sabato 11 maggio 2013

Lanfranco Turci: Lettera a Nichi Vendola

Al Presidente di SEL Nichi Vendola Caro Vendola Il Network per il Socialismo Europeo desidera anzitutto esprimere a te e alla Direzione di SEL il più convinto apprezzamento per la vostra decisione di richiedere la iscrizione al PSE. Tu sai come fin dalla nostra costituzione, due anni fa, noi abbiamo sollecitato questa decisione, convinti che essa rappresentasse e rappresenti un passo avanti importante per contribuire, nel nostro paese, a una riorganizzazione unitaria della sinistra. Riorganizzazione che non può a nostro avviso realizzarsi se non nell'ambito di un comune riconoscimento nella famiglia del Socialismo Europeo. Solo da questa base è possibile dare efficacia alla ricerca e alle lotte contro la globalizzazione neoliberista e contro la crisi che di essa è espressione, per costruire un'Europa democratica, capace di difendere il lavoro e il welfare, e per costruire un nuovo modello di sviluppo. Fra l'altro l'anno prossimo si terranno le elezioni per il rinnovo del Parlamento Europeo. Il PSE si è impegnato a presentarsi al voto con un proprio candidato alla guida della Commissione . La sinistra italiana non potrà mancare la occasione di presentarsi con una sua lista unitaria che condivida il comune programma e il comune candidato dei socialisti europei. L'obiettivo della riorganizzazione della sinistra sembrava, se non a portata di mano, comunque avviata solo poche settimane fa. Dopo il deludente risultato elettorale della coalizione di centrosinistra si era infatti aperta nel PD e in SEL una riflessione autocritica molto importante, che si era poi tradotta nel tentativo del "governo del cambiamento "di Bersani. Sembrava appunto che lo sviluppo di questo progetto avrebbe potuto prendere corpo in un congresso del PD che segnasse una svolta di tipo socialista, cui anche SEL guardava come l'occasione attesa per la costruzione di una casa comune della sinistra. Questo processo avrebbe inevitabilmente coinvolto anche il PSI e soprattutto le vaste aree diffuse di circoli e associazioni di sinistra e socialiste di cui anche il nostro Network è espressione. Purtroppo la sconfitta del tentativo di Bersani, le confuse vicende della elezione del Presidente della Repubblica e la nascita del governissimo sembrano aver riportato questo processo in alto mare, anche nel dibattito interno al PD. Noi restiamo tuttavia convinti che senza la costruzione di un grande partito di sinistra, popolare, unitario e di orientamento socialista non sarà possibile avviare a soluzione la crisi del nostro paese e soprattutto ridare speranza e motivazione alle grandi masse di lavoratori, di disoccupati e di giovani e donne che più soffrono questa crisi. Voi volete rilanciare con l'incontro dell'11 maggio la costruzione di un progetto comune, "una nuova soggettività politica di sinistra in Italia". Apprezziamo questo intendimento e apprezziamo il fatto che vogliate farlo con spirito aperto, non dando per scontate e irreparabili le divisioni che si sono aperte con le ultime vicende politiche. Con lo stesso spirito unitario il Network è interessato, insieme ad altre associazioni e circoli di cultura di sinistra e socialista, a riprendere insieme a voi , dopo la manifestazione dell'11, questa ricerca, mantenendo nel contempo aperta una iniziativa di sollecitazione e confronto con il PD e le altre forze della sinistra. Auguriamo un forte successo alla vostra manifestazione cui saranno presenti anche molti compagni e compagne aderenti al Network. Un cordiale saluto Lanfranco Turci Coordinatore del Network per il Socialismo Europeo 9 maggio 2013

3 commenti:

francesco ha detto...

