I Lineamenti di un possibile Modello di Sviluppo Alternativo per la Sinistra..
pubblicata da Franco Bartolomei il giorno domenica 18 marzo 2012 alle ore 12.05 ·
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I LINEAMENTI DI UN NUOVO MODELLO DI SVILUPPO .
RELAZIONE INTRODUTTIVA DEL SEMINARIO DELLE ASSOCIAZIONI SOCIALISTE del 23/3/2012
Il modello di sviluppo attuale ,oggi in corto circuito, vittima degli stessi squilibri finanziari che ne hanno rappresentato uno dei fondamentali elementi costitutivi , si dimostra non piu' in condizione di garantire quei livelli di crescita necessari al mantenimento dell'equilibrio sociale su cui l'occidente democratico ha costruito il suo modello di societa', e pone a tutta la Sinistra , con urgenza, la grande questione della trasformazione strutturale di un sistema di rapporti economici finanziari e sociali che distrugge la ricchezza sociale ed espropria il valore del lavoro e della vita degli individui .
Questa nuova consapevolezza diffusa dei limiti di un sistema economico integrato a livello sovranazionale, in cui l'elemento finanziario agisce ormai in contrasto con gli interessi, reali e concreti, delle comunità dei produttori, dei lavoratori e degli stessi imprenditori, può infatti costituire la base sociale di un nuovo grande patto democratico, nei popoli e tra i popoli, verso un nuovo modello di rapporti economici e sociali, in cui l'economia reale, la qualità concreta dei rapporti interpersonali, sociali, e produttivi, i parametri di valutazione della ricchezza sociale effettivamente goduta dai cittadini, la riqualificazione dei consumi all'interno di un più generale processo di maturazione culturale delle società sviluppate, e sopratutto la centralita' dei meccanismi e dei sistemi redistributivi della ricchezza socialmente prodotta, anche come protezione sistemica al calo tendenziale dei tassi quantitativi della crescita, possono tornare ad essere le pietre angolari di un progetto di rinascita democratica della società.
Per la Sinistra la soluzione alla crisi del sistema non deve quindi essere la concentrazione delle politiche economiche sulla sterilizzazione del debito sovrano , che porterebbe alla impossibilita di realizzare qualsiasi possibile intervento pubblico sui rapporti economici in grado di riprogrammare le scelte complessive di modello, ma la individuazione di un nuovo modello di sviluppo fondato su diversi criteri valutativi della crescita economica , che salvi l'equilibrio sociale attraverso il mantenimento di alti livelli redistributivi della ricchezza sociale diversamente prodotta, e valutata in base a differenti parametri di riferimento sociale a fronte di una restrizione tendenziale di una crescita fondata sui tradizionali parametri quantitativi.
Un nuovo modello di rapporto tra Pubblico e Privato , e tra SOVRANITA’, statuale o sovrastatuale, e finanza e mercati , che deve nascere dalla eliminazione di tutte le nuove norme costituzionali ( art 81 cost), o communitarie ( fiscal compact) indrodotte a garanzia forzosa di un pareggio di bilancio degli stati che non distinguono tra spesa corrente e spesa per investimenti, che hanno solo la finalita’ di azzerare i poteri di intervento pubblico in economia e di generare una assoluta dipendenza dell’investimento priduttivo dal sistema creditizio privato , ed in ultima analisi dagli organismi finanziari e bancari globali ,che in qualita’ di tecnostrutture libere da condizionamenti statuali ne organizzano a livello superiore gli indirizzi di azione e la supervisione funzionale. l .
Un nuovo modello di sviluppo da realizzare nel quadro di una piena assunzione di poteri esecutivi e legislativi da parte degli organi di rappresentanza democratica della Unione europea , le cui linee portanti possono fin da ora essere delineate, fondato sull’inversione delle regole che hanno governato le economie dei paesi sviluppati negli ultimi 20 anni ,e sulla riforma radicale della struttura dei modelli sociali costruiti sulle compatibilita’ con un mercato pienamente sovrano funzionalizzato alla garanzia assoluta del profitto nell’investimento finanziario, assunto ad elemento centrale del processo di creazione della ricchezza sociale ,strutturalmente destinato, direttamente o attraverso l’indebitamento diffuso dei consumatori , al sostegno della domanda, in sostituzione della crescita progressiva e tendenziale del reddito del lavoro che costituiva l’elemento centrale del precedente modello Keynesiano.
