Si dimenticano che le trame di Napolitano ci sono state, ma a loro favore: una nel novembre 2010, quando salvò il governo Berlusconi facendo rinviare di un mese il voto sulla mozione di sfiducia dei finiani; l'altra nel novembre 2011, quando salvò il dimissionario Berlusconi da una sicura disfatta elettorale inventandosi il governo Monti. E questo non è fumo, è arrosto !
L'ingratutidine dei Berlusconiani andava messa in conto. E' nella loro natura badare solo ai loro interessi particulari.
Invece l'improntitutine di chi ha ripetutamente soccorso Berlusconi in passato, quella di chi non ha mai legiferato sul conflitto di interessi, e quella di chi adesso vorrebbe riformare la costituzione facendo accordi a tu per tu con un corruttore di giudici, evasore fiscale e quant'altro, non hanno, mi pare, nessuna scusante.
non giochiamo con le parole: il concetto che si è diffuso nelle democrazie bipolari e che è rimasto in piedi nei paesi occidentali che hanno governi efficienti è che il segretario del partito è anche il primo ministro se vince le elezioni in GB, Germania,Australia, austria ecc, e il primo ministro si dimette se il partito elegge un altro segretario. E’ successo così anche alla Thatcher (era ora...). Nella democrazia cristiana, invece la prassi era di avere il conflitto permanente tra i due incarichi e abbiamo visto il risultato. Ma poi, a parte le formule, chi è che controllando il partito se lo lascia portar via da un presidente del consiglio che nomina le alte cariche dello stato e degli enti pubblici e parapubblici?: sarebbe ora che i giornalisti politici smettano di raccontare le favole di babbo natale o cambino mestiere, e i blogghisti di correre dietro a queste stupidaggini. D’altra parte che senso avrebbe fare delle primarie aperte agli elettori e non solo agli iscritti per eleggere il segretario di un partito? Onde evitare un giro sugli USA, lì il segretario del partito non esiste, perchè i due partiti sono governati dal sistema delle rispettive logge massoniche che non conosco a fondo, e che probabilmente esigono un equilibrio tra le nomine fatte da loro e dal personaggio da loro scelto che vince le elezioni ad ogni livello
Il sistema in GB resta Bipolare anchr Lloyd George govrrnò in coalizione , ma poi si tornò al bipolarismo non bisogna confondere un governo con un sistema. Se anche alle prosime elezioni si dovesse fare una coalizione allora il sistema sarebbe in evoluzione
sbagliato, il sistema bipolare esiste eccome. Prodi-D'Alema , Veltroni-D'Alema, Fassino-D'Alema , Veltroni-Prodi, Bersani-Letta, Letta-Renzi... Dove è la novità ? L'unico problema mi pare sapere quale sarà la prossima antinomia, dal momento che dubito abbia raggione Storace... ( "aspettiamo fra sei mesi finalmente l'arrivo di Cuperlo"...) Franco
la questione è che in Italia si fa il presidente del consiglio (non il primo ministro, finchè vigente la Costituzione repubblicana) senza passare per le elezioni. Alle primarie Renzi ha ottenuto due milioni di voti (800.000 sono andati a Cuperlo e Civati) che su 30 milioni di voti validi fanno il 6,66% periodico e sui 49 milioni di iscritti nelle liste il 4,08%. Un po poco per l'unto del signore. Franco Astengo
In realtà il sistema inglese è storicamente bipartitico, non bipolare, visto che la contrapposizione è sempre stata fra i due partiti maggiori, con i minori a fare da contorno del tutto ininfluente. Solo nei primi decenni del '900 si ebbero governi di coalizione perché il sistema viveva la transizione dalla tradizionale contrapposizione fra conservatori e liberali a quella fra conservatori e laburisti. Le ultime elezioni hanno registrato il buon risultato dei lib-dem per cui si è reso necessario un governo di coalizione. Vedremo cosa succederà in futuro, anche se purtroppo i sondaggi danno come emergente un quarto partito, quello reazionario e xenofobo di cui non ricordo il nome. Se poi giriamo un po' per l'Europa difficilmente troviamo dei sistemi bipolari secondo la definizione vigente in Italia negli ultimi vent'anni. In