di autodeterminazione del suo popolo".
Perfetto, se uno pensa che Cuba costituisca un modello di autodeterminazione
del popolo può sostenere qualunque cosa.
Viva Saviano !

Luciano Belli Paci

felice ha detto...

CUBA è UN MITO PER MOLTI IMMARCESCIBILE, Basta non essere un dissidente o
peggio ANCORA UN DISSIDENTE OMOSESSUALE. Se persino Chavez è un modello
rivouzionario che vuoi fare? Non puoi farci nulla, non siamo su piani razionali
e si da un'idea di socialismo disgiunto dalla libertà e dalla democrazia. Che
poi un diverso atteggiamento degli Stati Uniti sarebbe stato meglio non ci
piove

giovanni ha detto...

Si possono avere le più diverse opinioni su Gramsci dei Quadrerni dal
carcere. Ma una
cosa è certa: nel '21 Turati aveva proprio ragione ed i comunisti italiani
non capirono i molti peccati originali della rivoluzione sovietica, che
avrebbero generato uno dei più feroci regimi della storia recente. Quanto ai
massimalisti, confusionari che più non si può, volevano tenere assieme chi
quei peccati originali aveva ben capito con chi non li aveva capiti affatto:
operazione senza prospettive e speranze. Oltre alla perla su Cuba, c'è
l'ultima sulla Linke: la sua costituzione costituisce un dispiacere per la
sinistra tedesca, mettendo a rischio la possibilità da parte della SPD di
mandare all'opposizione la destra e Angiulli vuole rifilarcene una anche in
Italia: ma non ne abbiamo abbastanza di disgrazie, senza un partito
socialista degno di questo nome e afflitti da un moderatismo che coinvolge
destra, centro e centro-sinistra? Dico anch'io. Viva Saviano! Giovanni
Baccalini

paolo ha detto...

Ricordo inoltre che Saviano è una delle bestie nere della destra italiana: Il Giornale aveva promosso una raccolta firma contro di lui (!) e la Lega Nord non ha mai mancato occasione per criticarlo. Di una critica da sinistra, così ingenerosa, non si sentiva il bisogno…

Si può essere d’accordo che, in questo grave momento storico, “sarebbe ora che la scissione di Livorno venga finalmente superata e che si ricostruisca una cultura del socialismo italiano partendo dalle sue radici migliori”. Tuttavia sta di fatto che, storicamente nel Novecento, massimalisti e riformisti, socialisti e comunisti sono stati in forte contrapposizione (teoria staliniana del social-fascismo, persecuzione dei partiti socialisti nei paesi comunisti, demonizzazione del Psi da parte del Pci in tutto il dopoguerra ecc.). Non solo a livello politico, ma anche ideologico: il marxismo per il socialisti fu un punto di partenza, non un dogma intoccabile (Rosselli docet)

PP

dario ha detto...

Caro Luciano
Que viva Saviano, nella speranza che la sua recensione aiuti la rinascita del
pensiero e della cultura del socialismo riformista, la cultura che fa
dell'dell'etica del dubbio la propria cifra distintiva. Quanti compagni non
hanno mai il dubbio di essere in errore e quanti sbagli ha fatto la sinistra
massimalista e comunista grazie a questo suo modo di intendere l'azione
politica, e quante volte i costi di questi errori sono stati pagati dai
cittadini!!!
Purtroppo ancora oggi sento citare il bene-comunista, e sento troppi
compagni/e ammaliati dalle derive estremistiche, che nel migliore dei casi li
portano in un cul de sac, nel peggiore verso sbocchi autoritari.
Dario Allamano

nicolino ha detto...

Sottoscrivo "in toto" quanto scritto da Luciano Belli Paci e da Dario
Allamano.
Sorprende sempre leggere certe tesi in chi, ancor oggi, si proclama
comunista. Ma è sconvolgente constatare che tali posizioni vengano fatte
proprie da chi si dice socialista, dopo il 1956, il 1968, le battaglie di
Mondoperaio, il crollo del Muro... Ci aspettiamo ora da questi "compagni"
prese di posizione contro Israele, contro le opere pubbliche e via dicendo,
in ossequio alle sotto-culture attualmente dominanti nella sinistra. Ma il
socialismo democratico (o riformista o liberale o socialdemocrazia, tanto
per inquadrare bene ciò che ci sta a cuore) è un'altra cosa: guarda non a
Cuba, ma ai paesi scandinavi, alla Germania, all'Austria...lì dove si è
perseguita le giustizia sociale innalzando allo stesso tempo i livelli di
libertà degli individui.
Ringraziamo Saviano che con quella sua bella recensione ha onorato e fatto
conoscere ai più giovani la grandezza del Maestro, come lo chiamava Sandro
Pertini, squarciando il silenzio dei media sulla storia e sulle personalità
del socialismo italiano, un silenzio che dura da troppo tempo.
Nicolino Corrado

peppe ha detto...

