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domenica 19 maggio 2013
Vittorio Melandri: Scalfari-Munchausen
"Scalfari - Munchausen" che sbarca insieme a Napolitano, Letta e Berlusconi
..sulla Luna-Europa Federale
"Spaccare la società in due è quasi sempre una semplificazione e semplificare i
problemi complessi è quasi sempre un errore. Senza dire che bisogna analizzare con
attenzione il significato delle parole."
Come non condividere queste parole, puro distillato di saggezza, detto senza nessun
sarcasmo né manco ironia, che in questo caso sarebbe fuori posto.
C'è però un problema non da poco, quanto sopra, è scritto dallo stesso autore che
appunto tre righe prima ha scritto quelle che seguono.
"Riformisti o rivoluzionari? Questa domanda sta al centro del problema italiano ed
europeo, ma può essere declinata in molti altri modi. Per esempio: socialisti o
liberali? Progressisti o moderati? Di destra o di sinistra? Innovatori o
conservatori? Sostenitori dei diritti o anche dei doveri?"
L'artificio retorico di formulare una dietro l'altra una serie di domande come
fossero omogenee ed appunto tutte formulate a dimostrare che "spaccare la società in
due" porta quasi sempre all'errore, è quanto di più ingannevole si possa consumare
ai danni di chi legge, tanto più se le si formula come fa Eugenio Scalfari su la
Repubblica del 19 maggio 2013, dall'alto di una autorevolezza conquistata con merito
nei decenni, e da qualche tempo in qua, purtroppo, spesa solo per sostenere ragioni
che non sono sostenibili.
Riformisti o rivoluzionari?
Già nel 1981 Riccardo Lombardi liquidava così questa finta contrapposizione, che il
"radical-socialista-liberal-demitiano. ed oggi napolitiano", Eugenio Scalfari
propone con trent'anni e più di ritardo alla nostra attenzione di caotici plebei.
". la scelta che la corrente maggioritaria ha recentemente fatto, della parola
riformista non è una scelta indolore compagni , non pensate che io voglia fare una
lezione di semantica , no, le parole fanno figli, contrariamente a quello che dicono
i nostri compagni toscani, "che le parole non fanno figli", qualche volta esse sono
indice di scelte, e la scelta della parola riformista ha un significato, perché le
parole non sono neutre, non sono innocue, sono cariche di una storia del significato
che la storia, gli eventi, decenni, anzi secoli dirò, hanno attribuito a queste
parole.
Contro chi e da chi si vuol distinguere la maggioranza del partito chiamandosi
riformista. Forse fino dal dopoguerra o dal primo dopoguerra ad oggi, la
contrapposizione (aveva senso), ci si chiamava riformisti in quanto non
rivoluzionari nel senso classico della parola, nel senso del colpo violento di massa
che occupa il potere già maturo nella società.
Allora non c'è partito italiano nell'arco democratico, non ci sono i comunisti in
tutte le loro correnti e frazioni, che abbiano ancora optato per una soluzione
rivoluzionaria nel senso classico della parola, e quindi il binomio
riformismo-rivoluzione ha perso di significato; a cosa si vuol riferire quando tutti
sono riformisti nella sinistra italiana, una corrente che si vuol chiamare
riformista, evidentemente si riferisce al carico ambiguo, se volete, che questa
parola ha avuto dal cumulo dello spessore che decenni e decenni di lotta hanno
dato. Cos'è stato il riformismo, non più la contrapposizione alla rivoluzione, è
stato l'emblema di una scelta, la scelta socialdemocratica, con i suoi lati positivi
e con i suoi lati negativi con la quale alcune società e alcune sinistre e alcuni
partiti socialisti hanno scelto, chiamandola appunto scelta riformista, una tattica
e una strategia che non contestava al fondo il sistema capitalistico, non pensava di
rovesciarlo ma pensava di utilizzarlo. (.) ma questa scelta della parola riformista,
avviene proprio nel momento in cui questo tipo di riformismo ha fatto purtroppo,
devo dire, il suo tempo."
"socialisti o liberali?"
Or bene, se si vogliono usare le parole per distinguere gli appartenenti al fu
partito di Nenni o a quello che fu di Malagodi, la domanda dicotomica ha senso, ma
se si vuole contrapporre il significato di socialista a quello di liberale, per poi
approdare ad una virtuosa ed ipocrita commistione all'inglese dei due termini, oggi
riproposta anche dalla "berlusconiana" Stefania Craxi, con la formula lib-lab,
questo è proprio il contrario di una analisi corretta delle parole.
Così come è quanto mai artificiosa la dicotomia fra .
Progressisti o moderati?
e quella fra
Innovatori o conservatori?
Dato che l'esperienza insegna che si può essere moderati che progrediscono e
progressisti che moderano, innovatori conservando, e conservatori innovando.
E che dire poi della falsa contrapposizione fra..
"Sostenitori dei diritti o anche dei doveri?"
Diritti e doveri sono due facce della stessa medaglia, inscindibili, essendo
impossibile godere dei propri diritti senza ad esempio assolvere al dovere di
rispettare i diritti degli altri, come d'altronde è scritto nella Carta
Costituzionale che i diritti e i doveri li squaderna senza separarli, ma
mescolandoli indissolubilmente.
E si arriva così all'unica vera contrapposizione enunciata da Scalfari, quella fra .
chi è
"di destra o di sinistra?"
E perché proporre questa contrapposizione vera e insanabile, o si è una cosa o si è
l'altra, insieme a contrapposizioni che tali non sono?
L'unica risposta che riesco a darmi è quella di voler sostenere a tutti i costi, da
"napolitiano" convinto, che non c'è alternativa all'incesto in atto con il governo
Letta-Letta.
Al punto che Scalfari conclude come doveroso, ovvero possibile, che l'approdo ad una
Europa Federale, auspicata oggi da Hollande, possa essere sostenuta da questa Italia
e da questo Governo.
Come dire che, poiché è giusto andare sulla Luna, basta mettersi a cavallo di una
sfera e come il Barone di Munchausen.. ci si arriva.
vittorio nelandri
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