Germania lo scontro resta fondamentalmente fra due grandi partiti e i governi di coalizione, grande o piccola, si fanno dopo le elezioni. Idem in Spagna e anche in Francia, dove esistono formazioni minori la cui incidenza resta però molto limitata. Noi invece il bipolarismo lo abbiamo avuto dal '94 fino alle ultime elezioni alle quali il Centro è andato in autonomia, da cui è emerso il M5Stelle e che sono state subito seguite dalla dissoluzione di IBC e successivamente dalla divisione del PdL fra la rinata Forza Italia e il NCD. Inoltre, per quanto piccole, ci sono la Lega e SEL. Con un quadro politico come questo parlare di bipolarismo non ha molto senso e non a caso si vuole ripristinarlo con una legge elettorale che tratta la sentenza 1/2014 della Consulta come carta igienica. Infine non è vero che il segretario del maggior partito diventi sempre capo del governo. Alle ultime elezioni la SPD ha indicato come candidato Cancelliere Steinbrueck mentre segretario del partito restava Gabriel. Dove questo avviene è sempre dopo elezioni e i casi di Major che sostituì la Thatcher e di Gordon Brown che sostituì Blair restano molto diversi dall'attuale vicenda di casa nostra. Maurizio Giancola
Non è esatto. Non confondiamo intanto i partiti che hanno come leader un segretario generale( modello leninista) e chi un presidente. In Germania non sempre vi è stata coincidenza tra candidato alla cancelleria e presidente del partito. Solo in Gran Bretagna è il Congresso del Partito che fa dimettere l'ex leader da primo ministro, dalle altre partiti Germania Austria il passeggio parlamentre è necessario. In Gran Bretagna la staffetta sarebbe avvenuta l'8 dicembre. Se permettete, come cittadino italiano me ne fotto delle regole interne di un partito, cui non sono iscritto e alle cui primarie interne nom partecipo. Come cittadino italiano non voglio essere di serie B perché non sono iscritto al PD o a Forza Italia. Come cittadino italiano sono solo interessato a difendere ed attuare la Costituzione. Certi passaggi anche se simbolici sono necessari, si doveva andare in Parlamento almeno per un dibattito pubblico e non filtrato da media compiacenti. Chi non è andato alle consultazioni, ha fatto bene Stop
Se questo è il bipolarismo "questo o quello per me pari sono". Il bipolarismo è alternativa. Qui se non sei del PD o di Forza Italia sei un cittadino di seria B alla faccia dell'art. 3 e 51 della Costituzione
Caro Claudio, secondo me ha ragione Felice. Stiamo all estremo esempio britannico. Ebbene anche se il premier ( non a caso li non si chiama presidente del consiglio, ma primo ministro) e cambiato dal partito e non dal parlamento, questo avviene IN PARLAMENTO A XURA DEL GRUUUPO PARLAMENTARE. Per una ragione politica di partito che si intreccia con una ragione di natura istituzionale del sistema.
In eredità con la democrazia dell'aristocrazia delle contee, il governo britannico e parlamentare puro, ovvero i deputati eletti nei "collegi-comuni" tirano il partito sul territorio e dipendono direttamente dagli elettori, e questi per tramite dei deputati hanno un rapporto di adesione programmatica col partito.
L adesione programmatica e la chiave di tutto: infatti ogni anno, dico ogni anno, si fa un congresso e la piattaforma vincola gli eletti primo ministro compreso al programma. Al punto tale che chiunque, sia il premier, sia i deputati, possono ricorrere alla consultazione pubblica nei collegi rispettivi, gli uni contro gli altri, in caso di divergenza programmatica: il governo deve corrispondere alle linee programmatiche concordate annualmente dal congresso.
In questo caso, come avrai notato, il governo non siede come nei tribunali o nell assemblea nazionale francese, in alto e separato dalla massa degli eletti. Tutti i deputati siedono attorno alla tavola e il premier, così come di rispetto il capo dell opposizione che è anche premier ombra: la archiettura stessa sta a dimostrare che il premier e primo inter pares nel suo gruppo parlamentare che ha la maggioranza dei banchi.
