venerdì 27 dicembre 2013

Luigi Fasce: Le catene del debito

Compagne e compagni della lista, ne sento tante ma fortunatamente scopro libri che centrano la questione di fondo. Questione che oltre a essere capita leggendo ma che bisogna diventi contributo al programma di Schultz per le elezioni europee. Buona lettura ... e poi ne parliamo. Luigi Fasce-- Luigi Fasce luigi@fasce.it

4 commenti:

francesco maria ha detto...

Non ho letto il libro che propone Luigi, ma mi preoccupo quando sento parlare del debito pubblico come "strategia delle forze della finanaza globale", e la preoccupazione aumente se si propone di "ristrutturare il debito".


Naturalmente sono discutibili - e devono essere cambiate, forse - le politiche di austerità, o quanto meno temperate e ridefinite con un approccio diverso in favore della cescita.


Ma ritengo sia un'illusione parlre di ristrutturazione del debito.


Vi propongo un bell'articolo de ilPost (del 2012) che racconta tre "cattivi esempi", e mi pare spieghi bene perché non sono esempi da seguire.


Francesco Maria


Giovedì, all’università Bicocca di Milano, ha tenuto un discorso Rafael Correa, presidente dell’Ecuador, un paese che nel 2008 ha fatto default, o più tecnicamente ha ristrutturato il suo debito. Il discorso di Correa è stato ripreso diverse volte negli ultimi giorni. Secondo molti, come l’Argentina e l’Islanda, l’Ecuador ci insegnerebbe che il modo migliore per uscire dalla crisi del debito è anche il più semplice: non pagarlo.

Si tratta di una lezione profondamente discutibile: Argentina, Islanda ed Ecuador sono paesi molto diversi l’uno dall’altro e molto diversi dal nostro. Le soluzioni che hanno adottato sono diverse: alcune fin’ora hanno funzionato, ma sarebbero inapplicabili nel nostro paese. Altre si sono rivelate disastrose anche per chi per primo le ha introdotte. Vediamo cos’è accaduto in ciascuno di questi paesi e perché prendere ispirazione dalle loro ricette economiche non sembra di buon senso.(...)

http://www.ilpost.it/2012/11/18/tre-esempi-da-non-seguire/




luigi ha detto...



FALSO dunque ... se leggessi il libro troveresti la spiegazione
precisa del citato "divorzio tra Banca d'Italia e Tesoro".
I benpensanti dicono che è questione di sistema non di complotti ...
come se il sistema non lo avesse messo in tiro i chcago boys in carne
ossa e menti al servizio la plutocrazia di finanza e imprese
multinazionali. Certo hanno pensato bene di far scrivere leggi
neoliberiste da governi amici (negli USA è sempre stato così) ma da
venti anni a questa parte anche dai governi europei magari anche
socialisti.
Resta ancora una sola occasione per cominciare ad uscire dalla morsa
neoliberista in Europa ... le prossime elezioni europee e speriamo
nel programma di Schulz per riformare i Trattati in senso
cooperativistico e impostare un modello economico per l'Ue
alternativo, semplicemente socialdemocratico.

claudio ha detto...

col massimo rispetto per le opinioni altrui, aleggiano nella sinistra “manifestina” proposte demenziali: non pagare il debito, uscire dall’euro sbattendo la porta....Sembra quasi una gara tra chi la spara più grossa Direi che c’è più buonsenso persino tra i grillini. La strada è lunga, e passa per l’accordo prima con Hollande e poi, insieme a lui, con spd, e non con Syriza: lì ci vanno solo i puri e duri, in attesa che qualcuno più duro e puro li epuri....

claudio ha detto...

ti sbagli Luigi: gli interessi sul debito pubblico sono saliti perchè per
riequilbrare la bilancia dei pagamenti abbiamo svalutato la lira. Nessuno
investe in una moneta passibile di continue svalutazioni se non c'è un alto
interesse che compensa il rischio: neanche tu. E' il passaggio che saltano i
predicatori dell'uscita dall'euro: l'interesse sulle nostre nuove emissioni
(indispensabili per rispettare le scadenze di quelle vecchie, e poi i
sostenitori di questa politica vogliono l'aumento della spesa pubblica e la
diminuzione delle tasse, quindi altro debito) balzerebbero oltre il 20%. La
colpa non è di Soros: è tua...