L'anniversario della nascita del Partito dei lavoratori italiani, in seguito Psi, cade in un momento difficile e particolare per il nostro Paese, per l'Europa e per la sinistra.
Esattamente come negli anni '30 la crisi del capitalismo iniziata nel 2007-2008 negli Stati Uniti si è presto riversata sull'Europa sotto forma di crisi del debito sovrano, attraverso una gigantesca trasformazione di debito privato in debito pubblico. In altre parole, a 20 anni dal 1991, da quella che Fukuyama ha chiamato la 'fine della storia', quando ci furono decantate le virtù salvifiche del libero mercato, siamo di fronte non ad una crisi passeggera, ma siamo di fronte ad una vera e propria crisi di sistema.
Proprio in questa fase si disvelano gli equivoci e gli errori compiuti nella costruzione dell'Europa unita. La dimensione economica e monetaria ha preso il sopravvento, anzi ha di fatto sostituito la dimensione politica, debole e non autorevole. Il manifesto di Ventotene è rimasto un sogno, ed è stata costruita l'Europa delle banche e della finanza e non certo l'Europa dei popoli. L'equivoco è rimasto tale finché l'Europa ha avuto il volto di Jacques Delors e Romano Prodi, ma quest'architettura ha dimostrato il suo carattere fallimentare con il sopravvento delle destre europee, in particolare attraverso l'asse Merkel-Sarkozy.
I punti centrali per la sinistra oggi sono due: primo, 'Osare democrazia', cioè costruire un sistema politico continentale pienamente democratico, in cui tornino a contare le ragioni dei popoli. E' a rischio oggi la stessa rappresentanza democratica che abbiamo conosciuto nel '900: esattamente come lo stato sociale, che ne è stata conseguenza, espressione e principale conquista. Secondo, ricostruire un pensiero forte, che torni a misurarsi con la critica all'economia politica, e si cimenti con l'individuazione di strade diverse, eque e praticabili, per uscire da questa crisi. Le misure cosiddette di 'austerità' non sono solo profondamente inique, ma fallimentari. Ad esempio, da quando il 'governo dei professori' si è insediato, non c'è un solo indicatore economico che segni la ripresa. A dirlo non sono solo la sinistra e i comunisti, ma voci autorevolissime come quelle di Stiglitz e Krugman. Nel socialismo europeo si tornano a scorgere voci critiche sugli ultimi 20 anni, sull'accettazione acritica dello status quo. La sfida è costruire spazi di dialogo tra questa nuova consapevolezza e la sinistra che sta crescendo in tutta Europa, a partire da Francia e Grecia. Il tema del lavoro, della sua rappresentanza politica, della difesa del welfare, della costruzione della società della conoscenza in Italia e in Europa sono i temi su cui mi auguro possiamo confrontarci a breve. In fondo proprio con questo spirito 120 anni fa a Genova nasceva il Partito dei lavoratori italiani. Vi auguro il miglior successo per la vostra importante iniziativa
Oliviero Diliberto Segretario del PdCI
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