giovedì 16 dicembre 2010

Franco D'Alfonso: La fine del compagno Fini

Dopo qualche minuto speso a capire per quale motivo il compagno Fini avesse inutilmente forzato la mano per giungere ad una "conta" stile Turigliatto senza pensare che sarebbe comparso Scilipoti, mi sono ricordato che in realtà, tanto per cambiare, la grande idea di giocare con i numeri non è una sua esclusiva, ma è la specialità di D'Alema, il più grande stratega etcetera che azzecca sempre tutte le mosse tranne l'ultima, quella decisiva.. Ad essere onesti, però, la giornata del 15 dicembre è ancora una riuscita coproduzione di cinepanettone della ditta Di Pietro - Veltroni : il buon Tonino, che non sarebbe in Parlamento se il vocato maggioritario cineasta non gli avesse dedicato l'eccezione alla regola del "Sinn Fein" de noartri che era il Pd in quel minuto, ha presentato la mozione di sfiducia per "stanare" Fini e Casini per poi riuscire - ed è già la terza volta - a far saltare la manovra con gli Scilipoti di turno ; il cineasta ci ha aggiunto di suo personale Calearo ( scommettiamo che il prossimo è Colaninno ? ), dando ragione al mitico Crozza ( " Le cazzate di Veltroni sono come le scorie nucleari, ci vogliono migliaia di anni perchè esauriscano l'effetto radioattivo" ) .
Il 15 dicembre è stata l'ennesima, temo peraltro non l'ultima, dimostrazione che le operazioni di "palazzo" condotte senza politica per di più utilizzando parlamentari che sono stati nominati o indicati da padroni e baroni di partito e non hanno nemmeno un voto/ elettore popolare cui rendere conto, portano sempre allo stesso risultato, quello che il banco vince e avanti il prossimo.
Essendo un inguaribile ottimista, spero che la nascita del Terzo Polo parlamentare seppure come sindacato dei piccoli azionisti normalmente fregati, riportando nominalmente alla presenza di una destra, un centro ed una sinistra convinca i simili a rimettersi con i simili e quindi, per quanto ci riguarda, al fatto che Rutelli e la Binetti indichino la via a quelli del deposito scorie veltroniane. Soprattutto, contando sull'eterogenesi dei Fini, che ciascuno torni alla politica prima di tutto a casa propria e che, nella "nostra" , si capisca dopo un quindicennio buono che per tornare a "parlare alla gente" ed a "vincere" occorre una buona proposta politica propria e condurre delle battaglie politiche prima all'interno e poi all'esterno : solo se emerge una posizione politica chiara ed un gruppo dirigente che è impegnato ad essa e non pretenda di restare tale a prescindere , è possibile proporsi per chiedere consenso per guidare il Paese e , se necessario, sottoscrivere i necessari compromessi politici per riuscirvi.
Non è così impossibile, è già successo

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