Il documento del Network mi pare del tutto condivisibile. Ed è bene che
a Roma, l'11 maggio, ci sia anche una "delegazione" rosselliana (anche
perchè così potremo avere delle impressioni di prima mano).
Sento dire peraltro che SEL, dopo aver assunto la decisione di fare
una formale richiesta di adesione al PSE non avrebbe in realtà ancora
compiuto alcun passo ufficiale in questa direzione, il che, se risponde
a verità, non sarebbe una buona cosa, perchè le parole sono certamente
importanti, ma poi bisogna anche far seguire alle parole i fatti.
Le decisioni assunte da SEL sono indubbiamente di grande rilevanza,
ma devono anche tradursi in atti operativi, che a loro volta producano
conseguenze concrete.
Che evoluzione prenderà il dibattito interno alla "Cosa" (intendo il
PD) è difficile dire. Ma è in ogni caso condivisibile il giudizio di
delusione espresso dal documento del "Network" riguardo al fatto che
quella sorta di "svolta a Sinistra" che si era delineata all'indomani
del deludente risultato elettorale, e che si era tradotta nella
proposta bersaniana del "governo del cambiamento", sia stata poi
sostanzialmente disattesa, dapprima con la rielezione di Napolitano
alla presidenza della Repubblica e poi con la formazione di questo
governo di coalizione con la Destra berlusconiana.
Il tema della costruzione di un soggetto politico di Sinistra che sia
chiaramente riconducibile al Socialismo Europeo e che sia ad un tempo
radicale e realista (matteottiano nell'intransigenza, rosselliano
nell'audacia di superare gli steccati d'origine, e turatiano nella
concretezza del disegno riformatore) resta comunque sul tappeto.
Torno a dire però che nella prospettiva di questo persorso resta
prioritaria ed ineludibile l'esigenza di far sì che anche la galassia
delle realtà associative di ispirazione socialista e libertaria
presenti nel Paese possa trovare il modo di essere presente e
possibilmente di darvi un proprio fattivo contributo. I Socialisti
(quelli del PSI, certamente, ma appunto anche quelli che del PSI non
fanno parte, o che vi si ritrovano con atteggiamenti non sempre
coincidenti con quelli espressi dal gruppo dirigente di quel partito)
devono necessariamente poter essere intervenire in questi processi, per
cercare di assecondarli e nel contempo per favorirne un'evoluzione
politica limpida e chiara.
L'area del "Socialismo diffuso", da questo punto di vista, deve
dunque trovare il modo di agire con un maggior grado di unità di
intenti di quanto non sia avvenuto finora, e deve sapersi dotare di una
propria visibilità ed incisività.
Questa esigenza è ben espressa dal documento del Network. Ma anche in
questo caso bisogna che alla parole e alle dichiarazioni di buona
volontà segua poi qualche passo concreto.
Nell'attesa che i partecipanti all'iniziativa dell'11 ci riferiscano
delle loro impressioni, un saluto.
Francesco Somaini

sergio ha detto...

La richiesta formale da parte di SEL di adesione al PSE sarebbe la cartina
di tornasole per provarne l'effettiva volontà e cancellare i sospetti di
un'utilizzo occasionale e strumentale del tema, come ha fatto la'ditta'
negli ultimi vent'anni.
Fin che SEL insegue Ingroia, il M5S ecc. ecc e i vari 'movimenti' contrari
non solo al PSE ma all'Europa,
credo che quell'obbiettivo sia solo un whisfull thinking di chi vuole,
legittimamente, trovare una motivazione per aderire a SEL.
Sergio V.

claudio ha detto...

io di Vendola mi sono fatto l'idea di una banderuola, che va dove oscilla il
vento (nomen omen): sente che per tirare gente dal PD deve parlare di PSE,
ma poi scopre che i suoi tirano anche verso gli ingroiati, e le loro
dottrinali certezze,e allora non trova mai il tempo di occuparsene, in
attesa di poter criticare la politica europea dei socialisti e dire che
siccome non si adeguano alla giusta linea del suo micropartito di provincia,
non meritano la sua autorevole attenzione.
Scopre che i suoi potenziali seguaci sono contro la TAV e lo è anche lui, ma
come governatore della Puglia ne vorrebbe una, non dove serve, verso Milano,
ma verso Napoli, e Roma la rotta tradizionale degli avvocaticchi del sud.
Personaggio da film..umoristico, per far capire all'Europa da che razza di
politici ci facciamo incantare...----