venerdì 6 dicembre 2013

Aldo Penna: Guerra alla povertà

C'è una guerra che avrebbe l'approvazione della gente? C'è un impegno senza quartiere che raccoglierebbe il plauso dei tanti? Una di quelle campagne che coinvolgono un popolo come una lotta per la liberazione? Quando i poveri erano una minoranza della società bastava la compassione. Quando le fila di chi non ha più nulla si infittiscono fino a formare una trama che soffoca la società, occorrono idee e forza, due condizioni che l'attuale classe politica non conosce. Non hanno idee, tranne quelle partorite per durare e non cedere nessun privilegio. Non hanno la forza. Mai un ceto politico è stato così subalterno a forza esterne al Parlamento. E vivendo quasi tutti una vita artificiale scambiano l'acquario parlamentare per il vasto mondo e pensano, come Maria Antonietta, che quando non si ha pane basta mangiare le brioche. Milioni di famiglie e individui stanno sprofondando dal ceto medio dentro la povertà. Per la prima volta dal secondo dopoguerra i nostri figli sono senza prospettive di migliorare le condizioni dei loro genitori e il Parlamento si trastulla su inezie e impone tasse e ancora tasse. C'è la più grande di tutte le battaglie e si combattono inutili scaramucce. Durante la grande crisi del 1929 che devastò un'epoca qualcuno pronunciò parole profetiche e lungimiranti: "Sono convinto che, se c'è qualcosa da temere, è la paura stessa, il terrore sconosciuto, immotivato e ingiustificato che paralizza. Dobbiamo sforzarci di trasformare una ritirata in una avanzata. Chiederò al Congresso l'unico strumento per affrontare la crisi. Il potere di agire ad ampio raggio, per dichiarare guerra all'emergenza. Un potere grande come quello che mi verrebbe dato se venissimo invasi da un esercito straniero". Ve lo immaginate Letta pronunciare parole di tale forza. Ve lo immaginate il nostro Parlamento evocare l'invasione e fare appello alla nazione per sconfiggere quel nemico che riduce alla fame milioni di persone? Ecco, il sorriso di compatimento che si è dipinto sulle vostre facce parla meglio di qualsiasi analisi e riflessione. Chi ha votato Letta? Nessuno. Eppure ha in mano i destini di un popolo. Chi sono i parlamentari eletti? I fedeli di una decina di potenti. Quando una nazione precipita e i suoi capitani rubano i pochi paracadute rimasti, non occorre aggiungere altro. E senza attendere l'uomo del destino, rimboccarsi le maniche e spazzare via l'immondizia che ci sommerge e ci incatena. Aldo Penna

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