sabato 8 febbraio 2014

I migranti di Soci

Nel giorno dell'inaugurazione delle Olimpiadi invernali, è interessante leggere questo articolo, che rivela la faccia nascosta della preparazione frettolosa di questo spettacolo. L'attenzione del mondo è giustamente incentrata sui diritti dei gay in Russia; ma questi eventi "giganteschi" in molti paesi creano pesanti distorsioni a livello di diritto del lavoro. E' bene tenerlo a mente, perché in questo campo la "corsa verso il basso" è un fenomeno che si espande troppo facilmente. FMM Lavoratori clandestini, costretti a spezzarsi la schiena per un tozzo di pane, tenuti in condizioni di semi-schiavitù. Sfruttati per costruire gli impianti grazie ai quali gli sportivi e gli appassionati di tutto il mondo potranno celebrare, a partire da oggi e per le prossime due settimane, il mito della fratellanza olimpica. È stata questa la sorte di 123 lavoratori, serbi e serbo bosniaci, che solo recentemente sono riusciti a ritornare a casa dopo aver lavorato nei cantieri edili di Sochi, la città russa dove oggi si aprono i giochi invernali. A denunciare la situazione dei lavoratori migranti a Sochi ci aveva già pensato un rapporto di Human Rights Watch, pubblicato esattamente un anno fa sotto il titolo di "Corsa verso il basso". “Per preparare i giochi invernali del 2014”, si può leggere nel documento, “la Russia ha dovuto trasformare radicalmente Sochi, una città costiera sul Mar Nero, costruendo impianti sportivi, hotel di lusso, oltre che infrastrutture e sistemi di comunicazione modernissimi”. Per fare ciò, e concludere quest'opera faraonica con il minimo costo, la Russia ha fatto ricorso anche “a 16.000 immigrati provenienti dall'estero”, impiegati spesso in condizioni durissime: gli operai lavorano per “turni di dodici ore, senza aver diritto a giorni di riposo”, e dopo che “sono stati loro confiscati il passaporto e il permesso di lavoro, per fare sì che non si ribellino e per renderne impossibile la fuga”.(...) I Migranti di Sochi (da BalcaniCaucaso.org)

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