sabato 13 agosto 2011

Luigi Fasce: Credo liberista in atto

Compagne e compagni,
di solito non perdo tempo sull'attualità perché ritengo che per me
sia uno spreco di tempo visto che lo uso su altri fronti, riflessione
teorica, attualmente questioni operative che mi sono cadute addosso
per il mio ruolo di coordinatore-segretario GdV.
Però ... sapete anche che come circolo abbiamo adottato l'art.41
della nostra amata Costituzione (lungimirante modello di economia
sociale) perché già fin dal tempo dell'accordo di Maastrich il titolo
terzo parte economia della Costituzione, di cui fa parte l'art.41,
è stato di fatto sterilizzato e sostituito con il principio assoluto
della concorrenza e della privatizzazione di ogni bene e servizio di
pubblica utilità, dopo aver fatto scempio delle nostre industrie di
interesse nazionale. Solo il referendum sull'acqua da prodotto una
prima crepa a muro istituzionalizzato neolibrista ma tant'è
completamente soddisfatto il governo persiste nell'attacco
all'art.41 volendolo cancellare totalmente dalla Costituzione e
sostituirlo con il principio liberista della "libertà economica".
Dunque spero in una sollevazione generale contro questo tentativo di
stupro della Carta costituzionale perché l'articolo 41 sancisce il
bilanciamento tra privato e pubblico con verifica dello Stato su
finalità sociale anche della "libertà economica" del privato.
Considero questo articolo il correlato specifico in campo economico
dell'art.3 anch'esso un illuminato bilanciamento tra diritti civili e
diritti sociali di puro conio liberalsocialista.
Propongo dunque come GdV di fare un comunicato di durissima critica
in generale e nello specifico per l'art.41 per la diabolica
persistenza della linea liberista che pare passare sotto silenzio dei
partiti di opposizione in Parlamento (attendo critiche radicali da
quelli di sinistra fuori del Parlamento) a questo venefico
accanimento governativo in stato comatoso proprio quando le
politiche liberiste stanno provocando crolli sociali ed economici
nell'Occidente ancora più gravi di quelli del crollo dell'URSS.
Un socialista dialogante fraterno saluto.
Luigi Fasce

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