giovedì 13 febbraio 2014

Antonio Caputo: In difesa del sistema parlamentare

“La Corte costituzionale, nella odierna Camera di consiglio, ha dichiarato l’illegittimità costituzionale – per violazione dell’art. 77, secondo comma, della Costituzione, che regola la procedura di conversione dei decreti-legge – degli artt. 4-bis e 4-vicies ter del d.l. 30 dicembre 2005, n. 272, come convertito con modificazioni dall’art. 1 della legge 21 febbraio 2006, n. 49, così rimuovendo le modifiche apportate con le norme dichiarate illegittime" Dura la reazione dei penalisti. «Quando per mancanza di coraggio si fanno scelte consapevolmente incostituzionali, quando si delega di fatto al giudice delle leggi quello che dovrebbe essere il compito del Parlamento, si capovolge il corso democratico della funzione legislativa», è il commento dell'Unione Camere Penali che ricorda come «anche in queste ore il Parlamento sta licenziando una norma che discrimina i condannati per alcuni reati (il Dl Cancellieri, ndr), escludendoli irragionevolmente dalla possibile applicazione di un beneficio, quello della liberazione anticipata, per timore che la pubblica opinione non comprenda e accusi la Politica di scarsa intransigenza nei confronti dei mafiosi, degli stupratori e chissà chi altro . La Corte Costituzionale "boccia" la legge Fini-Giovanardi che equipara droghe leggere e pensanti: nella norma di conversione furono inseriti emendamenti estranei all'oggetto e alle finalità del decreto. L'effetto concreto e' che con la decisione rivive la legge Iervolino-Vassalli come modificata da referendum del '93, che prevede pene più basse per le droghe leggere. La vicenda dimostra la gravita' della crisi del sistema parlamentare italiano e, a ben vedere, la decisione della Corte non concerne in quanto tale il merito (l'equiparazione delle droghe leggere a quelle pesanti): e' solo iun rilievo di tecnicalita', pur sostanziale e non solo formale, dell'iter di conversione di decreti legge la cui legge di conversione deve essere coerente all'oggetto e alle finalita' del decreto, secondo la Corte. Cio' che riguarda a ben vedere migliaia di decreti bellamente convertiti e stravolti e che, per quanto concerbne la Fini Giovanardi si e' "scoperto" ora, a distanza di ben 8 lunghi anni che tanta "pena" hanno arrecato agli "sfortunati" condannati. La giustizia e' cieca, come la fortuna? Mentre il sistema parlamentare fa acqua o meglio prende acqua. Antonio Caputo

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