Un nuovo modello da costruire attraverso UNA POLITICA DI RIFORME DI STRUTTURA, concertata a livello europeo dalle forze del Socialismo Democratico e dalle altre forze della sinistra, fondata innanzi tutto sul recupero di una sovranita’ delle istituzioni governative , Europee o Statuali, sul governo complessivo dell’indirizzo dei processi monetari comunitari , in grado di consentire, o il recupero di autonomia monetaria e fiscale delle autorità statuali in un quadro di rinnovata ed ampia libera contrattualità con gli istituti di controllo monetari sopranazionali e comunitari ,all’interno di una logica espansiva delle capacita’ produttive dei paesi aderenti al sistema., o l’assunzione a livello comunitario del debito degli stati ,con la liberazione delle economie nazionali dal peso di interessi determinati dal mercato dei capitali privati e dalle valutazioni speculative delle agenzie di rating, e la contemporanea attribuzione al nuovo governo comunitario del compito di riprogrammare e attuare uno sviluppo omogeneo di tutta la realta’ economica e produttiva europea in forma integrata e compatibile con le possibilita’ e le specifiche particolarita’ di tutte le aree omogenee che ad essa appartengono.
Una trasformazione strutturale del modello liberista che dalla riappropriazione delle politiche fiscali e monetarie passi alla costruzione, a livello comunitario e dei singoli stati ,di un sistema istituzionale di programmazione dello sviluppo, ,intergrato e rappresentativo, di natura politica e non solo tecnica , dotato di poteri vincolanti per realizzare i piani generali di una programmazione comunitaria degli indirizzi produttivi , articolati in piani regionali contrattati con i singoli stati nazionali ,vincolanti per gli operatori economici privati e le istituzioni finanziarie del credito , le cui scelte generali di investimento debbono essere oggetto di verifiche in ordine alle loro compatibilita’ di piano..
Un sistema di programmazione democratica degli indirizzi economici e delle conseguenti forme sociali, in grado di introdurre criteri di ridistribuzione interna delle risorse in ragione della loro finalizzazione alle scelte economiche programmate attraverso una riappropriazione sociale dei giudizi di valore sulla qualità dei processi di sviluppo economico, attraverso la realizzazione di nuove forme istituzionali di controllo delle scelte degli operatori e di verifica delle variabili economiche, orientate a garantire gli interessi generali della comunità civile.
Un nuovo modello di sviluppo che riassegnando ai poteri statuali, espressione della sovranita’ popolare democraticamente espressa, il diritto- dovere di dettare le regole dei rapporti economici e la selezione delle priorita’ sociali, attraverso il recupero di una politica di programmazione europea delle scelte economiche che qualifichi diversamente gli obiettivi della crescita economica, valutandone la congruita’ secondo nuovi parametri informati a criteri di qualità sociale dello sviluppo ( es : il QUARS) ,non più ancorati rigidamente ad indistinti criteri esclusivamente quantitativi connessi meccanicamente al tradizionale parametro del prodotto interno lordo. (P:I:L:).
Un modello economico che inverta il processo di privatizzazioni che ha caratterizzato l’esperienza neo-liberista,. realizzando:
1) una generale RIPUBBLICIZZAZIONE DI TUTTE LE RETI ED INFRASTRUTTURE DI INTERESSE COLLETTIVO, I CUI INTROITI, FRUTTO DI UNA NATURALE TARIFFAZIONE DI TIPO MONOPOLISTA; DEBBONO TORNARE AD ESSERE UNA ENTRATA PUBBLICA, diretta a sostenere PROVVEDIMENTI DI SPESA di intervento pubblico in economia FINALIZZATI A SCELTE ECONOMICHE; SOCIALI, e PRODUTTIVE DI INTERESSE PUBBLICO, assunte e coordinate in base alle soluzioni individuate dagli istituti di PROGRAMMAZIONE.
2) La NAZIONALIZZAZIONE di tutti gli istituti di credito coperti a garanzia ,in quantita’ di molto eccedente i mezzi propri , dai fondi statuali ,conferiti a copertura delle insolvenze accumulate in conseguenza della crisi dei derivati esplosa nel 2007/2008, e dai quantitave easing comunitari , in conseguenza delle speculazioni sui Bond nazionali comunitari realizzate nel periodo 2010 /2011.