è la eterna stupidità di una carta sinistra che cerca in improbabili siti
esotici la risoluzione dei nostri problemi. Un mio parente dell'Argentina mi
ha inviato un documentario in cui si dimostra come Chavez e la sua famiglia
si sia arricchita spudoratamente. E questo è un modello???!!!!!

felice ha detto...

KiM IL SUNG, BOSSI e CHAVEZ TENGONO FAMIGLIA. Anche Castro per fortuna aveva un
fratello, altrimenti poteva capitare chiunque scelto con procedure
democratiche. Non ho notizie del subcomandante Marcos, che tanto affascinò il
nostro Bertinotti. E' vero che non si fa chiamare lider maximo, ma sub-
comandante ma sopra di lui non c'è nessuno ed è stato capace predicando
l'astensionismo elettorale a consegnare il Messico alla destra più bieca

roel ha detto...

Personalmente ho espresso a suo tempo tramire il Circoloi il mio commento
sull'articolo di Saviano.
Tuttavia, leggendo l'intervento di Angiuli, rimango sempre più convinto di
due
cose:
- che ognuno ha il diritto di esprimere le proprie opinioni;
- che non è consentito offendere chi esercita tale diritto per il solo
motivo
della sua diversità o dissenso.
Detto ciò, pur apprezzando alcune analisi di Angiuli, non posso che
dissentire
dalla sua tendenziale propensione verso la componente massimalista, i cui
limiti sono segnati definitivamente dalla storia. Questa ha dimostrato che
aveva ragione Turati e non i massimalisti rivoluzionari, che presi dalla
foga
della rivoluzione d'ottobre , confondevano
la maturità di operai e contadini d'Italia con quelli della Russia zarista,
dividendo, con una scissione , il movimento dei lavoratori, in un momento in
cui, invece, era necessaria la massima compattezza. Se Serrati in
quell'occasione si distinse, gliene va dato merito, ma, se non erro,
appartenne anch'egli alla corrente massimalista che nel '24 confluì nel PC.
Visto che Angiuli ha richiamato la sensibilità di Pertini (non poteva
mancare), avrebbe fatto bene a ricordare l'isolamento di Gramsci nel carcere
di
Turi, ove, a suo dire, come testimonia Pertini, in occasione di una
nevicata, i
"compagni" stalinisti, cui era stato dato ordine di isolare Gramsci, lo
ferirono lanciandogli una palla di neve con dentro una pietra.
La "colpa" di Gramsci era stata quella di esprimere un suo parere sulle
lotte intestine tra i capi della rivoluzione russa che, come Saturno, stava
"divorando i pripri figli".
Ciò, parafrasando l'affermazione dello stesso Marx. E' arcinoto che, dopo
la
morte di Lenin, Stalin cominciò a far piazza pulita dei leaders della
rivoluzione, divenendo il padrone assuluto del potere e instaurando una
delle
più sanguinarie e opprimenti dittature.. Non sono io a dirlo, quanto invece,
raccolgo le testimonianze di tanti onesti comunisti dissidenti che pagarono
sulla loro pelle la mancanza di fedeltà assoluta.
Spero di sbagliarmi e ne chiedo venia, ma anche Angiuli, col suo silenzio
sullo stalinismo, sembrerebbe indulgere sul filostalinismo dell'ex-PCI e
delle
sue "doppiezze".
Da non dimenticare anche che, finita la guerra, le Case editrici controllate
dal PCI lucrarono ampiamente con la pubblicazione dei "Quaderni " di
Gramsci,
diventati patrimonio culturale e politico dell'umanità. Cordialmente, un
saluto
da un socialista di lunga data, astensionista dopo tangentopoli. Roel