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giovedì 30 maggio 2013
Vittorio Melandri: Il carro e i buoi
IL CARRO E I BUOI …. CON LE CORNA INFIOCCHETTATE
A chi non è capitato di uscirsene con “battute infelici”?
E non di rado capita anche di accorgersi con il senno del poi, quanto siano rivelatrici di un “non detto” che ci portiamo sepolto nell’inconscio, e che a volte erutta improvviso come lava da un vulcano in sonno.
Da ultimo, persino il “Divo Giulio”, è stato indicato come portatore (ovviamente sano) di una battuta infelice, a detta di uno che lo conosceva bene, il figlio; e riferita ad una battuta (l’avv. Giorgio Ambrosoli che se le l’era cercata, la pallottola commissionata da Sindona e sparata da Aricò), che nel caso, una battuta infelice non era, ma rivelatrice senz’altro sì.
La battuta eruttata ieri dal petto del Primo Ministro pro tempore in carica Enrico Letta, quella per cui la mozione presentata da Roberto Giachetti che chiedeva l’immediata abolizione del Porcellum e il ritorno al sistema elettorale del Mattarellum sarebbe stato un ……
… “mettere il carro davanti ai buoi” ….
… rivela appunto quanto attenzione, questa immonda classe politica, riservi al …..
… “parco buoi”!!
Che nel caso, si deve intendere come una espressione che una subalterna in tutto classe politica, mutua inconsapevolmente dal gergo della finanza, ma rivelando appunto la considerazione vera in cui tiene i “buoi elettori”, che dopo essere stati da tutti derisi, rivoltando ciascuno per la sua parte (Grillo Casaleggio e relativi ‘buoi’ compresi) il senso del voto, oggi vengono anche ulteriormente derisi e truffati da una iniziativa legislativa che subordina l’approdo ad una nuova legge elettorale, addirittura ad uno stravolgimento della Costituzione.
Segnalo per altro il veleno truffaldino che si insinua nelle pieghe dell’iniziativa.
Dice Letta che alla fine del percorso di revisione della Costituzione, che dovrebbe essere fatta con i cittadini per i cittadini, si dovrà andare a referendum confermativo.
Or bene, posto che ci si arrivi…. all’approvazione ‘condivisa’ della detta “revisione”, questa non potrà che passare per l’attuale Art. 138.
Primo problema:
pensano forse di cambiare il 138 come prima cosa? e come????, come si modifica un articolo che regola le modifiche???
Secondo problema:
Se il 138 rimane com’è, al terzo comma recita…..
“Non si fa luogo a referendum se la legge è stata approvata nella seconda votazione da ciascuna delle Camere a maggioranza di due terzi dei suoi componenti.”
Ergo, se la revisione viene approvata dai 2/3 come i numeri oggi consentono, col cavolo che si arriva al referendum…. e se i 2/3 non ci sono, col cavolo che al referendum si arriva per gentile concessione di Enrico Letta…
Insomma, gira e rigira, una volta infiocchettate le corna dei buoi, questi come sempre si portano al macello, che il carro sia dietro e sia davanti, la destinazione resta segnata, ed è facile scommettere che alle prossime elezioni, l’unica consolazione saranno le dimissioni cariche di “vibrante indignazione” del sig. Presidente Giorgio Napolitano, ma la legge elettorale sarà ancora quella porcata in vigore….
O …. Qualcosa di peggio, molto peggio!!!!
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