domenica 12 dicembre 2010

Aldo Penna: 14 dicembre

Nella notte del 24 luglio 1943, il Gran Consiglio del Fascismo approva l'ordine del giorno Grandi che restituisce al Capo dello Stato (il Re) i poteri costituzionali. Il giorno dopo Mussolini si reca a Villa Savoia per incontrare il Re e all'uscita viene arrestato.

E' l'atto finale del Fascismo che vivrà ancora, tra rantoli e colpi di coda, gli anni oscuri della Repubblica Sociale e della sua dissoluzione.

Nella seduta della Camera del 14 dicembre prossimo a Berlusconi dovrebbe essere negata (nonostante le accanite compravendite) la fiducia. L'assenza di una maggioranza restituirà al Capo dello Stato (Napolitano) il potere di conferimento dell'incarico di Primo Ministro.

Vedremo se, continuando le analogie, ci sarà la liberazione di Campo Imperatore, il viaggio in Germania (o altro paese), la ricostituzione di un partito e infine l'epilogo che, parafrasando la storia, stavolta dovrebbe risolversi in farsa e non più in tragedia.


Aldo Penna

10 commenti:

felice ha detto...

Nella mailinglist c'è qualcuno esperto di numerologia? Bisognerebbe calcolare
Benito Mussolini e 24 luglio 1943 e confrontarlo con Silvio Berlusconi e 14
dicembre 2010. basterà? o bisogna anche calcolare Gran consiglio del Fascismo,
Camera dei deputati, Re Vittorio Emanuele III e presidente Giorgio Napolitano?
Allo stato mi sembra l'unica proposta seria. previsioni trattandosi di
risultati sul filo di lana non se ne possono fare. Malgrado l'inchiesta della
magistratura non è ipotizzabile l'arresto di un deputato compravenduto nemmeno
in flagranza di reato. Constitutio obstat

giampaolo ha detto...

A volte io scrivo esaltando il ruolo dei socialisti nel 1°, 2° e ultimo centro
sinistra, prima che una enorme congiura di palazzo individuasse in Berttino
Craxi il Male assoluto ed il capo dei corruttori. Spesso ottengo critiche anche
feroci, da persone che, legittimamentre, non condividono le mie esperienze, i
risultati conseguiti e le valutazione sugli uomini. Poco male: si accetta la
dialettica perché è utile a tutti.
Quando pero si leggono cose invasate ed iperodiose verso gli avversari
politici, che arrivano addirittura ad essere identificati con il ventennio,
violentando la storia solo in spregio alle persone, senza dare una prosapettiva
alternativa, la cosa si fa molto, ma molto pericolosa. Io che ho conosciuto
bene Toni Negri, vedo che la regola del distruggere solo per distruggere
(dominio e sabotaggio: Disarticolare e destrutturare lo Stato), perché a
costruire ci penseremo dopo, non è ancora scemata. Sulle speranze della
rivoluzione d'ottobre, venduta come riscatto del ,proletariato, hanno sofferto
e pagato miliardi di persone, per assistere poi alla miseranda fine culminata
con l'abbattimento del Muro di Berlino.
Io non conosco il sig. Perna, ma credo che le sue convinzioni senza senso
portino solo male al dibattito politico in corso. Anche perché ritengo che chi
anima queste cconvinzioni ci riserva un avvenire certamente peggiore di quello
che stiamo vivendo.
Rifiuto quindi in toto quanto egli ha scritto e responsabilmente chiedo che
questa mia posizione sia resa pubblica allo stesso modo. Se Berlusconi deve
cadere, e sarebbe ora, deve essere a seguito di un serio confronto democratico,
parlamentare e sociale, con apertura di prospettive che non siano la sterile
modifica della legge elettorale, panacea di tutti i mali per i
fesssacchiotti.
Giampaolo Mercanzin

giuseppe ha detto...

