sabato 8 febbraio 2014

Giovanni Scirocco: Tsipras

Cari compagni, oggi ero a Roma e sono andato a sentire Tsipras al Teatro valle occupato (strapieno: presenti la Spinelli, Viale, Paolo Flores, Ferrero. Non mi è parso di vedere nessuno esponente di Sel). Prime impressioni asolutamente personali (era presente anche Paolo Zanini, che potrà dire la sua): a) simpatico, alla mano, abile parlatore b) assolutamente generico nei contenuti, se non in due passaggi, peraltro importanti: convocazione di una conferenza sul debito (europeo, non dei PVS...) e bilancio europeo c) forti richiami all'unità della sinistra radicale, ma senza pregiudizi. In realtà, sono stati citati solo Gramsci, Togliatti e Berlinguer e sono stati messi sullo stesso piano liberal-liberisti e socialdemocratici, senza alcuna distinzione. Tra questi ultimi, è stato annoverato anche Renzi. Insomma, che dirvi? Buoni propositi (anche i paragoni con la Grecia, un paese con due milioni di poveri e tre milioni di cittadini privi dell'assistenza sanitaria, su dieci milioni di abitanti, mi sono sembrati un po' forzati), ma anche una discreta confusione... Buona serata Giovanni

9 commenti:

Francesco Maria ha detto...

Se può essere utile per vedere il fenomeno Tsiparas più nell'ottica di quanto sta avvenendo in Grecia vi propongo un articolo che mi sembra interessante; da leggere tutto, per non illudersi che la "tentazione greca" di far pressione sulla troika sia una soluzione ipotizzabile per tutta l'Europa





http://phastidio.net/2013/12/04/la-pistola-greca-alla-tempia-della-troika/

Peppe ha detto...

Gramsci-Togliatti e Berlinguer...la solita rottura di coglioni.....c'è anche da
dire che con quell'uditorio non poteva dire altro.Ma già è possibile capire che
tipo
di campagna elettorale faranno quelli della lista: il PSE peggior nemico.

Pierpaolo ha detto...

Da quel poco che ho letto:

programma in larga parte coincidente con quello del PSE, senza però la medesima profondità di analisi
unica differenziazione: la richiesta di una conferenza europea per la rinegoziazione del debito degli stati del Club Méd (una richiesta irricevibile, visti i trattati - che sostanzialmente impediscono trasferimenti di risorse, senza contropartite, da stati in attivo a stati indebitati)
attacchi insensati al PSE, presentato secondo i soliti stilemi: socialtraditore e euroinciucista. Una totale mistificazione della realtà, come sa chiunque abbia letto i documenti politici prodotti dal PSE, e quelli prodotti dalla rete di fondazioni, centri studi e riviste di approfondimento politico ad esso vicini.

Tsipras è il classico lupus in agno. In realtà questa candidatura risponde a due esigenze:


tirare la volata a Syriza, perché le amministrative greche si svolgono in contemporanea con le europee, e una vittoria smagliante di Syriza potrebbe consentirle .- non so, però, con quante probabilità di successo - di chiedere elezioni politiche anticipate, nella speranza di vincerle e assumere il governo
rimettere in spolvero, nei diversi stati dell'Europa mediterranea e in Francia, formazioni politiche che vantano una lunga storia di insuccessi e che hanno perso ogni credibilità.
Francamente, si tratta di un'operazione che guardo con diffidente curiosità, e che credo non andrà molto lontano, anche perché la parte meno smaliziata dell'elettorato sarà attratta, molto più probabilmente, dall'antieuropeismo urlato e "senza se e senza ma" di Grillo e del M5S.


Pierpaolo Pecchiari

Edmondo ha detto...

Insomma, Tsipras sembra un Vendola dell'altra sponda dell'Adriatico...

Però a differenza di Nichi, non ha neppure iniziato un percorso socialdemocratico!

Percorso che invece attribuisce a Renzi: questa la discreta confusione?

Luciano ha detto...

Caro Giovanni,il fatto che abbia rammentato quei tre nomi invece di Pertini,di Nenni e di R.Lombardi per me è già tanta roba negativa,come quel paragone tra liberal e socialisti/socialdemocratici.Posso assicurarti che c'era per SEL il compagno Smeriglio vice presidente della regione Lazio.Non mi piace e non lo voto.Se ci sarà la possibilità di votare Schulz in una lista nn del PD bene,altrimenti me ne starò a casa.Fraterni saluti socialisti .L.Montauti

Alberto ha detto...