Ecco perché accade quel che dice felice: non è in piazza del nazareno a londra, ( in vi torcia street, sede del labour) che si decide la fiducia o la sfiducia. Lo si decide a un congresso o a una conferenza dove se il leader vincolato al programma va sotto. A quel punto e nel gruppo parlamentare che passa la mano avvisandone la regina. La quale per di più, per rispetto del parlamento, lascia appunto al gruppo parlamentare di far dedere al centro del tavolo il nuovo premier, circondato ai lati e dietrom dai suoi deputati.
Sarebbe meraviglioso anche in Italia. L'intreccio tra governo parlamentare e vincolo programmatico con gli elettori a cui ricorrere in Caso di dissidio e chi ottiene la maggioranza nel gruppo parlamentare sostituisce sempre in parlamento il loro capo delegazione che chiamano premier.
Stefano Carluccio Per direzione@criticasociale.net
Scusate il disturbo, ma faccio una domanda dopo il paragone inglese, per prevenire obiezioni: nelle primarie Renzi ha vinto contro le larghe intese? O precisamente ha vinto contro l alleanza d emergenza delle larghe intese del governo Letta? Perché altrimenti i casi sono due: se così fosse ( no a larghe intese ne strategiche ne a temine) ora dovrebbe escluderle dalla base di maggioranza del suo governo. Se viceversa così non è stato, non si capisce su quale nuova base programmatica della politica di alleanze abbia sfiduciato Letta. In ogni caso l'equivoco di cui sopra sarebbe venuto allo scoperto, soprattutto in relazione all alleato Alfano, in un dibattito parlamentare sulla sfiducia, o anche semplicemente sulle dimissioni senza sfiducia, di letta. Infatti la inevitabile difesa di Alfano del governo di cui è stato il numero 2 avrebbe creato non poche difficoltà alla conferma dell alleanza sul governo Renzi, ovvero anche Alfano avrebbe dovuto dire che il loro governo si era arenato e che dal pd arriva la pila nuova ( renzi). Il quale senza larghe intese non fa nessun governo, per ora. Poi contando sul suo carisma e soprattutto Silla FIFA di tutto il parlamento, tenderà alla " vocazione maggioritaria" del pd, ovvero al "partito unico". A quel punto, si tornerà a parlare di legge elettorale, ocvviamente su misura.
Stefano Carluccio Per direzione@criticasociale.net
interessante discussione. In UK oltretutto il Prime Minister non e' un ruolo costituzionalmente definito visto che non c'e' costituzione e la sua figura e la prassi su come viene scelto e cosa fa vive nella consuetudine e si e' affermata prevalentemente nell'ultimo secolo.
Il sistema politico italiano vive ormai al di fuori della Costituzione che era stata scritta e pensata per un sistema politico fondato su partiti forti che non esistono piu' da vent'anni.
Altra enorme differenza tra quanto fatto da Renzi e quanto fatto da Brown e' che nel secondo caso Blair era d'accordo e l'annuncio delle sue dimissioni ha messo in moto la successione. Qui abbiamo uno che si e' fatto eleggere segretario dicendo che voleva sostenere Letta e che non sarebbe mai andato al governo senza vincere le elezioni. Su quella base ha vinto il congresso ed e' stato legittimato e quel mandato e' stato tradito nemmeno due mesi dopo. Notare come l'unica legittimita' della "svolta" deriva da un voto della direzione che e' stata eletta con lista bloccata sulla base dei risultati del congresso che ha eletto Renzi.
Il punto e' anche che i gruppi parlamentari contano quanto il due di briscola. Hanno fatto bene tutti quelli che hanno rifiutato le consultazioni o chiesto un passaggio parlamentare: anche cosi si difende la Costituzione.