> Caro sig.mercanzin per i socialisti (ma probabilmente lei non li ha mai conosciuti quelli veri)la tolleranza e la liberta' di pensiero sono caratteristiche scritte nel dna...quello che scrive penna puo' non piacerle (come a me non piace qullo che lei scrive)ma cmq deve consentirgli di esprimersi e non lei esprimere violenza con le sue parole...giuseppe chiofalo

aldo ha detto...

Non pensavo che la riflessione proposta potesse accomunarmi a Toni Negri. Non
ho paragonato Berlusconi a Mussolini, nè invoco per lui lo stesso epilogo.
Registro invece similitudini di fine epoca e chiusura di una fase storica. La
famosa seduta del Gran Consiglio segnò la fine del dominio del fascismo in
Italia 21 anni dopo la marcia su Roma. La seduta del 14 dicembre segnerà
comunque la fine del berlusconismo, potranno eeserci strascichi se per un voto
la sfiducia non passasse, ma potrebbero esserci anche sorprese come un manipolo
di deputati Pdl ( 10 - 15) che annusando aria di fine regime scendono dalla
barca prima che affondi. Accadde lo stesso nella famosa notte del 24 luglio.

Aldo Penna

marco ha detto...

Io preferisco leggere i dotti interventi degli iscritti piuttosto che intervenire con mie sciocchezze personali. Ebbene stavolta una breve riflessione mi scappa di farla. La frase "il 14 segnerà la fine del berlusconismo" di Penna mi provoca un ghigno spastico in volto. E già perché' il 14 segnerà al massimo, a sommesso avviso di chi scrive, la fine di un ciclo del berusca ma non certo del berlusconismo, che mi pare abbia avviluppato molta della sedicente sinistra. Il discorso sarebbe lungo e forse anche scontato. Chissà se costoro, pero', siano i migliori alleati del cavaliere. Auspicando elezioni subito, infatti, essi accettano l'idea che egli possa ancora vincere con la tecnica del piagnisteo. L'ex pianista di navi, e' facile immaginarlo, paventera' giochi di potere del "vecchiume" politico" ed i suoi solo apparenti detrattori, che son divisi e perderebbero, lo incoroneranno definitivamente re unto dal popolo e da dio. Ma la sinistra, non socialista, e' fatta cosi' ama farsi del male apparente salvo poi chiudersi nei salotti buoni a maledire chi li governa perché LORO son sempre migliori ed un giorno, perché scesi, in terra a miracol mostrare, ci degneranno, forse, anche di una prospettiva che oltre a voler affossare tutti e tutto, tranne se ed i propri cari (intrisi di familismo amorale), sara' anche di "costruzione".
Marco Monaco

aldo ha detto...

Berlusconi non è un coniglio che il 14 dicembre svanirà nel cilindro, ed è vero
che la sua emulazione posticcia e mal fatta ha contaminato il centro sinistra
di questo quindicennio. Non si spiegano in altro modo la connivenza nella fase
di approvazione del Porcellum elettorale e le mirabolanti gesta Veltroniane che
(a Yalta?) divide l'Italia in due Blocchi e quattro liste. O l'assenza, negli
otto anni di governo del centro sinistra dal 94 ad oggi, di una vera iniziativa
legislativa o regolamentare che consentisse di tagliare gli artigli mediatici
all'attuale presidente del Consiglio. Ma il vero pericolo è l'inadeguatezza del
centrosinistra, la sua incapacità di selezionare leader senza tirarli fuori
dalle batterie di allevamento della nomenklatura.

Giampaolo ha detto...