Tra pochi mesi in Europa si gioca una partita molto importante: si gioca ciò
che resta del modello sociale Europeo. Quel modello che, costruito dalle
sinistre riformiste negli anni 50-70, è diventato il solo vero modello
sociale globale insuperato e che da solo nonostante tutto riesce, unico al
mondo, ancora a resistere al ritorno potente del pensiero neoliberista. Sono
oramai venti anni che la destra governa tutta l'Europa. Eppure quel modello
sociale ancora riesce a resistere nel prassi quotidiana e nei sogni dei
cittadini europei.
Ma resisterà se, ancora una volta, le sinistre dividendosi consentiranno
alle destre di rimanere al governo dell'Europa? Io ne dubito.
Pochi hanno voluto riflettere sul fatto che il vero nemico del neoliberismo
( Reagan, Thatcher in politica , Friedman in economia) non era tanto il
socialismo reale (URSS) che non essendo una democrazia ma una dittatura
aveva in se i germi della sua inevitabile implosione, ma il modello
socialdemocratico, perchè vincente proprio nella e con la democrazia. Un
modello che poteva espandersi nell'Almerica latina ,nel terzo mondo
nell'Asia nell'Africa. E diventare quindi globalmente vincente come modello
di società solidale e democratica, alternativa al liberismo. Questo è
l'odiato nemico del neoliberismo.
Se le sinistre europee a maggio saranno sconfitte il neoliberismo brinderà
definitivamente. Non avrà più argini al suo definitivo trionfo.
Di questo bisogna ragionare e non di avere "individualmente " ragione come
purtroppo sembrano avere desiderio di fare tanti stimabili intellettuali,
con questa loro uscita per Tsipras che , nei fatti, rischia di dividere le
sinistre europee.
Non ho nulla contro Tsipras. Se vivessi in Grecia lo avrei votato e lo
voterei. Ma le dimensioni delle elezioni europee, e la partita che attorno
ad esse si gioca sono troppo drammatiche perchè si possa lasciare a
qualcuno, anche se con ragionamenti condivisibili, di dividerci. Io mi
auguro che Tsipras, politico più accorto ed attento di alcuni suoi
estimatori, comprenda che non c'è speranza per l'Europa senza una comune
battaglia con il PSE. PSE, che vorrei sottolinearlo non è il nome di un
leader ( tanto per ricordarlo ai tanti anti leaderisti) ma di un insieme di
partiti della comune cultura socialista europea. Discutibili certo; ma non
un singolo uomo ma una grande comunità di donne e di uomini. Per questo sono
e resto d'accordo con Vendola: con Tsipras ma non contro Schulz. Ne va
dell'Europa che, se permetti è qualcosa di più grande di Barbara Spinelli.

Giovanni ha detto...

Esatto, Caro Edmondo.
Anche perché, come sappiamo bene, ci sono socialisti e socialisti. Il
modello dichiarato di Renzi è Blair e, anche per me (non solo per Tsipras)
è difficile non vedere quest'ultimo come continuatore di politiche
neo-liberiste. Quindi, nel pratico, concordo con quanto scrive il compagno
Montauti...
Un caro saluto
Giovanni

Peppe ha detto...

probabilmente i nomi di Lombardi e Nenni non li conosce nemmeno. Del rssto Tsipras viene da un paese dove non c'è certo una cultura di sinistra particorlamente evoluta. La Grecia è la madre della civiltà occidentale (rilevo che per metà è merito della Magna Grecia di cui anche un pezzo importante della mia regione faceva parte). E veramente ha molto poco da insegnare a francesi e tedeschi. Poi in Italia è sostenuto dai "società civili" Repubblichini (nel senso Scalfari-De Benedetti) con Maltese, Spinelli ec e dai narcisopolitici come Freccero. Roba indigeribile.

Maurizio ha detto...

Alberto Ferrari ha detto una cosa molto giusta quando ha ricordato che il vero nemico del neo-liberismo (Reagan e Thatcher sul terreno politico, Friedman su quello della teoria economica) non era l'URSS e il blocco dell'Est, ma il modello socialdemocratico. Per questo, dopo il 1989, sarebbe stata necessaria una forte risposta riformatrice da parte dei partiti socialisti, socialdemocratici e laburisti contro quello che andava ormai imponendosi come pensiero unico. Si ebbero invece la III Via di Blair e il Nuovo Centro di Schroeder che, nonostante le critiche del già ricordato Soares, di Gonzales, di gran parte dei socialisti francesi e anche di Lafontaine in Germania e dell'ala sinistra del Labour, portarono il socialismo europeo sul piano di una sostanziale subalternità, culturale e politica, agli indirizzi conservatori dominanti. Si rinunciava insomma a mettere in discussione un modello considerato ormai vincente e privo di alternative, di cui ci si limitava a mitigare gli aspetti più duri con interventi anche giusti, ma comunque esclusivamente settoriali.
Questa visione - direi questa illusione - è stata spazzata via dalla crisi per cui ha ragione Peppe Giudice quando afferma che Blair appartiene ormai al passato. Quello che semmai lascia interdetti è che qualcuno lo riproponga oggi a fronte di una situazione così diversa.
Anche su Tsipras e sulla sciagurata scelta della maggioranza congressuale di SEL condivido il giudizio di Peppe. Tsipras non è affatto un estremista, anche se talvolta deve recitare la parte come ha fatto a Roma, ma SEL ha buttato al vento il lavoro degli ultimi anni, peraltro mai portato a termine con coerenza e rigore. Di fatto oggi si trova nel vicolo cieco della contiguità con coloro da cui si era allontanata dopo il disastro dell'Arcobaleno. Ma questo succede quando non si ha il coraggio di andare fino in fondo e ci si illude invece di conciliare tutto e il suo contrario con le affabulazioni e il culto del leader.
Maurizio Giancola