venerdì 3 dicembre 2010

Luca Cefisi: Aziz è vecchio e io sono socialista

Dall'Avvenire dei lavoratori


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Aziz è un vecchio,

e io sono socialista


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di Luca Cefisi


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La riunione del Consiglio dell’Internazionale Socialista del 15 e 16 novembre a Parigi, così come quella del Partito del Socialismo Europeo a Varsavia il 2 e 3 dicembre prossimi, hanno visto al centro del dibattito il rapporto con i grandi organismi europei ed internazionali.

L’intento è quello di indirizzare l’azione non solo dei politici, ma anche dei tecnici, entrando nel merito delle problematiche che vengono ogni giorno gestite dai mandarinati scientifici, economici e finanziari riuniti nella Banca Mondiale, nell’Osce, nel Fondo Monetario Internazionale, nei vari passaggi del processo di Kyoto. Si tratta di aggredire il deficit democratico di governance globale. Si può e si deve gettare luce su dossier lasciati nell’oscurità dai media, e coordinando le azioni dei governi e anche dei loro tecnocrati, spesso lasciati a sè stessi. Offrire un’alternativa al “governo di fatto” dei mercati.

A Parigi George Papandreu è arrivato forte del segnale rassicurante della tenuta del suo partito nelle ultime elezioni comunali (vittorie ad Atene e Salonicco): Vuol dire che i socialisti greci hanno retto alla reazione inevitabile dopo la crisi finanziaria e la politica dei sacrifici. La proposta socialista rimane sempre quella basata sulla ripresa e lo sviluppo, di contro alle teoria dell’austerità a tutti i costi che colpisce in maniera ineguale poveri e ricchi.

Da Parigi i socialisti di tutto il mondo hanno poi lanciato un nuovo appello per un accordo generale sugli interventi per il cambiamento climatico in vista della conferneza di Cancun. Tema com’è noto poco discusso in Italia, anche per il fastidio che suscita sia in ambienti governativi che confindustriali: ma si tratta del futuro dell’umanità e della vita sul pianeta, conviene quindi discuterne. Qui la prospettiva è quella di favorire un accordo, ovviamente il più avanzato possibile in termini di contenimento delle emissioni di carbonio, e al tempo stesso nello sviluppo delle energie rinnovabili.

Infine, la questione dei conflitti: l’Internazionale è presente nel Caucaso e in Medio Oriente, aree difficilissime, dove però il ruolo dei socialisti, per esempio di figure in crescita di prestigio come il presidente iracheno Jalal Talabani, offre opportunità alla pace. La dichiarazione di Talabani che non ratificherà la condanna a morte dell’ex ministro di Saddam Hussein, Tareq Aziz, è giunta accompagnata da una spiegazione semplice e bella: “Aziz è un vecchio, e io sono socialista”. Una affermazione dei nostri valori, che non sono valori alieni anche nel Medio Oriente. Talabani è un stato un capo partigiano, ora è un uomo di rinconciliazione e un capo di stato laico e umanista.

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