Credo sia doveroso da parte mia, visto che le incomprensioni non portano mai a
nulla, chiarire che non ho nulla di personale contro il sig. Penna (sbagliando
avevo scittto Perna), Solo che da quanto avevo desunto, mi sembrava strumentale
la sua associazione di Berlusconi a Mussolini. Il sig Penna ha chiarito il suo
pensiero ed io chiarisco il mio, anche perché il Circolo Rosselli, oltre a fare
riferimento ad un grande personaggio del liberalsocialismo, perseguitato con il
fratello Nello dal fascismo (io sono solo un povero sociaslista libertario),
merita il dibattito e non la rissa:
Ho preso posizione perché intanto in questa democrazia, fino a prova
contraria, ci piaccia o non ci piaccia, l'attribuzione della maggioranza è
stata decisa dal popolo dei votanti e non dalla marcia su Roma. Ho preso
posizione perché non vi sono state le violenze degli anni venti, l'assalto
all'Avanti!, l'assassinio di Matteotti e Minzoni, il confino per i dissidenti
ecc. Ho preso posizione perché non c'è stata l'alleanza con Hitler,
l'esaltazione della razza e la caccia all'ebreo. Ho preso posizione perché in
democrazia vincono le idee e non le calunnie. Ho preso posizione per una
miriade di altri motivi validi, nei quali non intendo addentrarmi per non
tediare il lettore.
Se il sig. Penna, non disconosce quanto affermo, credo che "l'incidente" sia
chiuso.
Non sono certo uno che odia il memico, ma che contrasta idealmente e
politicamente l'avversario, come amava dire il nostro beneamato presidente
Pertini. Ciò perche la politica è un gioco come gli altri ed in democrazia i
fatti contano più delle parole. Altrimenti appunto saremo tutti come i Luca
Casarini e simili: agitatori di professione!
Quanto al mio tasso di socialismo, credo di non temere "puri più puri" perché
so badare a me stesso senza bisogno di difensori d'ufficio e la riprova sta
nelle battaglie civili sociali ed amministrative da me condotte. Anche qui sono
sempre i fatti che contano. Cito ad esempio e lo riferisco al compagno
Scirocco, che ne puo fare una valutazione, il libro edito recentemente da
Laterza e scritto da Pietro Calogero (ora Procuratore Generale della
Rapubblica) con altri: TERROLRE ROSSO, dove sono più volte citato e dove,
orgogliosamente leggo a pag. 63: "dopo l'omicidio di Moro...... il Fronte
Comunista Combattente ferisce alle gambe Giampaolo Mercanzin.......uno dei
pochi dirigenti che si oppongono al continuo assalto autonomo...
Arrivato alla tranquilla età di 70 anni non ho bisogno quindi di giustificare
il mio passato socialista, che tutti conoscono e che mi ha portato ad essere,
senza compromessi, segretario dei socialisti padovani.Ma tutto questo è acqua
passata.
Quello che importa è il futuro, oggi prerogativa di saltimbanchi, giullari ed
uomini da circo equestre, esaltati da una stampa populista e piagnona incapaci
anche di far ridere.
Un futuro in mano a giovani generazioni che conoscano da dove vengono e
capiscano dove devono andare.

giovanni ha detto...

Caro Giampaolo,
possiedo il libro da te citato, ma non l'ho ancora letto. Non conoscevo poi la tua vicenda personale e sono sinceramente solidale con te.
Ho sempre ritenuto Negri e i suoi sodali, antichi e recenti, noti e meno noti, degli arroganti e cultori di una estetica della violenza molto simile a quella fascista.
Quanto alle analogie storiche, sono un genere da maneggiare con molta cautela.
In ogni caso, mi sembra indubitabile che, in Europa, stiamo assistendo da anni ad una regressione della democrazia e dei diritti che essa comporta: prevalenza dell'economia (nella sua versione finanziaria) sulla politica, difficoltà di accesso all'informazione non manipolata, scarsa mobilità sociale, ripresa di xenofobia e localismi, impoverimento materiale e culturale.
In Italia, questo quadro è aggravato dalla cialtroneria che sempre ci contraddistingue.
Non sarà fascismo, ma sicuramente è un quadro preoccupante.
Un cordiale saluto
Giovanni

aldo ha detto...