Quello che è successo e sta succedendo in questi giorni non trova precedenti nella nostra storia repubblicana. Inoltre, come hanno affermato molti compagni intervenuti, nelle grandi democrazie europee una vicenda simile sarebbe inconcepibile. Ha ragione Andrea Pisauro: siamo ormai al di fuori della Costituzione e del sistema democratico che ne deriva. Gravissima è la responsabilità di Napolitano e anche coloro che giustificano l'accaduto sono complici di questo degrado. Maurizio Giancola
si potrebbe continuare con un ampia discussione su cosa è il socialismo oggi in Europa e nel mondo, e penso che pochi si acconterebbero di una definizione del “minimo comun denominatore” che invece è l’unica possibile: la valorizzazione del lavoro, la tutela degli esclusi e e la democrazia politica. Renzi non viene fuori da una cultura socialista, se mai liberal cristiana (gliene sono state dette di tutte, però nessuno lo ha avvicinato a CL). Però è il primo segretario del PD che vuole l’adesione al PSE senza se e senza ma e senza giochi di parole, e che la attuerà a Roma tra un mese.Dopo di che, nel PSE ci saranno dei problemi tra la linea tedesca e la linea, in questo momento sostenuta anche dalla finanza USA e GB, di allentare l’austerità e le regole tedesche, e mi sembra che il PD possa giocare una parte in questa partita. Siccome è la mia fissazione, sospendo ogni giudizio fin quando non sarà chiara l’opposizione al TTIP che si cercherà di far approvare dal prossimo parlamento europeo, e per ora mi limito a un bombing sui candidati. Infine, è il primo possibile pres. del consiglio che parla di rottamare la burocrazia, ed è questa la speranza che ha portato tanta gente anche non di sinistra a votarlo, mentre gli austeri custodi della purezza della sinistra non ci sono andati, non han visto chi era in coda, e fantasticano di dietrologie, che è la risposta della nostra sinistra teorica quando succede qualcosa che non si aspetta. L’impotenza organizzativa della destra si è vista quando Berlusconi è riuscito a portare solo 100.000 a firmare i referendum di Pannella sulla giustizia
18 commenti:
L'ingratitudine dei berlusconidi è senza pudore.
Si dimenticano che le trame di Napolitano ci sono state, ma a loro favore:
una nel novembre 2010, quando salvò il governo Berlusconi facendo rinviare
di un mese il voto sulla mozione di sfiducia dei finiani; l'altra nel
novembre 2011, quando salvò il dimissionario Berlusconi da una sicura
disfatta elettorale inventandosi il governo Monti.
E questo non è fumo, è arrosto !
Luciano Belli Paci
La nostra Costituzione materiale è in continua evoluzione: ora siamo british,
la fiducia/sfiducia la da il partito, non il Parlamento
Felice C. Besostri
L'ingratutidine dei Berlusconiani andava messa in conto. E' nella loro natura badare solo ai loro interessi particulari.
Invece l'improntitutine di chi ha ripetutamente soccorso Berlusconi in passato, quella di chi non ha mai legiferato sul conflitto di interessi, e quella di chi adesso vorrebbe riformare la costituzione facendo accordi a tu per tu con un corruttore di giudici, evasore fiscale e quant'altro, non hanno, mi pare, nessuna scusante.
Un saluto,
Francesco Somaini
in un sistema bipolare è la strada corretta....e non so fino a che punto sia
meglio affidarsi al sostegno dei Mastella, DeGregorio ecc
-----
Non vedo alcun sistema bipolare in Italia e a dire il vero nemmeno in GB, dal momento che anche là governa una coalizione.
Maurizio Giancola
non giochiamo con le parole: il concetto che si è diffuso nelle democrazie bipolari e che è rimasto in piedi nei paesi occidentali che hanno governi efficienti è che il segretario del partito è anche il primo ministro se vince le elezioni in GB, Germania,Australia, austria ecc, e il primo ministro si dimette se il partito elegge un altro segretario. E’ successo così anche alla Thatcher (era ora...). Nella democrazia cristiana, invece la prassi era di avere il conflitto permanente tra i due incarichi e abbiamo visto il risultato. Ma poi, a parte le formule, chi è che controllando il partito se lo lascia portar via da un presidente del consiglio che nomina le alte cariche dello stato e degli enti pubblici e parapubblici?: sarebbe ora che i giornalisti politici smettano di raccontare le favole di babbo natale o cambino mestiere, e i blogghisti di correre dietro a queste stupidaggini.