3) La RIFORMA a livello sovranazionale dei CONTRATTI FINANZIARI, attraverso l’adozione di una convenzione mondiale, che prorti all’abolizione, in tutte le piazze finanziarie mondiali ,dei contratti borsistici meramente aleatori privi di utilita’ economica, e dei contratti lucrativi aventi causa nella perdita di valore di imprese non in condizioni di dissesto ; Il DIVIETO di CUMULO DI FUNZIONI tra Banche di investimento finanziario e banche di credito produttivo e gestione di risparmio privato ; La FISSAZIONE di RIGIDI PARAMETRI MASSIMI grandezza delle Banche private.
4) Un generale processo di REINDUSTRIALIZZAZIONE dei paesi europei, programmato ed assistito tecnicamente e finanziariamente a livello comunitario , attuato anche attraverso il rientro progressivo delle delocalizzazione di impianti produttivi effettuate a fine di profitto nei paesi caratterizzati da bassi costi del lavoro e privi di garanzie normative del lavoro dipendente, da realizzare al fine di ricostruire livelli occupazionali , riconsolidare la domanda interna attraverso la ricostruzione di monte salari, e recuperare una piu’ complessiva rifocalizzazione sulla base produttiva reale da parte di economie , tuttora ricche di formidabili conoscenze industriali , sospinte nell’ultimo ventennio dai modelli di finanziarizzazione a spostare risorse impressionanti dai redditi reali del lavoro ad un monte profitti , non reinvestito per l’ allargamento della base produttiva ,o in innovazione tecnica dei sistemi , ma impiegato in maggior parte in speculazione finanziaria o immobiliare ,o al piu’ diretto ad incrementare fenomeni di terziarizzazione delle economie occidentatali fondato su una induzione di consumi attinenti campi di esperienza di vita precedentemente non oggetto di attivita’ commerciale ed imprenditoriale.
5) Un generale processo di RIACCULTURAZIONE che investa tutti i campi dell’universo culturale delle societa’ europee ed in particolare della nostra, come premessa di una piu’ generale riconversione dei modelli di consumo e di riqualificazione della domanda sociale, finalizzata a considerare l’investimento sui livelli culturali del paese come una scelta di priorita’ all’interno di piu’ generale disegno di riaggregazione sociale, in cui la capillarizzazione della vita culturale, la diffusione dei saperi e l’accesso ai processi formativi, come vero e proprio diritto pubblico soggettivo, possano concretamente rappresentare fattori determinanti di una ricostruzione qualitativa del tessuto civile del paese, ed una opportunita’ di creazione di nuova ricchezza sociale ,reale e pulita, fondata sulla tutela delle capacita’ creative degli individui.
Un processo generale di riacculturazione dell’ intero sistema paese rappresenta inoltre una premessa indispensabile per riacquisire una complessiva capacita’ di innovazione sociale , tecnologica e produttiva, necessari ad evitare che il nostro sistema produttivo, confinato prevalentemente a gamme di produzioni di bassa qualita’ e ridotto valore aggiunto, rimanga prigioniero delle logiche soffocanti di un confronto con nuovi produttori mondiali che poggiano la propria estrema competitivita’ su un quadro di arretratezza sociale di fondo, in cui la contrazione dei costi del lavoro e la mancanza di garanzie segnano livelli incompatibili con un normale sviluppo democraticio
Tutto cio’ nella considerazione , valida anche da un punto di vista strettamente economico, che un modello di sviluppo che consideri l’attivita’ culturale, diffusa ed autoprodotta, in modo autonomo o associato, da operatori liberi ed indipendenti , come una attivita’ sociale da riconoscere , promuovere , e garantire, acquisirebbe al patrimonio della comunita’ nazionale un nuovo elemento strutturale di creazione di reddito, che in un paese sviluppato, in cui la soddisfazione dei bisogni secondari rappresenta una enorme voce di consumo dei cittadini , andrebbe a coinvolgere un numero di attori di notevole entita’ , attraverso attivita’ svolte con forme ,tempi, e modi di lavoro pressoche’ liberamente autoregolati, essendo gli elementi di flessibilita’ lavorativa, utili a questo settore di attivita’, socialmente accettabili in quanto strettamente inseriti in una logica di apprendistato finalizzata alla diretta acquisizione di competenze su cui costruire nel futuro una propria iniziativa autonoma.