Naturalmente viviamo in democrazia. Ma la democrazia non è uno stato perenne, è
la conseguenza dell'esistenza di regole, bilanciamento dei poteri, antidoti e
correttivi. Il fascismo cancellò la democrazia non con la marcia su Roma, ma
attraverso un rapido processo di degenerazione delle garanzie costituzionali e
l'imbroglio di una legge elettorale ritagliata a propria immagine.
I nuovi autoritarismi nelle democrazie mature non sono conseguenza di un
putsch, ma della corrosione dei capisaldi degli equlibri dei poteri.
Se si attenta alla libera formazione del consenso controllando l'ottanta per
cento dei tempi e programmi televisivi, se si aggrediscono gli avversari non
più con l'olio di ricino ma con i manganelli mediatici, se si cambiano le leggi
per far pagare alle proprie aziende meno tasse, se si scelgono come amici
privilegiati tre autocrati: Putin, Gheddafi e Nazarbayev. ci sarà pure
un'affinità elettiva preoccupante. Se si stravolge il codice penale per
salvaguardare se stessi e si minaccia di rivedere il processo di formazione
degli organismi costituzionali, ci sarà pure un problema.
L'Italia è oggi studiata, le sue degenerazioni preoccupano. Il fascismo fece
scuola e, complice il nazionalismo dilagante, fornì un modello che trovò emuli
in Germania, in Spagna, in Romania. I poteri economici a vocazione autoritaria,
stanchi di regole e lacci che ostacolano i propri affari, possono aggredire i
poteri democratici alla maniera con cui manipolano e aggrediscono gli stock del
debito sovrano. Il crollo dei partiti di massa, l'influenza massiccia della tv
nella formazione del consenso, ha reso più fragili e "scalabili" le democrazie
moderne.
Proprio perchè è utile che si conosca per decidere è bene riflettere sugli
strani richiami e ricadute della storia.

Aldo Penna

felice ha detto...

Una precisazione tecnico giuridico mi pare necessaria, perché soltanto
berlusconi e veltroni pensano di esere stati voitati dagli italiani: i voti
raccolti( berlusconi di più) sono il frutto di una legge elettorale
incostituzionale, con un premio di maggioranza non vincolato ad alcun quorum.
Quelli de PD il frutto del voto utile (infatti appena si è vista l'inutilità
del voto se ne sono andati in 5 milioni dal 2008 al 2010. Las nostra Corte
costituziole nelle sentenze 15 e 16 del 2008 ha dichiarato che aspettava che un
giudice gli rimettesse la questione di costituzionalità della legge elettorale.
Conosco bene quella sentenza perché ero avvocato in quelle vicende. Ebbene
tutti i giudici amministrativi e ordinari hanno dichiarato la loro carenza di
giuridizione: quindi in Italia non c'è un giudice comptente a controllare la
costituzionalità delle elezioni. un fatto senza precedenti in Europa. Quindi la
democrazia è in pericolo. pensate un pò sia pure teoricamente le camere
potrebbero essere sciolte e non riconvocate ovvero riconvocate ben oltre il
termine previsto dalla Costituzione. Le basi legali di un golpe. Quello che
stupisce è l'asoluto silenzio della stampa di destra e sinistra, di centro
sulla vicenda: anche questo un segno inquitente dello stato della nostra
democrazia. Che dire poi che siamo l'uniuco paese d'Europa nel quale soglia di
acceso alla rappresentanza e di rimborso delle spese elettorali coincidono:
questo signfica ostacoli al sorgere di nuovi soggetti. la frammentazione non
c'entra nulla. In germania c'è una soglia di accesso del 5% ed appena 5 partiti
in parlamento, ma il diritto al rimborso delle spese elettorali matura con lo
0,5%. In gennaio ne discuteranno Valerio Onida con Augusto Cerri e gli
avvocatiche hanno promosso i ricorsi in vista dell'udienza del 2 febbraio in
cui si si riproporràla questione del rinvio del porcellum alla corte
Costituzionale. Non ci sarà un rigo sulla stampa o in qualche talk show.