D’altra parte che senso avrebbe fare delle primarie aperte agli elettori e non solo agli iscritti per eleggere il segretario di un partito? Onde evitare un giro sugli USA, lì il segretario del partito non esiste, perchè i due partiti sono governati dal sistema delle rispettive logge massoniche che non conosco a fondo, e che probabilmente esigono un equilibrio tra le nomine fatte da loro e dal personaggio da loro scelto che vince le elezioni ad ogni livello
Il sistema in GB resta Bipolare anchr Lloyd George govrrnò in coalizione , ma poi si tornò al bipolarismo non bisogna confondere un governo con un sistema. Se anche alle prosime elezioni si dovesse fare una coalizione allora il sistema sarebbe in evoluzione
Felice C. Besostri
sbagliato, il sistema bipolare esiste eccome. Prodi-D'Alema , Veltroni-D'Alema, Fassino-D'Alema , Veltroni-Prodi, Bersani-Letta, Letta-Renzi...
Dove è la novità ?
L'unico problema mi pare sapere quale sarà la prossima antinomia, dal momento che dubito abbia raggione Storace... ( "aspettiamo fra sei mesi finalmente l'arrivo di Cuperlo"...)
Franco
la questione è che in Italia si fa il presidente del consiglio (non il primo ministro, finchè vigente la Costituzione repubblicana) senza passare per le elezioni. Alle primarie Renzi ha ottenuto due milioni di voti (800.000 sono andati a Cuperlo e Civati) che su 30 milioni di voti validi fanno il 6,66% periodico e sui 49 milioni di iscritti nelle liste il 4,08%. Un po poco per l'unto del signore. Franco Astengo
Mi sembra che anche qui da noi viga un discreto sistema di logge
massoniche...
In realtà il sistema inglese è storicamente bipartitico, non bipolare, visto che la contrapposizione è sempre stata fra i due partiti maggiori, con i minori a fare da contorno del tutto ininfluente. Solo nei primi decenni del '900 si ebbero governi di coalizione perché il sistema viveva la transizione dalla tradizionale contrapposizione fra conservatori e liberali a quella fra conservatori e laburisti. Le ultime elezioni hanno registrato il buon risultato dei lib-dem per cui si è reso necessario un governo di coalizione. Vedremo cosa succederà in futuro, anche se purtroppo i sondaggi danno come emergente un quarto partito, quello reazionario e xenofobo di cui non ricordo il nome.
Se poi giriamo un po' per l'Europa difficilmente troviamo dei sistemi bipolari secondo la definizione vigente in Italia negli ultimi vent'anni. In Germania lo scontro resta fondamentalmente fra due grandi partiti e i governi di coalizione, grande o piccola, si fanno dopo le elezioni. Idem in Spagna e anche in Francia, dove esistono formazioni minori la cui incidenza resta però molto limitata. Noi invece il bipolarismo lo abbiamo avuto dal '94 fino alle ultime elezioni alle quali il Centro è andato in autonomia, da cui è emerso il M5Stelle e che sono state subito seguite dalla dissoluzione di IBC e successivamente dalla divisione del PdL fra la rinata Forza Italia e il NCD. Inoltre, per quanto piccole, ci sono la Lega e SEL. Con un quadro politico come questo parlare di bipolarismo non ha molto senso e non a caso si vuole ripristinarlo con una legge elettorale che tratta la sentenza 1/2014 della Consulta come carta igienica.
Infine non è vero che il segretario del maggior partito diventi sempre capo del governo. Alle ultime elezioni la SPD ha indicato come candidato Cancelliere Steinbrueck mentre segretario del partito restava Gabriel. Dove questo avviene è sempre dopo elezioni e i casi di Major che sostituì la Thatcher e di Gordon Brown che sostituì Blair restano molto diversi dall'attuale vicenda di casa nostra.
