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lunedì 9 dicembre 2013
Vittorio Melandri: Non resta che sperare che il treno sbagliato...
LA SINISTRA DUNQUE NON È MAI MORTA … NON RESTA CHE SPERARE CHE IL TRENO SBAGLIATO PORTI ALLA STAZIONE GIUSTA
“Amici” non è una brutta parola, anzi. Resta il fatto che nell’Italia repubblicana nella DC si era “amici”, nei partiti di sinistra si era “compagni”, e nelle caserme e nei partiti fascisti, pur negati questi ultimi dalla Costituzione (in questo meno attuata che mai), si era “camerati”. Nel discorso di saluto dopo la vittoria, Matteo Renzi, dopo avere affermato che le primarie di domenica non hanno sancito la fine della sinistra, ma la fine di un gruppo dirigente della sinistra, si è inequivocabilmente rivolto agli “amici” del PD. Gianni Cuperlo dal canto suo, nel discorso della sconfitta, ha ribadito che… “siamo a metà del viaggio. Il treno scelto è il nostro treno e non scenderà nessuno”. A me che su quel treno non sono salito, ma continuo a credere, usando parole di Cuperlo che la … “sinistra in questo paese non abbia solo una vecchia storia da raccontare, ma anche una storia nuova da scrivere”, e che seppure con vent’anni di ritardo sento dire ancora da Cuperlo, che “LA SINISTRA NON È UN DI PIÙ… ma è la limpidezza con cui ti batti per sanare il dolore dell’offeso ed è lo sguardo lungo che ti fa vedere sempre la dignità di ogni persona le sue risorse quando sono trascurate, il valore sociale del lavoro, la potenza del sapere, i diritti umani di tutti a cominciare da quelli della donne…”, a me dicevo, vien di sperare (oltre che, come capita ad un nudo, che faccia un buon inverno) che si possa applicare al PD di Renzi, Cuperlo e Civati, la battuta che uno dei protagonisti del bel film indiano Lunchbox, (passato recentemente al Tff), riferisce come detta dalla madre (per altro una madre inventata per dare maggior peso alla battuta stessa): “….a volte il treno sbagliato ti porta alla stazione giusta”.
Vittorio Melandri
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