Dobbiamo quindi lavorare ad un nuovo progetto sociale della Sinistra che ponga il LAVORO, inteso come asse centrale dell’ essere sociale, in tutte le diverse forme in cui concretamente si esplica nella economia reale ed in cui concorre alla creazione di valore nei processi produttivi ed organizzativi ,d’impresa o autonomi , ed in tutte le sue differenti rappresentanze sociali ed articolazioni produttive, come l’ elemento strutturale di riferimento di un nuova aggregazione maggioritaria di interessi e di valori che identifica un nuovo modello di sviluppo alternativo, in cui il rispetto del rapporto reale tra crescita della ricchezza sociale prodotta e crescita del reddito dei lavoratori e dei cittadini evolva da imprescindibile esigenza di giustizia sociale a fattore essenziale dello stesso equilibrio dei processi di crescita e fattore di certezza della solidità di una economia.che torna a valorizzare ed incentivare i processi produttivi reali..
Un nuovo sistema di crescita della economia reale in cui LA REDISTRIBUZIONE DEI REDDITI e DELLA RICCHEZZA SOCIALE, intese su un piano di valore come elementi di garanzia reale della qualità di base della convivenza civile,e della qualità sociale dei processi di produzione della ricchezza, divengono elementi strutturali di un modello sociale che rovescia una interpretazione della flessibilità come strumento di compressione dei costi del lavoro finalizzato al recupero di profitti in gran parte sottratti al reinvestimento diretto nel circuito produttivo, o non utilizzati per innovazione e ricerca finalizzata al rafforzamento della capacità produttiva.
Un nuovo modello di sviluppo che considera quindi LA GIUSTIZIA SOCIALE l’ elemento di qualificazione morale e civile assoluta dei parametri del sistema di vita associata , ed assume a valore di riferimento la garanzia di uguali diritti ed opportunita’ per tutti, senza discriminazione alcuna, dal diritto all’istruzione all’assistenza sanitaria, ad un equo trattamento fiscale, all’assistenza sociale in rapporto ai bisogni dei singoli, all’accesso alla cultura ed ai processi formativi diffusi., ed alla fruizione di tutti i diritti sociali connessi con una concezione sostanziale della Democrazia.
Un nuovo modello che si pone come progetto di rafforzamento della DEMOCRAZIA ,come regola suprema e fondante di tutti i processi istituzionali, decisionali, gestionali, amministrativi, esecutivi, e giudiziali:, e quale metodo di impostazione e regolazione dei processi sociali di interesse generale, attraverso la difesa della Costituzione, e dei suoi principi fondamentali, e la affermazione assoluta dei principi di legalità ,. di libertà, di partecipazione., di integrazione, di solidarietà e di eguaglianza.
Il compito dei socialisti, diviene quindi sempre piu', la costruzione di una nuova sinistra impegnata a lavorare ad un nuovo modello di sviluppo fondato sulla priorita’ degli interessi generali delle comunità dei produttori e dei consumatori, in grado di svincolare la vita delle società dal totale assorbimento nelle logiche di mercato raggiunto nell’attuale fase di finanziarizazzione integrale della economia, ed in grado, su un piano globale di rappresentare un potenziale alternativo sistema di riferimento per gli stessi paesi emergenti e per il resto del mondo in via di sviluppo,e la base strutturale economica su cui fondare un nuovo sistema di relazioni internazionali, in cui i processi di integrazione economica e commerciale vengano governati da istituzioni , anche sovranazionali, legittimate esclusivamente delle sovranita' democratiche dei popoli e degli stati.
Un nuovo sistema di rapporti tra i popoli e gli stati in cui LA PACE e LA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE, divengano sistema vincolante e regola prima di riferimento delle relazioni internazionali, garantite da una riforma democratica degli organismi di rappresentanza delle Nazioni Unite, e degli altri organismi di rappresentanza sovranazionale di natura Economica , Finanziaria , Sociale , e Commerciale, che ne rafforzi il carattere multipolare e garantisca la piena rappresntativita' delle comunita' sociali e nazionali che ne costituiscono la base di legittimazione, potenziandone ed estendendone i compiti fino a garantire ,oltre al corretto svolgimento delle relazioni politiche internazionale, anche l’espressione di una superiore capacita’ di governo e di controllo degli stessi processi economici globali con efficacia vincolante rispetto alle funzioni ed ai compiti delle stesse tecnostrutture finanziarie e monetarie sopranazionali ,che allo stato costituiscono il nocciolo decisionale delle attuali istituzioni economiche sovranazionali , ormai svincolate da vincoli di rappresentanza con i paesi aderenti.
FRANCO BARTOLOMEI segreteria nazionale del PSI e segretario nazionale della Lega dei Socialisti
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