Maurizio Giancola
Non è esatto. Non confondiamo intanto i partiti che hanno come leader un segretario generale( modello leninista) e chi un presidente. In Germania non sempre vi è stata coincidenza tra candidato alla cancelleria e presidente del partito. Solo in Gran Bretagna è il Congresso del Partito che fa dimettere l'ex leader da primo ministro, dalle altre partiti Germania Austria il passeggio parlamentre è necessario. In Gran Bretagna la staffetta sarebbe avvenuta l'8 dicembre. Se permettete, come cittadino italiano me ne fotto delle regole interne di un partito, cui non sono iscritto e alle cui primarie interne nom partecipo. Come cittadino italiano non voglio essere di serie B perché non sono iscritto al PD o a Forza Italia. Come cittadino italiano sono solo interessato a difendere ed attuare la Costituzione. Certi passaggi anche se simbolici sono necessari, si doveva andare in Parlamento almeno per un dibattito pubblico e non filtrato da media compiacenti. Chi non è andato alle consultazioni, ha fatto bene Stop
Felice C. Besostri
Se questo è il bipolarismo "questo o quello per me pari sono". Il bipolarismo è alternativa. Qui se non sei del PD o di Forza Italia sei un cittadino di seria B alla faccia dell'art. 3 e 51 della Costituzione
Felice C. Besostri
Caro Claudio, secondo me ha ragione Felice. Stiamo all estremo esempio britannico. Ebbene anche se il premier ( non a caso li non si chiama presidente del consiglio, ma primo ministro) e cambiato dal partito e non dal parlamento, questo avviene IN PARLAMENTO A XURA DEL GRUUUPO PARLAMENTARE. Per una ragione politica di partito che si intreccia con una ragione di natura istituzionale del sistema.
In eredità con la democrazia dell'aristocrazia delle contee, il governo britannico e parlamentare puro, ovvero i deputati eletti nei "collegi-comuni" tirano il partito sul territorio e dipendono direttamente dagli elettori, e questi per tramite dei deputati hanno un rapporto di adesione programmatica col partito.
L adesione programmatica e la chiave di tutto: infatti ogni anno, dico ogni anno, si fa un congresso e la piattaforma vincola gli eletti primo ministro compreso al programma. Al punto tale che chiunque, sia il premier, sia i deputati, possono ricorrere alla consultazione pubblica nei collegi rispettivi, gli uni contro gli altri, in caso di divergenza programmatica: il governo deve corrispondere alle linee programmatiche concordate annualmente dal congresso.
In questo caso, come avrai notato, il governo non siede come nei tribunali o nell assemblea nazionale francese, in alto e separato dalla massa degli eletti. Tutti i deputati siedono attorno alla tavola e il premier, così come di rispetto il capo dell opposizione che è anche premier ombra: la archiettura stessa sta a dimostrare che il premier e primo inter pares nel suo gruppo parlamentare che ha la maggioranza dei banchi.
Ecco perché accade quel che dice felice: non è in piazza del nazareno a londra, ( in vi torcia street, sede del labour) che si decide la fiducia o la sfiducia. Lo si decide a un congresso o a una conferenza dove se il leader vincolato al programma va sotto. A quel punto e nel gruppo parlamentare che passa la mano avvisandone la regina. La quale per di più, per rispetto del parlamento, lascia appunto al gruppo parlamentare di far dedere al centro del tavolo il nuovo premier, circondato ai lati e dietrom dai suoi deputati.
Sarebbe meraviglioso anche in Italia. L'intreccio tra governo parlamentare e vincolo programmatico con gli elettori a cui ricorrere in Caso di dissidio e chi ottiene la maggioranza nel gruppo parlamentare sostituisce sempre in parlamento il loro capo delegazione che chiamano premier.
Stefano Carluccio
Per direzione@criticasociale.net
Scusate il disturbo, ma faccio una domanda dopo il paragone inglese, per prevenire obiezioni: nelle primarie Renzi ha vinto contro le larghe intese? O precisamente ha vinto contro l alleanza d emergenza delle larghe intese del governo Letta?
Perché altrimenti i casi sono due: se così fosse ( no a larghe intese ne strategiche ne a temine) ora dovrebbe escluderle dalla base di maggioranza del suo governo.
Se viceversa così non è stato, non si capisce su quale nuova base programmatica della politica di alleanze abbia sfiduciato Letta.
In ogni caso l'equivoco di cui sopra sarebbe venuto allo scoperto, soprattutto in relazione all alleato Alfano, in un dibattito parlamentare sulla sfiducia, o anche semplicemente sulle dimissioni senza sfiducia, di letta. Infatti la inevitabile difesa di Alfano del governo di cui è stato il numero 2 avrebbe creato non poche difficoltà alla conferma dell alleanza sul governo Renzi, ovvero anche Alfano avrebbe dovuto dire che il loro governo si era arenato e che dal pd arriva la pila nuova ( renzi). Il quale senza larghe intese non fa nessun governo, per ora. Poi contando sul suo carisma e soprattutto Silla FIFA di tutto il parlamento, tenderà alla " vocazione maggioritaria" del pd, ovvero al "partito unico". A quel punto, si tornerà a parlare di legge elettorale, ocvviamente su misura.
Stefano Carluccio
Per direzione@criticasociale.net
interessante discussione. In UK oltretutto il Prime Minister non e' un ruolo costituzionalmente definito visto che non c'e' costituzione e la sua figura e la prassi su come viene scelto e cosa fa vive nella consuetudine e si e' affermata prevalentemente nell'ultimo secolo.
Il sistema politico italiano vive ormai al di fuori della Costituzione che era stata scritta e pensata per un sistema politico fondato su partiti forti che non esistono piu' da vent'anni.
Altra enorme differenza tra quanto fatto da Renzi e quanto fatto da Brown e' che nel secondo caso Blair era d'accordo e l'annuncio delle sue dimissioni ha messo in moto la successione. Qui abbiamo uno che si e' fatto eleggere segretario dicendo che voleva sostenere Letta e che non sarebbe mai andato al governo senza vincere le elezioni. Su quella base ha vinto il congresso ed e' stato legittimato e quel mandato e' stato tradito nemmeno due mesi dopo.
Notare come l'unica legittimita' della "svolta" deriva da un voto della direzione che e' stata eletta con lista bloccata sulla base dei risultati del congresso che ha eletto Renzi.
Il punto e' anche che i gruppi parlamentari contano quanto il due di briscola. Hanno fatto bene tutti quelli che hanno rifiutato le consultazioni o chiesto un passaggio parlamentare: anche cosi si difende la Costituzione.
Quello che è successo e sta succedendo in questi giorni non trova precedenti nella nostra storia repubblicana. Inoltre, come hanno affermato molti compagni intervenuti, nelle grandi democrazie europee una vicenda simile sarebbe inconcepibile. Ha ragione Andrea Pisauro: siamo ormai al di fuori della Costituzione e del sistema democratico che ne deriva. Gravissima è la responsabilità di Napolitano e anche coloro che giustificano l'accaduto sono complici di questo degrado.
Maurizio Giancola
si potrebbe continuare con un ampia discussione su cosa è il socialismo oggi in Europa e nel mondo, e penso che pochi si acconterebbero di una definizione del “minimo comun denominatore” che invece è l’unica possibile: la valorizzazione del lavoro, la tutela degli esclusi e e la democrazia politica.
Renzi non viene fuori da una cultura socialista, se mai liberal cristiana (gliene sono state dette di tutte, però nessuno lo ha avvicinato a CL). Però è il primo segretario del PD che vuole l’adesione al PSE senza se e senza ma e senza giochi di parole, e che la attuerà a Roma tra un mese.Dopo di che, nel PSE ci saranno dei problemi tra la linea tedesca e la linea, in questo momento sostenuta anche dalla finanza USA e GB, di allentare l’austerità e le regole tedesche, e mi sembra che il PD possa giocare una parte in questa partita. Siccome è la mia fissazione, sospendo ogni giudizio fin quando non sarà chiara l’opposizione al TTIP che si cercherà di far approvare dal prossimo parlamento europeo, e per ora mi limito a un bombing sui candidati.
Infine, è il primo possibile pres. del consiglio che parla di rottamare la burocrazia, ed è questa la speranza che ha portato tanta gente anche non di sinistra a votarlo, mentre gli austeri custodi della purezza della sinistra non ci sono andati, non han visto chi era in coda, e fantasticano di dietrologie, che è la risposta della nostra sinistra teorica quando succede qualcosa che non si aspetta. L’impotenza organizzativa della destra si è vista quando Berlusconi è riuscito a portare solo 100.000 a firmare i referendum di Pannella sulla giustizia
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